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Movida, il Comune lancia le “nuvole” anti-rumore e non rinuncia all’ipotesi delocalizzazione

L'omicidio di vico Mele non è direttamente legato alla vita notturna ma ha riacceso i riflettori sulla difficile convivenza tra chi abita nei vicoli e chi li vive per divertirsi

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Genova. Un obbiettivo a breve termine e uno a termine medio lungo. Il Comune di Genova ha intenzione di aggredire il problema movida e centro storico su quattro piani – sicurezza, urbanistica, economia, sociale – cercando di limitare i disagi per i residenti soprattutto nelle ore notturne ma senza penalizzare troppo le attività economiche che, comunque, rappresentano un’opportunità. Quindi, via libera a sperimentazioni per migliorare la qualità della movida con educatori di strada e volontari, via libera all’utilizzo di speciali impianti anti rumore che, se funzioneranno, potranno essere diffusi in tutta la città vecchia ma all’orizzonte resta l’opzione delocalizzazione: la movida late night, vicino alle case, non può stare.

Il delitto della freccia di vico Mele non può essere ascritto direttamente al problema “movida”. Si è trattato infatti di un episodio estremo ed eccezionale ma sicuramente ha riacceso i riflettori sulla questione. “Il gesto dell’omicida non è giustificabile neppure dalla più forte esasperazione – dice l’assessore al Centro storico Mauro Avvenente – ma è vero che le notti di chi abita nei vicoli sono raramente tranquille”.

Il Comune di Genova ha lanciato ormai da due anni il “piano Caruggi”, un programma complessivo teso a migliorare la qualità della vita del centro storico. Oltre 100 progetti nel progetto, tra cui diverse azioni dedicati alla mitigazione degli effetti della movida.

“La vita notturna dopo mezzanotte, quella della musica ad alto volume, delle masse e degli shottini non è compatibile con la quiete dei residenti – spiega Avvenente – e l’obbiettivo a medio lungo termine è quello di far trasferire altrove queste attività, ovviamente on è possibile farlo in maniera coercitiva, bisognerà pensare a luoghi alternativi e bisognerà convincere gli esercenti anche attraverso premialità ed incentivi, non è un lavoro fattibile dall’oggi al domani”.

In passato, a più riprese, lo stesso sindaco Marco Bucci aveva parlato dell’ipotesi di trasferire la movida per esempio nella zona del porto antico, lontano dalle case. Altri esperimenti, come l’organizzazione di spettacoli e concerti al parco degli Erzelli, non hanno avuto l’esito sperato: gran parte degli eventi del Goa Boa sono stati cancellati e ricalendarizzati più vicini al centro.

Quello che l’amministrazione ha intenzione di fare subito, però, è testare strumenti e soluzioni per arginare alcune delle problematiche, ad esempio, banalmente, quella dell’inquinamento acustico. “Abbiamo fatto svolgere alcune indagini tecniche nella zona delle Erbe e abbiamo scoperto che il rumore del chiacchiericcio è più invasivo e forte del rumore di un concerto – racconta l’assessore – per questo presto partirà una sperimentazione portata avanti in collaborazione con la cooperative Il Cesto, che cura i giardini Luzzati, e testeremo la funzionalità di alcune coperture fonoassorbenti, chiamate “nuvole” in gergo tecnico, che dovrebbero impedire o limitare la propagazione delle onde sonore a rimbalzo verso gli ultimi piani dei palazzi nei vicoli, il problema infatti è l’effetto eco che si crea in questo tipo di ambiente”.

Se il sistema funzionerà l’idea è quella di replicarlo. “Come un format – sottolinea Avvenente – in altre zone del centro storico”.

A fianco a questo tipo di azioni resteranno quelle legate alla sicurezza in senso stretto, telecamere di videosorveglianza ma anche un lavoro di coordinamento con le forze dell’ordine. E poi l’intervento di alcune figure come gli operatori di strada per indirizzare i giovani a tenere comportamenti corretti durante il loro divertimento serale e notturno.

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