Genova. Dopo il sequestro di parte dell’impianto, arrivano i primi due indagati per l’incidente industriale che ha portato allo sversamento di idrocarburi nel letto del torrente Varenna, dopo una anomalia all’interno dei depositi Eni di Multedo.
La notizia arriva dalla Procura di Genova: secondo le prime indiscrezioni a finire sul registro degli indagati sarebbero il direttore dello stabilimento e un tecnico che nelle settimane prima dell’incidente avrebbe svolto alcuni lavori di manutenzione all’impianto. Durante questo intervento qualcosa potrebbe essere andato storto, creando le condizioni per un eventuale mal funzionamento delle valvole di sicurezza.
Nel frattempo Eni, attraverso un suo portavoce, fa sapere che sono ancora in corso le indagini interne per capire cosa non ha funzionato, mentre all’interno dell’alveo continua senza sosta la bonifica: ““In merito alla perdita di greggio avvenuta il 27 settembre scorso all’interno del Deposito Eni di Genova Pegli, Eni ribadisce che lo sversamento è stato prontamente interrotto attivando tutte le misure di sicurezza previste, tra cui il sezionamento, la messa fuori esercizio e lo svuotamento dei tratti di tubazione interessati. Inoltre precisa che tutti i serbatoi del deposito sono dotati di doppio fondo e non sono stati coinvolti nell’evento”.
Tra le ipotesi emerse durante il sopralluogo della Procura di Genova anche quella di una o più falle ancora ‘attive’ (alla data di mercoledì 5), come anche documentato dal reportage di Genova24. “Nell’alveo del fiume Varenna, il cui tratto è stato marginalmente interessato, è presente fin dall’accadimento e in costante attività, la ditta di pronto intervento ambientale incaricata da Eni che ha predisposto tutte le misure necessarie per bloccare l’eventuale migrazione della contaminazione. Tra queste, i sistemi di contenimento e raccolta del prodotto che viene costantemente aspirato mediante botti spurgo e smaltito come rifiuto, la costruzione di un argine artificiale per deviare il corso d’acqua e proteggere i sistemi di raccolta e messa in sicurezza, che nei prossimi giorni verrà ulteriormente rafforzato, e la realizzazione di 6 nuovi pozzi di emungimento che si aggiungono ai due già esistenti al fine di creare anche una barriera idraulica verso il corso d’acqua”.
“Le cause dell’incidente sono tuttora in fase di accertamento – conclude il portavoce dell’azienda – Eni auspica di poter ripristinare la piena operatività dell’impianto nel tempo più breve possibile, anche per garantire l’approvvigionamento ai depositi e alle infrastrutture collegate, tra le quali i principali aeroporti del nord Italia, a cui assicura il servizio pubblico essenziale”.