Arenzano. Parafrasando un canto degli alpini, in riva al Lerone si può cantare: La megio zoventù la va a vìnzer, merito di mister Corradi e di tutto il suo staff, ma anche di tutto ciò che ‘gli sta dietro’, a partire da un management appassionato e preparato, capace di appianare, quando necessario, eventuali sopraggiunte problematiche, ma soprattutto abile nel pianificare i programmi futuribili.
Non a caso, l’Arenzano è stata premiata nelle ultime due stagioni per aver fatto scendere in campo, il maggior numero di giovani ed anche quest’anno ha un’età media molto bassa, prodromica di analoghi risultati.
E’ indubbio, peraltro, come la squadra sia il prodotto di un lavoro iniziato e portato avanti dal suo condottiero, Alberto Corradi, abile nel trasmettere, anche nelle sconfitte, una mentalità propositiva. Le doti carismatiche del tecnico inducono i suoi giocatori a seguire alla lettera i dettami tecnico/tattici del suo calcio – scuola Jurić – convinti che la strada indicata sia quella giusta per arrivare a risultati importanti, sia a livello globale, che individuale…
E questa è, senza dubbio, la molla, che un buon allenatore deve saper fare scattare in uno spogliatoio… Ecco perché è forte, in chi scrive, la sensazione che questo gruppo abbia, dentro di sé, le potenzialità per un’ulteriore crescita esponenziale.
Andiamo, allora, a porre l’attenzione su quelli che riteniamo i quattro punti cardinali di una squadra in fiducia ed evoluzione positiva:
1 – Intensità, tecnica, voglia di lottare in ogni centimetro del campo, autostima in continuo aumento, sono le caratteristiche intrinseche di un gruppo che sa portare a casa anche quelle partite cosiddette ‘sporche’.
2 – Squadra che accetta l’uno contro uno in ogni zona del campo, ma che è diventata più accorta ed all’occorrenza pratica, occupando bene tutti gli spazi del terreno di gioco, sia sulle transizioni positive, che negative, in un percorso di maturazione continuo.
3 – Infatti il terzo punto cardinale è rappresentato dalla continuità di prestazioni: la squadra, in 18 gare (nove nei play out della scorsa stagione ed altrettante nel campionato corso), ha perso soltanto in due occasioni.
4- Tanti singoli che spiccano (per brevità ne evidenziamo solo uno: Alessandro Damonte, un giocatore ‘ovunque’ <esterno offensivo, centrocampista centrale, ‘braccetto’ difensivo>, un elemento irrinunciabile per qualsiasi allenatore), ma soprattutto va sottolineato che chi entra, è spesso decisivo, pronto mentalmente e fisicamente, a spaccare la partita. Ultimo esempio: Matteo Biancato, che è riuscito a farlo, partendo esternamente, per poi accentrarsi e andare a creare superiorità numerica, presentandosi in pochi minuti un paio di volte al tiro (una rete ed una palo).
Insomma, parafrasando Pasolini, quello che sta facendo Corradi, non è una raccolta di poesie (e a dire il vero, potrebbe anche farlo), ma una raccolta di ‘talenti in erba’… e pazienza se quella del Gambino è sintetica… Quale altro stadio, in Liguria, è in grado di offrire – a chi si siede in tribuna – un panorama simile?