Genova. Il tribunale di Roma ha dichiarato inammissibile la class action contro Autostrade promossa dai consiglieri regionali Ferruccio Sansa e Roberto Centi. L’azione legale, patrocinata dall’avvocato genovese Mattia Crucioli, era mirata a ottenere un risarcimento di circa 3mila euro per ogni cittadino residente in Liguria per i danni subiti a causa dei cantieri aperti sulla rete autostradale dopo il crollo di ponte Morandi.
“Era Davide contro Golia, lo sapevamo. Il giudice – riferisce Sansa sul suo profilo Facebook – non si è pronunciato sul comportamento di Autostrade e non ha negato che tutti i liguri abbiano subito un danno, ma ha sostenuto che le eventuali colpe si sarebbero comunque verificate prima dell’entrata in vigore della nuova legge sulla class action. Insomma, sarebbe una questione di tempi, più che di sostanza”.
“In sostanza – si legge nell’ordinanza della XVII sezione presieduta dalla giudice Claudia Pedrelli – i ricorrenti hanno inteso dedurre una fattispecie produttiva di responsabilità di carattere complesso, nella quale le uniche condotte colpevoli individuate con precisione sono collocate anteriormente alla data del 19 maggio 2021; comunque – il rilievo assume carattere dirimente – il cumulo di condotte anteriori e di condotte successive si porrebbe in evidente contrasto con il divieto legislativo di applicare la nuova disciplina a condotte precedenti la data indicata“.
La Lista Sansa aveva raccolto i nominativi di circa 13mila liguri, un’adesione preliminare che sarebbe stata poi formalizzata gratuitamente in caso di ammissibilità della class action. Il presupposto della richiesta di risarcimento era che tutti i liguri, a prescindere dall’attività, avessero subito un danno economico a causa dei cantieri. La cifra di circa 3mila euro a testa era stata determinata in base a uno studio condotto dalla commercialista Elsie Fusco che aveva preso in considerazione indicatori come la perdita del valore degli immobili, il calo di Pil regionale, il tempo perso in coda e le emissioni nocive.
“Era una battaglia coraggiosa e difficile – commenta oggi Sansa -. Noi con un avvocato, Autostrade che si è presentata in aula con 13 legali. Loro avevano mezzi illimitati, miliardi. Noi ci abbiamo messo del nostro: abbiamo pagato perizie, abbiamo studiato migliaia di pagine, abbiamo percorso più di 10mila km sulle Autostrade liguri per informare la gente e raccogliere testimonianze. Abbiamo già dimostrato che non pieghiamo la testa di fronte ad Autostrade, come hanno fatto in troppi, a Roma e a Genova”.
Sansa, però, non si dà per vinto e annuncia la possibilità di riprovarci: “Andremo avanti contro Autostrade e in altre battaglie contro quei colossi che non rispettano i cittadini. Lo faremo ancora con la class action che è un mezzo straordinario di difesa dei diritti e di battaglia politica. Questo è un tesoro di passione, impegno civile e fiducia che non deve andare perso. Noi non molliamo, restate con noi.
Ora dovremo decidere se fare appello, abbiamo 30 giorni di tempo. Abbiamo chiesto un parere agli iscritti e valuteremo anche in base alle risorse disponibili: questo primo ricorso ci è costato 10mila euro che abbiamo messo di tasca nostra, un’ulteriore sconfitta potrebbe costare centinaia di migliaia di euro”.