In cifre

Liguria maglia nera per abusi edilizi e rischio frane, ma il consumo di suolo è quasi a zero

Numeri ancora più inquietanti dopo il disastro di Ischia: ogni 100 edifici regolari 6 sono abusivi e il 55% della popolazione vive in aree pericolose. Ma c'è un'inversione di tendenza: siamo ultimi in Italia per consumo di suolo

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Genova. Partiamo dalla buona notizia: in Liguria il consumo di suolo si è pressoché azzerato, tanto da far conquistare l’ultimo posto della classifica nazionale. Tuttavia, la nostra resta la regione del Nord Italia col tasso di abusivismo edilizio più alto: secondo l’ultimo rapporto Istat sul benessere equo e sostenibile, nel 2021 ogni 100 abitazioni autorizzate se ne contavano 6,4 costruite irregolarmente contro una media del 4,3% nel Nord Ovest e del 15,1% a livello nazionale. E allo stesso tempo, guardando al più recente rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico in Italia, la Liguria è la regione italiana con la maggiore quota di popolazione residente in aree a rischio frana: il 54,9%, più della metà degli abitanti.

Numeri che – al netto di un’inversione di tendenza positiva sul fronte delle nuove costruzioni – diventano ancora più inquietanti dopo la tragedia di Ischia, un disastro che vede sotto accusa da un lato la mancanza di manutenzione su un territorio notoriamente fragilissimo, e dall’altro decenni di pratiche edilizie dissennate e sregolate che hanno prodotto come risultato 27mila richieste di condono e 600 ordinanze di abbattimento mai eseguite. E se è vero che la nostra regione è purtroppo abituata a spalare il fango dalle case e dalle strade, vale la pena fotografare la situazione alla luce delle cifre.

Come quelle raccolte da Legambiente nel rapporto annuale Abbatti l’abuso dal quale emerge che in Liguria, su 2.049 ordinanze di demolizione emesse tra il 2004 e il 2020, solo 883 sono state eseguite, il 43,1%. In altre parole più della metà degli immobili da abbattere è ancora in piedi. Percentuale superiore alla media nazionale (32,9%) ma inferiore a quella di quasi tutte le regioni del Nord: solo l’Emilia Romagna, col 30,8% di edifici demoliti, risulta meno virtuosa.

Generico novembre 2022

Inoltre solo 40 degli immobili colpiti da ingiunzioni (il 2%) sono stati trascritti al patrimonio immobiliare dei Comuni, come prevede la normativa in caso di mancato adempimento entro 90 giorni, e delle 1.166 ordinanze non eseguite appena 3 pratiche sono state trasmesse al prefetto. Su questi dati pesa tuttavia lo scarso livello di risposta delle amministrazioni comunali, che hanno la competenza sulle procedure in questione: in Liguria solo il 25,2% dei Comuni ha fornito informazioni per la compilazione del dossier. Noi stessi abbiamo provato a chiedere dati aggiornati al Comune di Genova, ma per ora non abbiamo ricevuto risposta.

Una spinta in direzione opposta doveva arrivare dal piano casa della Regione Liguria, tra i primi provvedimenti varati dalla giunta Toti nel 2015. Tra le misure previste anche un “incentivo” a chi demolisce un edificio situato in un’area a rischio idrogeologico per ricostruirlo in una zona sicura: in cambio si offre la possibilità di aumentare il volume del 50% nei comuni costieri o del 60% nei comuni montani. Dalla legge sono stati esclusi gli immobili abusivi. Ma anche in questo caso è difficile ottenere numeri aggiornati. “Questi dati vengono raccolti dai Comuni e ci vuole tempo per aggregarli – risponde l’assessore all’Urbanistica Marco Scajola -. Li avremo a disposizione tra gennaio e febbraio”.

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In verità un dato in controtendenza spicca: è quello del consumo di suolo che in Liguria, nel biennio 2020-2021, è cresciuto meno che in qualunque altra regione, attestandosi allo 0,1% contro lo 0,3% registrato a livello nazionale (fonte Ispra). Il suolo consumato è pari all’8,72% (in Italia 7,13%). “Significa che le politiche di rigenerazione urbana, con la messa in sicurezza di quello che c’è già, stando dando i loro frutti – commenta Scajola -. Dal 2016 il trend è positivo. È ovvio che noi ci siamo dal 2015, in passato la Liguria ha subito politiche urbanistiche scellerate: negli anni Settanta e Ottanta, e anche nei primi anni Novanta, sono stati fatti molti danni al nostro territorio. Oggi alcune costruzioni indiscriminate non sarebbero più possibili perché abbiamo norme più severe. Noi puntiamo a recuperare i grandi immobili per dare loro nuova vita”.

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Sul tema delle frane, purtroppo, la Liguria non ha nulla da “invidiare” alla fragile Ischia. Quasi il 55% della popolazione (oltre 862mila abitanti) vive in un’area con pericolosità da frana, un primato nazionale. Restringendo alle fasce di pericolosità “elevata” e “molto elevata” la popolazione esposta scende al 5,9% (circa 93mila persone), dato superato da quelli della Valle d’Aosta (12,1%), della Basilicata (7%) e del Molise (6,1%). Per quanto riguarda gli edifici a rischio frane, la Liguria si conferma sul podio col 58,5% (circa 184mila) di cui il 10,6% nelle due fasce di massimo pericolo, ma al primo posto c’è la Valle d’Aosta col 70,2% delle costruzioni a rischio, di cui il 19,6% con pericolo elevato o molto elevato.

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