Lavori al via

Casa della salute della Valpolcevera, lavori finiti entro un anno: ecco come sarà

Oggi la posa della prima pietra, Bottaro (Asl 3): "Ritardi dovuti al Covid". Servirà in media 1.200 persone al giorno

Genova. Sarà completata entro un anno la casa della comunità della Asl 3 a Bolzaneto a servizio della Valpolcevera e della Valle Scrivia. È la promessa del direttore generale Luigi Carlo Bottaro, intervenuto stamattina, insieme al presidente Giovanni Toti e all’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, alla posa della prima pietra nell’ex edificio Trucco.

“Ci sono stati ritardi, ma ricordiamo che dal 2019, quando abbiamo raggiunto gli accordi con sindaci, Municipi, sindacati dei pensionati e confederali, abbiamo avuto tre ondate di Covid. Però non si è mai fermato nulla, sono andati avanti i lavori di smontaggio dei macchinari – spiega Bottaro -. Il cantiere in effetti è già aperto da una decina di giorni. Per il completamento dei lavori ci vorrà un anno. Mi aspetto che per la fine del prossimo anno saremo qui a dire che tra un mese si parte. Fine del 2023, se vogliamo essere pessimisti primi giorni del 2024“.

All’interno della nuova casa della comunità troveranno spazio le attività e i servizi distrettuali e sovra-distrettuali ora presenti in via Bonghi (come Cup, specialistica ambulatoriale, anziani, disabili, consultorio, ufficio di prossimità del tribunale di Genova), alcuni servizi presenti in altre sedi sul territorio del Distretto 10 come la medicina legale. Le novità saranno il punto unico di accesso per accoglienza e assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale, ambulatori di diagnostica strumentale avanzata dotati di apparecchiature di ultima generazione, l’ambulatorio per i codici bianchi con finalità di alleggerimento del flusso di persone ai pronto soccorso, lo sportello antiviolenza di genere mirato all’ascolto e al sostegno di tutte donne che vivono una situazione di violenza, gli uffici e ambulatori Ats con finalità di interconnessione tra ambiti socio-sanitari e socio-assistenziali.

casa salute posa prima pietra

La nuova casa di comunità si estenderà su una superficie totale di 4.300 metri quadrati e servirà una media di 1.200 utenti al giorno con 164 operatori sanitari all’interno. Il progetto costituisce anche uno dei primi esempi di applicazione del project management con strumentazioni per il rilievo in 3D con laser scanner e la progettazione dell’intervento in Bim (Building Information Modelling). Nella ristrutturazione dell’edificio verrà posta particolare attenzione all’efficientamento energetico, attraverso la realizzazione del nearly zero energy building, e agli aspetti ambientali con l’applicazione del Lca (life cycle assessment), metodologia analitica e sistematica che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita.

“I tempi di realizzazione di questa importante opera – dichiara Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria- hanno sicuramente risentito dei due anni di pandemia e certamente non hanno aiutato le procedure di gara e di affidamento dei lavori in un Paese dove, nonostante le tante modifiche, resta un processo molto complesso da portare avanti. È un pezzo della costruzione di quel reticolato di strutture a servizio del cittadino che cambieranno la conformazione della nostra Sanità, che vedrà una rete territoriale più estesa, con le case della salute e gli ospedali di comunità. Qui i cittadini troveranno risposte ai loro bisogni primari riguardanti la salute: specialisti, medici di medicina generale, esami di diagnostica. Oggi mettiamo la prima pietra e vediamo finalmente progredire un cantiere a cui abbiamo lavorato molto con Asl 3 e tutti i soggetti coinvolti. È particolarmente importante perché si trova in una valle che ha certamente bisogno di risposte sanitarie e che sarà interessata nei prossimi anni da interventi importanti, uno su tutti quello che riguarda l’ospedale del ponente di Erzelli che diventerà anche un grande centro di ricerca nazionale internazionale. Quindi quello di oggi è un tassello di un lavoro complesso che non è fatto solo di cemento e mattoni ma è fatto anche di riforme importanti che spero che il mondo della Sanità sappia cogliere fino in fondo”.

“L’inizio dei lavori di questa casa di comunità con la ristrutturazione dell’edificio ex Trucco ha avuto grande impulso grazie agli interventi del Pnrr – dichiara l’assessore alla Sanità di regione Liguria Angelo Gratarola – L’apertura prevista l’anno prossimo andrà a soddisfare i bisogni sanitari non urgenti su un ampio territorio con la vera medicina di prossimità. Portare la media e bassa complessità fuori dai grandi ospedali sui territori è la sfida dei prossimi anni che dobbiamo necessariamente vincere. La posa di questa prima pietra è un atto simbolico che va nel solco di questa medicina nuova. Tutto questo farà parte di una grande rivoluzione che, iniziando, da qui si estenderà ad altre aree della città e della Regione”.

“Oggi è un giorno importante per tutta la Valpolcevera e per i Comuni limitrofi della Valle Scrivia – commenta l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Genova Lorenza Rosso – la nuova casa di comunità, molto attesa e richiesta dai residenti e su cui le nostre istituzioni e parti sociali hanno lavorato a lungo in sinergia, sarà un punto di riferimento per i bisogni di un bacino di cittadini che avranno finalmente una struttura moderna, con un accesso integrato ai servizi sanitari e sociali. La nuova struttura offrirà a tutti i residenti del Municipio Valpolcevera e dei Comuni della valle Scrivia un’offerta completa di servizi improntati sulla presa in carico multidisciplinare”.

“Oggi siamo molti soddisfatti perché si concretizza un obiettivo fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali dei pensionati – interviene Antonio Perziano, segretario generale dello Spi Cgil Genova -. Auspichiamo che, a partire da oggi, si proceda spediti con i lavori per rispettare i tempi e dare ai cittadini la nuova struttura socio-sanitaria. Il contenitore è indispensabile, ma lo è ancor di più il contenuto dal punto di vista dei servizi e delle prestazioni, perché la casa di comunità non deve diventare la solita piastra ambulatoriale”.

L’accordo siglato con il sindacato, ma soprattutto le linee guida del ministero della Salute, indicano chiaramente le funzioni delle case di comunità: devono essere strutture innovative, un luogo in cui si realizza l’integrazione socio sanitaria e socio assistenziale e si realizza la condizione per una vera presa in carico delle persone. Ci deve essere quindi la presenza dei medici di medicina generale, il pediatra di libera scelta, gli infermieri di quartiere e poi lo sportello Cup e altri servizi specialistici. “La sfida comincia adesso – conclude Perziano – Dobbiamo lavorare tutti insieme per fare le cose al meglio, superare tutti  gli ostacoli per assicurare ai cittadini servizi di qualità in grado di dare risposte ai tanti bisogni e soprattutto alle fasce deboli e ai non autosufficienti”.

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