Busalla. Una serie di tubi sotterranei che porteranno il calore prodotto dal grande impianto industriale ad una quarantina di palazzi e agli uffici pubblici del comune. Questo il progetto di teleriscaldamento che in questi giorni sta prendendo forma, o quasi, a Busalla con l’intento di sfruttare il caldo prodotto dalla raffineria Iplom che sorge del cuore della Valle Scrivia. Un’idea che, però, sta dividendo la comunità busallese.
Il progetto, ancora da definire nei dettagli tecnici ed esecutivi, è sbarcato in consiglio comunale la scorsa settimana, infiammando il dibattito politico e pubblico sull’opera: secondo le prime ipotesi si tratterebbe di scavare in tutto il paese sei o otto chilometri di nuove tubature che porteranno il calore prodotto dalle attività di raffinazione degli idrocarburi a 40 civici limitrofi, oltre che ad alcuni edifici pubblici.
Il consiglio comunale ha votato favorevolmente la convenzione con Ecotermica Servizi s.p.a., convenzione che da mandato alla progettazione dell’impianto che troverà spazio nel centro cittadino. Critiche da parte dell’opposizione in consiglio che ha evidenziato come si sia votato “senza un progetto definito, senza uno studio socio economico e senza una preventiva consultazione o informazione alla popolazione. Il vantaggio per il Comune sono 20 mila euro un tantum ed una somma variabile annua di qualche migliaio di euro”.

“Siamo favorevoli – afferma Paola Noli capogruppo di Patto per Busalla – a esaminare e anche approvare un progetto serio dove siano chiari benefici ambientali, vantaggi per il Comune e i cittadini ed impatti sul paese. Non a dare cambiali in bianco”.