Genova. Niente ricorso al presidente Mattarella: si attenderanno i prossimi mesi per potersi appellare al Tar. Il comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile cambia strategia per fermare l’arrivo della metropolitana sopraelevata che il Comune vuole costruire per collegare Molassana a Brignole. Nel frattempo, però, è quasi pronta l’aggiudicazione del progetto definitivo che chiarirà una volta per tutte quale sarà il tracciato. Inoltre è in via di affidamento uno studio preliminare per l’ulteriore prolungamento fino a Prato, non ancora finanziato ma già nelle mire della giunta Bucci.
“La direzione emersa è attendere i primi atti concreti da studiare e impugnare davanti al Tar – spiega il direttivo del comitato -. Un effetto di tali azioni potrebbe essere una sospensiva del progetto. Ovviamente le questioni che si porrebbero nascono da valutazioni dell’opera come impattante, sovradimensionata, poco efficiente in termini di riduzione dell’inquinamento e facilitazione del movimento”. Il primo atto da contestare formalmente potrebbe essere dunque il progetto definitivo. “Un modello possibile – proseguono gli organizzatori – è quello con il quale molti cittadini hanno posto questioni sul progetto per il Nuovo Galliera, l’ospedale a Carignano”.
Progetto definitivo che verrà depositato tra circa sei mesi, visto che il bando di gara fissava in 60 giorni i termini per integrare il progetto di fattibilità tecnico-economica e ulteriori 120 giorni per la progettazione vera e propria. La scadenza per presentare le offerte era il 10 ottobre, perciò si prevede che l’aggiudicazione possa arrivare tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Da quel documento si capiranno una volta per tutte i dettagli dell’opera che divide i cittadini della vallata tra chi aspetta con ansia un sistema di trasporto veloce (che non disturberà il traffico privato) e chi invece teme il degrado urbanistico generato da una struttura così impattante.
Nel frattempo l’assessore alla Mobilità Matteo Campora ribadisce: “In nessun caso verranno tagliati gli alberi di corso Galliera”. Uno dei punti più contestati dai residenti è infatti l’ipotesi di tracciato lungo la sponda sinistra del Bisagno appena lasciato il sedime ferroviario di Brignole, scelta che impatterebbe sulla vivibilità e sul valore di immobili considerati ancora di pregio. Anzi, insiste Campora: “Il nostro obiettivo, e quindi l’input che daremo ai progettisti, sarà quello di mantenere il tracciato lontano da corso Galliera“.

Infatti, mentre dallo stadio in su viene contemplato solo il passaggio in sponda sinistra (proprio nell’ottica di creare meno disagio possibile alle zone più abitate), lo studio di fattibilità contempla due diverse opzioni per il tratto Brignole-Marassi (nell’immagine qui sopra): procedere lungo corso Galilei e corso Galliera oppure disegnare una doppia curva per proseguire lungo via Canevari e via Bobbio. Quest’ultima variante, tuttavia, avrebbe un maggiore impatto sull’alveo del Bisagno perché richiederebbe una piattaforma rialzata a Sant’Agata e ulteriori piloni nel greto del torrente per portarsi nuovamente in sponda sinistra una volta superato il Ferraris.
Gli oppositori però non si fidano e preparano la nuova strategia in funzione anti-Skymetro. Nelle prime riunioni l’idea proposta da Vincenzo Cenzuales dell’associazione MobìGe era quella di un ricorso al presidente della Repubblica, un iter più breve, che avrebbe portato la pratica direttamente al Consiglio di Stato, dato che i termini per appellarsi al decreto con cui il Mims stanziava i 398 milioni erano già scaduti. “Secondo gli avvocati che abbiamo consultato ci sarebbe stato un grave rischio di inammissibilità – spiega Cenzuales – e quindi abbiamo deciso di rinviare”. I fondi raccolti finora verranno quindi utilizzati per l’iniziativa legale futura.
“Questo percorso è un movimento, uno dei pochi a Genova – commenta Enrico Testino, esperto di percorsi di partecipazione -. Sono un centinaio di attivisti e centinaia sono gli interessati seri. In due mesi sono stati fatti almeno 25 banchetti, se non di più, tutti autorizzati, e 7 riunioni pubbliche da minimo 45 a un massimo di 220 persone. La raccolta firme con carta d’identità è arrivata a circa 1.500 finora, 5 negozi che sono punti di raccolta firme”.
Il fronte dei contrari alla metro sopraelevata denuncia inoltre il silenzio del Mims alla richiesta di accesso agli atti che fanno parte del decreto di finanziamento: “Tale diniego, oltre ad essere illegittimo, impedisce alla cittadinanza di conoscere le motivazioni con le quali un organo pubblico ha deciso di utilizzare soldi di tutti i contribuenti per un’opera tanto assurda per scarsa utilità e gravissimi e numerosissimi danni. Un comportamento che condanniamo e del quale vogliamo informare tutti”.