Arenzano. Trent’anni e non sentirli. Con un pienone il teatro Il Sipario Strappato di Arenzano ha inaugurato sabato scoso la stagione del trentennale con uno spettacolo comico riuscitissimo: “The speech” di Alessandro Bianchi con la regia di Paolo Serra. Da trent’anni il Sipario rappresenta la più alta animazione culturale e di intrattenimento di Arenzano, svolgendo un ruolo anche di formazione con i corsi di teatro per i più piccoli. Dalle tavole del “piccolo” − un gioiellino in una ex chiesa sconsacrata calcato da attori e comici che poi sono diventati famosissimi a livello nazionale, tanto che si era diffusa la voce che il Sipario portasse fortuna − a un luogo totalmente da inventare: quello dell’Auditorium Muvita di via Marconi 165, trasformato a poco a poco in uno spazio accogliente con un mini-palco rialzato, le quinte e il camerino. Nel corso degli anni il pubblico ha risposto sempre numeroso alle proposte del Sipario, che da tre anni ha nella giovane Sara Damonte il suo direttore artistico, testimone raccolto dal fondatore Lazzaro Calcagno, sempre presente anche come regista. Le stagioni si sono susseguite con proposte sempre di qualità nonostante l’assenza di contributi pubblici nazionali.
La recensione
Trasformare uno sketch già proposto nei divertenti spettacoli dei Pirati dei caruggi in un ‘lungo’ da un’ora e un quarto circa non sempre è un esperimento felice, invece Bianchi e Serra hanno fatto un ottimo lavoro coinvolgendo il pubblico dall’inizio alla fine.
Lesc Dubrov, presidente della commissione lavoro ed etica dell’Unione Europea, durante il suo comizio perde inconsapevolmente il governo del suo pensiero e delle sue parole. Il traduttore prende il controllo del discorso costringendo il politico a leggere prese in giro che lo vessano in continuazione in un crescendo surreale di situazioni comiche, umilianti e deliranti.
Non pensate che sia solo un’ora e un quarto di lettura di questo testo. Il lavoro è molto più articolato ed è qui che emerge la bravura di Bianchi come attore e come mimo.
Un consiglio. Per assistere allo spettacolo non bisogna spegnere il cellulare ma silenziarlo: durante la messa in scena il pubblico sarà chiamato a fare la sua parte usando anche l’apparecchio tecnologico e nel finale tenetevi pronti a non essere timidi.
La stagione, il prossimo appuntamento
Sabato 8 ottobre alle 21 arriva Rocco Barbaro con Menefotto. Barbaro, brillante autore e interprete, racconta in tono ironico la sua esperienza di emigrante calabrese alle prese con la stressante realtà milanese, proponendo un cabaret acuto con risvolti satirici, decisamente coinvolgente. “Siamo molto felici di ospitare nuovamente Rocco Barbaro – dice Sara Damonte, direttore artistico del Sipario Strappato – è tra gli artisti che hanno contribuito alla crescita del teatro arenzanese, riaverlo qui è un tuffo nella nostra storia. Non si può costruire il futuro se non si sa da quali radici si parte, e Rocco è con noi fin dalle nostre prime stagioni”.
Il suo umorismo ricorda quello di altri attori dell’area milanese che hanno fatto scuola come Dario Fo, Giorgio Gaber o Paolo Rossi, comici della parola più che del gesto o della mimica, ricavando il proprio successo dall’interpretazione, in diversi stili, di ciò che avviene nella società.
Rocco Barbaro in chiave ironica e con un retrogusto amaro rappresenta il fenomeno dell’emigrazione dei meridionali verso il Nord Italia. Uno spettacolo in parte autobiografico. Rocco arriva a Milano dove a causa della sua somiglianza con Michele Placido è costretto a fare “l’attore famoso”, mettendo in luce i classici stereotipi a cui è inevitabilmente legata l’Italia settentrionale, con il filtro della sua ironia fredda e lucida. L’emigrato, nella sua ansia di integrazione, abbraccia ogni teorema, compreso quello per cui a Milano un giornale che esce al pomeriggio con le notizie del mattino si chiama “La Notte”.
Da qui si snodano una fitta serie di divertentissime parodie, dalla Milano miraggio e delusione, che apre all’Europa e chiude all’Alfa, al consumatore stressato dal 3×2 e dalla pubblicità, per giungere agli attori alle prese con il famoso metodo Stanislavskij. Proprio nelle appassionate dediche a Milano, miraggio e delusione a un tempo, Rocco Barbaro esprime al massimo le sue potenzialità comiche. “Mio padre mi diceva sempre tu vai alle medie, poi da lì chiedi”. Il calabrese Barbaro proporrà la sua comicità fulminante, capace di spiazzare il pubblico senza toni urlati, sfruttando solo la sua genialità spontanea.
Il biglietto costa 12 euro, ridotto 10 euro. Sono disponibili abbonamenti a 5, 10 e 20 spettacoli.Info e prenotazioni: 339 6539121