Amarcord sampdoria

“Album dei ricordi blucerchiati”: Jonathan Rossini, lo svizzero

Campione d'Italia con la primavera della Sampdoria, 51 partite in prima squadra, 59 con le giovanili svizzere ed una con la Nazionale elvetica

Rossini

Genova. Il flashback che mi sovviene alla mente, pensando alla figurina di Jonathan Rossini, da inserire nel nostro “Album dei ricordi blucerchiati”, risale alla  finale del campionato Primavera 2006/07, quando la Sampdoria di mister Alberto Bollini, venne sconfitta nella finale scudetto dall’Inter, grazie ad un rigore – quanto meno dubbio – ‘guadagnatosi’ al 90° da Mario Balotelli, abile a indurre a fischiare l’arbitro, per un veniale contatto in area… Ecco, l’espressione mimica della faccia stupita ed esterrefatta di Rossini (mentre il direttore di gara indicava il fischietto), ci è rimasta impressa per un anno… e più avanti spiegheremo il perché.

In quell’Inter, oltre a Balotelli, giocavano  anche Leonardo Bonucci e Jonathan  Biabiany, mentre la Samp, schierava questo 4-4-2: Fiorillo; Ciancio, Donato (dal 77° Bianco), Rossini, Enow (dal 46° Soddimo); Koman, Castellazzi, Cucciniello, Da Mota; Gabriel Ferrari, Romeo. A disposizione: Di Gennaro, Azor, Compagnone, Pondaco e Marilungo. 

Dovrà passare un anno, prima che gran parte di questi ragazzi possa prendersi la rivincita, andando ad aggiudicarsi  lo scudetto Primavera, sempre contro la stessa Inter di Balotelli (con lui questa volta Vid Belec, Davide Santon, Joel Obi e Luca Siligardi), con un pirotecnico 3-2, ottenuto da questo gruppo, schierato, anche da Fulvio Pea, col 4-4-2:

Fiorillo; Lanzoni, Rossini, Sembroni, Bianco; Eramo, Signori, Poli, Koman (dal 69° Mustacchio);  Marilungo, Scappini (dall’88° Nicola Ferrari). A disposizione: Negretti, Pondaco, Calzolaio, Cucciniello, Gabriel Ferrari).

Ricordo perfettamente quella partita e la partenza veemente dei ragazzi di Pea, intenzionati, questa volta, ad alzare loro la Coppa, nonostante il vantaggio iniziale dei nerazzurri, ad opera di Daniele Pedrelli, pronto al ‘tap in’, dopo una miracolosa parata del Falco di Oregina, Vincenzo Fiorillo.     Ed infatti il pari di Andrea Poli, con cui si chiuse il primo tempo, arrivò dopo soli tre minuti.

Determinati più che mai, al quarto d’ora della ripresa, il centravanti boa, Stefano Scappini, si trasformò in assist man, aggiustando la palla del 2-1, firmato dall’ucraino/ungherese Vladimir Koman, messo solo  davanti alla porta sguarnita.

Ed ecco anche qui, l’arbitro decretare un penalty generoso (niente VA.R. purtroppo), per un braccio di Rossini (baluardo della difesa) su cross di Santon ed ancora Balotelli concedere il bis (rispetto ad anno prima), realizzando il rigore del 2-2.

E’ stata di Pea la mossa vincente, con un Mattia Mustacchio mandato in campo ad una ventina di minuti dalla fine e capace di beffare Belec, con un tiro dalla distanza, difeso poi con barricate degne di Fort Apache da Rossini, Fiorillo & Co.

Finì in delirio… la faccia di Jonathan Rossini, tornò ad essere dipinta da uno smagliante sorriso, come quello che vedremo in diretta questa sera, nella trasmissione “Parliamo Mondiale”…

 

Della stessa serie “Album dei ricordi blucerchiati”

 Bruno Mora, l’ala perfetta

Trevor Francis, “the striker”

Ruud Gullit , “Cervo che esce di foresta”

Nacka Skoglund, il re del tunnel

Toninho Cerezo, samba scudetto

Graeme Souness, “Charlie Champagne”

Aleksei Mikhailichenko, la stella dell’Est

Sebastián Verón, “La Brujita”

Luisito Suárez, “El arquitecto” dei primi anni ’70

Tito Cucchiaroni, una leggenda nella storia della Samp

Ernst Ocwirk, il faro del Prater

Giancarlo Salvi, il “golden boy” di Dego

José Ricardo “China” da Silva, il goleador brasileiro

Srečko Katanec, la gazzella slovena

Jorge Toro, dalle Ande agli Appennini Liguri

Luca Vialli, il bomber

Eddie Firmani, il “tacchino freddo”

Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi

Sergio Brighenti, il capocannoniere

Roberto Vieri, la fantasia al potere

Mario Frustalupi, il piccolo grande regista

Gaudenzio Bernasconi, l’orsacchiotto

Fausto Pari, una vita da mediano

Giovanni Invernizzi, la classe operaia in paradiso

Walter Zenga, l’uomo ragno

Giovanni Lodetti, da “basleta” a “baciccia”

Attilio Lombardo, il “Popeye”

Walter Alfredo Novellino, il Monzon della panchina

Alessandro, il “conquistatore” Scanziani

Enrico Nicolini, il “Netzer di Quezzi””  

Loris Boni, il “baffo” col numero 8

Boškov e Veselinović, gli jugoslavi

Maryan Wisniewski , il francese arrivato da Lens

Giorgio Garbarini, il “generale Custer”

Marco Rossinelli, fuga per la vittoria

Pietro Vierchowod,  lo “Zar”

Francisco Ramón Lojacono, “el tanguero”

Domenico Arnuzzo, il geometra di fascia

Giovanni Guerrini, il “Robot Mazinga Z”

Marco Sanna, il guerriero ichnuso

Fabian Valtolina, il velocissimo “Beep Beep”

Fabrizio Casazza, il portiere da gradinata

Angelo Benedicto Sormani,  il “Pelé bianco”

Alessandro Grandoni, il Lippi del 2000

Roberto Galia, terzino o mediano?

Ivano Bordon, la “Pallottola”

Alberto Mariani, libero, non stopper

Alessandro Cucciari, ambidestro perfetto

Massimo Cacciatori, il “Batman” dei portieri

David Balleri, il pendolino

Fabio Quagliarella, l’Highlander

Giorgio Roselli, uomo derby

Mauro Bertarelli, primo goal in un derby

Vincenzo Iacopino, la ‘foglia morta’ all’incrocio

Carmine Esposito, un napoletano blucerchiato

Ugo e Mauro Rosin, padre e foglio con la stessa maglia

Dinastia Mantovani, Paolo, Francesca, Enrico, Filippo, Ludovica

Alviero Chiorri, il ‘Marziano’

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