Genova. Il flashback che mi sovviene alla mente, pensando alla figurina di Jonathan Rossini, da inserire nel nostro “Album dei ricordi blucerchiati”, risale alla finale del campionato Primavera 2006/07, quando la Sampdoria di mister Alberto Bollini, venne sconfitta nella finale scudetto dall’Inter, grazie ad un rigore – quanto meno dubbio – ‘guadagnatosi’ al 90° da Mario Balotelli, abile a indurre a fischiare l’arbitro, per un veniale contatto in area… Ecco, l’espressione mimica della faccia stupita ed esterrefatta di Rossini (mentre il direttore di gara indicava il fischietto), ci è rimasta impressa per un anno… e più avanti spiegheremo il perché.
In quell’Inter, oltre a Balotelli, giocavano anche Leonardo Bonucci e Jonathan Biabiany, mentre la Samp, schierava questo 4-4-2: Fiorillo; Ciancio, Donato (dal 77° Bianco), Rossini, Enow (dal 46° Soddimo); Koman, Castellazzi, Cucciniello, Da Mota; Gabriel Ferrari, Romeo. A disposizione: Di Gennaro, Azor, Compagnone, Pondaco e Marilungo.
Dovrà passare un anno, prima che gran parte di questi ragazzi possa prendersi la rivincita, andando ad aggiudicarsi lo scudetto Primavera, sempre contro la stessa Inter di Balotelli (con lui questa volta Vid Belec, Davide Santon, Joel Obi e Luca Siligardi), con un pirotecnico 3-2, ottenuto da questo gruppo, schierato, anche da Fulvio Pea, col 4-4-2:
Fiorillo; Lanzoni, Rossini, Sembroni, Bianco; Eramo, Signori, Poli, Koman (dal 69° Mustacchio); Marilungo, Scappini (dall’88° Nicola Ferrari). A disposizione: Negretti, Pondaco, Calzolaio, Cucciniello, Gabriel Ferrari).
Ricordo perfettamente quella partita e la partenza veemente dei ragazzi di Pea, intenzionati, questa volta, ad alzare loro la Coppa, nonostante il vantaggio iniziale dei nerazzurri, ad opera di Daniele Pedrelli, pronto al ‘tap in’, dopo una miracolosa parata del Falco di Oregina, Vincenzo Fiorillo. Ed infatti il pari di Andrea Poli, con cui si chiuse il primo tempo, arrivò dopo soli tre minuti.
Determinati più che mai, al quarto d’ora della ripresa, il centravanti boa, Stefano Scappini, si trasformò in assist man, aggiustando la palla del 2-1, firmato dall’ucraino/ungherese Vladimir Koman, messo solo davanti alla porta sguarnita.
Ed ecco anche qui, l’arbitro decretare un penalty generoso (niente VA.R. purtroppo), per un braccio di Rossini (baluardo della difesa) su cross di Santon ed ancora Balotelli concedere il bis (rispetto ad anno prima), realizzando il rigore del 2-2.
E’ stata di Pea la mossa vincente, con un Mattia Mustacchio mandato in campo ad una ventina di minuti dalla fine e capace di beffare Belec, con un tiro dalla distanza, difeso poi con barricate degne di Fort Apache da Rossini, Fiorillo & Co.
Finì in delirio… la faccia di Jonathan Rossini, tornò ad essere dipinta da uno smagliante sorriso, come quello che vedremo in diretta questa sera, nella trasmissione “Parliamo Mondiale”…
Della stessa serie “Album dei ricordi blucerchiati”
Bruno Mora, l’ala perfetta
Trevor Francis, “the striker”
Ruud Gullit , “Cervo che esce di foresta”
Nacka Skoglund, il re del tunnel
Toninho Cerezo, samba scudetto
Graeme Souness, “Charlie Champagne”
Aleksei Mikhailichenko, la stella dell’Est
Sebastián Verón, “La Brujita”
Luisito Suárez, “El arquitecto” dei primi anni ’70
Tito Cucchiaroni, una leggenda nella storia della Samp
Ernst Ocwirk, il faro del Prater
Giancarlo Salvi, il “golden boy” di Dego
José Ricardo “China” da Silva, il goleador brasileiro
Srečko Katanec, la gazzella slovena
Jorge Toro, dalle Ande agli Appennini Liguri
Luca Vialli, il bomber
Eddie Firmani, il “tacchino freddo”
Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi
Sergio Brighenti, il capocannoniere
Roberto Vieri, la fantasia al potere
Mario Frustalupi, il piccolo grande regista
Gaudenzio Bernasconi, l’orsacchiotto
Fausto Pari, una vita da mediano
Giovanni Invernizzi, la classe operaia in paradiso
Walter Zenga, l’uomo ragno
Giovanni Lodetti, da “basleta” a “baciccia”
Attilio Lombardo, il “Popeye”
Walter Alfredo Novellino, il Monzon della panchina
Alessandro, il “conquistatore” Scanziani
Enrico Nicolini, il “Netzer di Quezzi””
Loris Boni, il “baffo” col numero 8
Boškov e Veselinović, gli jugoslavi
Maryan Wisniewski , il francese arrivato da Lens
Giorgio Garbarini, il “generale Custer”
Marco Rossinelli, fuga per la vittoria
Pietro Vierchowod, lo “Zar”
Francisco Ramón Lojacono, “el tanguero”
Domenico Arnuzzo, il geometra di fascia
Giovanni Guerrini, il “Robot Mazinga Z”
Marco Sanna, il guerriero ichnuso
Fabian Valtolina, il velocissimo “Beep Beep”
Fabrizio Casazza, il portiere da gradinata
Angelo Benedicto Sormani, il “Pelé bianco”
Alessandro Grandoni, il Lippi del 2000
Roberto Galia, terzino o mediano?
Ivano Bordon, la “Pallottola”
Alberto Mariani, libero, non stopper
Alessandro Cucciari, ambidestro perfetto
Massimo Cacciatori, il “Batman” dei portieri
David Balleri, il pendolino
Fabio Quagliarella, l’Highlander
Giorgio Roselli, uomo derby
Mauro Bertarelli, primo goal in un derby
Vincenzo Iacopino, la ‘foglia morta’ all’incrocio
Carmine Esposito, un napoletano blucerchiato
Ugo e Mauro Rosin, padre e foglio con la stessa maglia
Dinastia Mantovani, Paolo, Francesca, Enrico, Filippo, Ludovica
Alviero Chiorri, il ‘Marziano’