Genova. Il cda della Sampdoria va avanti compatto e lo ribadisce in un incontro informale con la stampa prima della partita di Coppa Italia contro l’Ascoli.
I quattro dirigenti hanno confermato la volontà di proseguire per la Sampdoria e a tutela di tutti i dipendenti. “Abbiamo parlato sia col trustee Vidal sia coi legali e ribadito l’intendimento di andare avanti con il presupposto di essere indipendenti”.
Hanno esposto in trasparenza la situazione che vede la Sampdoria in difficoltà a causa del fatto che il principale azionista non può immettere capitale e affermato che al momento non esiste altra trattativa se non quella con lo sceicco Al-Thani, che però alle 16:30 non aveva ancora fatto avere notizie sul presunto deposito della quota per dare il via alle operazioni di acquisto della Società.
Marco Lanna, Antonio Romei, Alberto Bosco e Gianni Panconi hanno spiegato le proprie motivazioni a tratti in modo accorato, facendo emergere la volontà di fare di tutto per garantire un tranquillo, per quanto possibile, proseguio del campionato.
Il cda avrà sua naturale scadenza il 30 aprile 2023, data della presentazione del bilancio 2022.
Come detto la situazione della Sampdoria è precipitata dopo la pandemia, non essendo stato possibile intervenire come previsto nel cosiddetto “player trading” ossia la compravendita dei giocatori, che rappresenta la principale fonte di introito della Società. Il cda ha dunque fatto ricorso al credito con Sace (controllata dal ministero dell’Economia) per esempio. Un debito a medio-lungo termine.
“Ci siamo presi grandi responsabilità − spiega Marco Lanna − abbiamo portato avanti la gestione con grande passione, dedizione e sacrificio da parte di tutti. Io l’ho fatto per nove mesi e Antonio Romei ha ripreso a farlo quando è rientrato, correndo grandi rischi, abbiamo navigato in acque molto pericolose. Questo l’hanno fatto tutti i dipendenti della Sampdoria. Si è lavorato per un unico obiettivo che è il bene del club. Non ci sono buoni e cattivi in questa storia, ma persone che hanno messo a disposizione tutto quello che avevano da dedicare alla causa Sampdoria”.
La situazione economico-finanziaria non è rosea, appunto, così come non lo era a gennaio. “Le cose non andavano meglio di ora − chiarisce Lanna − siamo stati in piedi e lo siamo anche ora”.
L’indipendenza delle scelte è il leit-motiv della conferenza: “Abbiamo fatto delle scelte in totale autonomia, tra cui quella di Stankovic. Siamo convinti che ci porterà fuori dalla situazione di classifica attuale. È doveroso ringraziare i tifosi che ci continuano a seguire numerosi”.
Lanna ha ribadito che le dimissioni saranno un’opzione solo in caso ci fossero limiti alla loro autonomia decisionale.
Il cda, in ogni caso, non può né rifiutare né accettare le cessioni perché è tutto in mano a Vidal e Banca Lazard. “Siamo totalmente spettatori di questa situazione” ha ribadito Lanna.
E sull’episodio di lunedì, con l’arrivo di Ferrero allo stadio, è stato chiarito che l’ex presidente non aveva il biglietto e che sono in corso indagini per chiarire il tutto.
“Il bene primario è solo uno. La Sampdoria”. Antonio Romei ribadisce che tutti non vedono l’ora che arrivi un compratore e si è tolto qualche sassolino dalle scarpe su chi lo critica perché ha affiancato Ferrero nell’operazione di acquisto della Sampdoria. “Non accetto illazioni e sospetti sulla mia onestà intellettuale. Fare distinzioni tra buoni e cattivi non serve a niente, crea tensioni alla città. Ho sempre operato nell’interesse esclusivo della Sampdoria. Sono tornato perché c’era bisogno di dare una mano. Io rispondo solo a me stesso”.
Il cda è stato nominato dal Trust e a esso risponde. Beneficiario del Trust è la famiglia Ferrero e lo scopo del Trust è arrivare alla vendita della Società. Su questo non ci piove, hanno assicurato i membri del cda. “Io sono rimasto al mio posto perché devo tutelare la Sampdoria − si sfoga Romei − e penso di saper far bene il mio lavoro. Prendiamo atto che la situazione è questa e cerchiamo di lavorare serenamente e non è vero che non abbiamo pagato gli stipendi”.
Bosco ribadisce il senso di responsabilità e di unità che caratterizza l’operato del cda: “Sono l’unico che ero in Sampdoria all’arresto di Ferrero. Ero un dipendente e potevo tranquillamente restare tale. Sono diventato consigliere non certo per scelta economica, ma per responsabilità verso la città e la squadra. Ero l’unico che era dentro e sapevo la situazione. Ho preso le cariche, le deleghe e iniziato a chiamare le persone di cui mi fidavo. Non conoscevo Marco Lanna, ci siamo visti prima e Marco mi ha chiesto se arrivavamo a fine campionato. Ci abbiamo messo la faccia e dunque non permetto che niente e nessuno mini l’unità della Sampdoria”.
Panconi ha elogiato la lealtà dei suoi compagni di viaggio e in merito allo sfogo in sala stampa di lunedì scorso confessa che era soprattutto per difendere il cda stesso: “Ho accettato di diventare consigliere genuinamente perché tengo alla Sampdoria, in tutti gli anni della mia carriera non mi sono mai ritenuto adatto a diventare socio di una multinazionale, ma quando un gruppo di persone getta il cuore oltre l’ostacolo si ottengono risultati fuori dal comune. Papà mi portava a vedere la Sampdoria e io ora intendo restituire ciò che ho imparato. Noi abbiamo 250 dipendenti e vari contratti di fornitura con indiretti e il nostro principale dovere è di tutelare queste persone”.
La situazione finanziaria è al momento con un piano di cassa a 12 mesi che consente di sostenere l’azienda fino alla fine della stagione. “È evidente − dice Panconi − che le azioni di un cda che non ha supporto esterno del socio, dipendono dalla capacità individuale e dai rapporti con l’esterno e quindi con il mercato. Posto che ci auguriamo che i danari necessari, i famosi 40 milioni arrivino, in caso contrario ci adopereremo fino alla fine per tutelare l’Uc Sampdoria, e per questo devo ringraziare i signori accanto a me. Marco Lanna, erroneamente definito come ex giocatore, è un signore che a fine dell’anno scorso non sapeva i conti, era meno avvezzo alle complessità tecniche, ma è sempre stato di supporto con suggerimenti, per i professionisti presentati, lo ha fatto senza rete e aspettative”.
E sul seguito a quella lettera aperta di vari imprenditori e professionisti genovesi disposti a dare una mano, il cda fa capire che non c’è stato alcun passo avanti.