Genova. Serviranno circa 180 milioni per portare la metropolitana di Genova fino al monoblocco dell’ospedale San Martino, con una fermata intermedia in viale Benedetto XV di fronte all’ingresso principale del policlinico. È la stima emersa dallo studio di fattibilità che il Comune ha commissionato per l’ulteriore prolungamento della linea verso Levante. Il tema è stato al centro di Move.App Expo, manifestazione dedicata all’innovazione tecnologica nel trasporto pubblico nell’ambito della Genova Smart Week.
Cifra che al momento è puramente ipotetica e che Tursi non ha ancora chiesto al Governo. Ma la volontà di andare fino in fondo è chiara: “Il lavoro prosegue per reperire i finanziamenti necessari per questa opera che riteniamo importante”, ha spiegato Manuela Sciutto, dirigente dell’unità di progetto grandi infrastrutture del Comune. Anche perché la somma necessaria, secondo gli ultimi calcoli, è di gran lunga inferiore rispetto alle stime di massima che oscillavano tra i 300 e i 500 milioni, in base anche a un vecchio studio preliminare realizzato dal Rina che oggi è ritenuto superato.
Ad oggi l’unica certezza è che la metropolitana arriverà in piazza Martinez: secondo le previsioni, la nuova fermata nel quartiere di San Fruttuoso sarà attivata nel 2024. Non ci sarà, invece, una seconda stazione a Terralba. “La fermata – ha confermato Sciutto – è stata eliminata, anche perché, nell’ambito della richiesta per il prolungamento a Rivarolo, è già stata confermata l’ammissibilità del finanziamento per il collegamento pedonale tra Martinez e il ponte di Terralba attraverso tappeti mobili. Siamo in attesa dei fondi”.
Gli accessi secondari, così come il parcheggio d’interscambio, sono ricompresi infatti in un secondo lotto che vale circa 7 milioni (il Comune, però, deve ancora acquisire le aree corrispondenti). Tra l’altro proprio a Terralba dovrebbe sorgere una nuova fermata del futuro servizio ferroviario metropolitano, che fungerà da stazione di testa per alcuni treni provenienti da Voltri impossibili da fermare a Brignole. La metropolitana in quella zona, insomma, rischierebbe di diventare un doppione oltre che un potenziale problema per la gestione dei cantieri.
Il passo successivo sarà San Martino, polo d’attrazione capace di veicolare decine di migliaia di passeggeri e quindi ampiamente sufficiente a giustificare l’investimento. La prima stazione è ipotizzata sotto viale Benedetto XV, poi percorso parallelo all’asse di corso Europa e capolinea in via Mosso. Ma il cammino verso Levante non sarà privo di ostacoli. “Il tracciato – ha osservato l’ingegnera Sciutto – è quasi interamente in sotterranea e abbiamo necessità di risolvere diverse interferenze. Anche il profilo altimetrico dovrà essere reso compatibile con il reticolo idrografico”. La metropolitana incrocerà infatti lo scolmatore del Fereggiano e del rio Noce, e per evitare di intercettarli dovrà correre a una quota diversa.
La carne al fuoco è tanta. La dirigente di Tursi ha confermato che saranno chiesti i finanziamenti per quattro nuove fermate in direzione Sampierdarena a partire da Dinegro (via Dino Col, Villa Scassi, piazza Montano e Fiumara), opera dal valore stimato in 400 milioni. Nel frattempo, a fronte di un finanziamento già garantito dal Mit per la stessa cifra, va avanti l’iter del cosiddetto Skymetro, la diramazione sopraelevata in Valbisagno da Brignole a Molassana (con ulteriore estensione già prevista fino a Prato) i cui lavori dovrebbero terminare nel 2027. In corso la progettazione della stazione di Corvetto, rimasta incompiuta da più di dieci anni, finanziata con quasi 44 milioni dal Pnrr. E in Valpolcevera, come detto, si lavora per giungere in piazza Pallavicini, destinata probabilmente a diventare il capolinea definitivo su quella direttrice. A Ponente il sogno è proseguire fino all’aeroporto, ma ad oggi si tratta di pura fantasia.