Genova. Rimandato anche quest’anno il trasloco per il luna park di Genova che dal 1962 caratterizza le festività natalizie alla Foce. Grazie a un accordo tra i giostrai, il Comune e l’impresa Cds, titolare dei lavori del Waterfront, i baracconi rimangono ancora in piazzale Kennedy. Quella che si sta preparando, però, sarà una versione ridotta: meno spazio a disposizione per le attrazioni, che saranno dunque in numero inferiore rispetto alle edizioni precedenti, e meno tempo per sostare nell’area davanti all’ex Fiera.
“Purtroppo abbiamo dovuto ridimensionare i numeri perché non siamo riusciti a recuperare tutto lo spazio che avevamo – spiega Amedeo Zanetti, portavoce del consorzio del Winter Park di Genova -. Si tenga conto che eravamo organizzati su tre lotti, di cui uno verrà a mancare. Una quindicina di attrazioni, tra cui un autoscontro, un ottovolante e una giostra, non riusciranno a trovare posto”. Negli anni scorsi il luna park di Genova poteva contare 140 attrazioni su una superficie di circa 30mila metri quadrati, numeri in base ai quali era ritenuto il più grande parco giochi itinerante d’Europa. Primato che nel 2022 non potrà essere replicato.
Il 17 novembre è in programma una riunione per definire gli ultimi dettagli. “Il Comune ci ha dato la disponibilità di piazza della Vittoria per recuperare la metratura mancante – prosegue Zanetti – però sappiamo che, quando si mette qualcosa distante dal nucleo principale, di solito viene penalizzato”. La discussione su questo punto è ancora aperta. “C’è la possibilità di collocare lì quattro o cinque giostre, quelle più adatte alle famiglie – conferma l’assessora Paola Bordilli -. Stiamo facendo analisi di carico sulla piazza. In ogni caso c’è stata una bella collaborazione con l’assessore Piciocchi, sarà una formula ridotta ma nemmeno troppo”.
Sembrano invece pressoché definite le date di esercizio del luna park, che dovrebbe aprire al pubblico sabato 3 dicembre e chiudere domenica 8 gennaio con la fine del periodo festivo natalizio. Anche in questo caso si tratta di un lieve accorciamento: in passato si iniziava a fine novembre e si proseguiva fino a metà gennaio. “Per fare posto a noi la Cds ha rimandato l’allestimento di alcuni cantieri, ma noi in cambio dobbiamo liberare prima l’area”, riferisce Zanetti.
E sebbene ogni anno venga annunciato come l’ultimo, salvo procrastinare di continuo lo sfratto, appare certo che prima o poi il luna park dovrà trovarsi una collocazione alternativa, non solo per il cantiere del Waterfront, ma anche perché il Comune ha confermato la volontà di trasformare piazzale Kennedy in un grande parco con posteggi interrati.
“Siamo ancora in attesa di sapere che fine faremo“, si limita a commentare Zanetti. Nessuna delle proposte messe sul piatto finora da Tursi convince i giostrai: la fascia di rispetto di Pra’ è troppo piccola, il parco degli Erzelli è troppo esposto al vento, mentre il piazzale accanto a Villa Bombrini, oltre ad essere in zona esondabile, è in ballo per altri progetti (dall’autoparco al nuovo palasport). E comunque, osserva il consorzio, nessuna di queste zone alternative sarebbe attrattiva e centrale come la Foce. “Quest’anno ci siamo concentrati sul presente, non era scontato che potessimo usare ancora piazzale Kennedy – commenta Bordilli -. Dall’anno prossimo, se tutto andrà come previsto, quelle aree saranno occupate dai cantieri. La logica però resta quella di non rinunciare al luna park“.
Che il luna park sia costretto ad abbandonare Genova dopo sessant’anni? “Non rientra nel nostro modo di pensare, è parte di una storia cittadina che riteniamo di dover sostenere – risponde Zanetti -. E poi economicamente è uno degli appuntamenti più importanti del nostro tour, sarà difficile andare altrove”.
Un anno fa il consorzio aveva inviato al Comune un progetto di massima, redatto da uno studio di Brescia, per allargare il piazzale di 30 metri verso il mare e isolarlo sul lato della strada con un cuscinetto alberato. Una parte dei costi se la sarebbero accollata i giostrai, ritoccando il canone di concessione pagato all’amministrazione. Ma Tursi ha parlato di “problemi idrogeologici”, e comunque il disegno del Waterfront firmato da Renzo Piano non è compatibile con questa ipotesi.