Genova. In casa Sampdoria sono i giorni della rabbia, dell’impotenza sotto un certo punto di vista, ma anche determinanti per il futuro della Società. Il blitz inatteso di Massimo Ferrero, entrato allo stadio di propria iniziativa, ha sparigliato le carte e alimentato la frustrazione di un cda che ha rinunciato alle dimissioni ad agosto per un enorme senso di responsabilità.
Ieri il comunicato ufficiale in cui la Società ha comunica sostanzialmente che nessuno sapeva dell’arrivo di Ferrero e le reazioni da parte dei consiglieri presenti allo stadio lo dimostrano: distanza fisica immediata tra l’attuale presidente Marco Lanna e l’ex presidente, uno sfogo emotivo duro e accorato off the record da parte di chi ha fatto di tutto per iscrivere la Sampdoria a questo campionato.
L’affronto è stato, naturalmente, anche nei confronti dei tifosi, che rischiano di perdere quell’unità che da sempre li ha caratterizzati sull’altare di uno stillicidio corroborato dagli scarsi risultati sul campo: c’è chi accusa l’attuale cda di non giocare pulito, chi crede e chi no all’imminente arrivo dei soldi dell’unico acquirente rimasto, a quanto pare, lo sceicco Al-Thani di cui si attendono ormai da settimane i famosi 40 milioni sul conto escrow, che è un metodo per far entrare in gioco nella transazione commerciale un soggetto terzo e indipendente (solitamente una banca) a garanzia dell’operazione. Di solito questa operazione si fa quando non ci si fida troppo di una delle due parti in gioco a livello finanziario e di solito il conto escrow è diretta estensione di un accordo già avvenuto tra le parti.
In un’epoca in cui i fondi di investimento stanno rastrellando le proprietà delle società calcistiche, sembra effettivamente strano che la Sampdoria sia rimasta in un limbo con rinvii costanti sulla vendita delle società anche se non è mancato l’interesse. Dopo l’intervento sul bilancio dei consiglieri Alberto Bosco (nella Sampdoria già da diversi anni) e Gianni Panconi (esperto di investimenti e con molti contatti bancari), non certo gli ultimi arrivati a livello di esperienza in campo contabile e finanziaria (entrambi provenienti dalle due società di consulenza più note a livello mondiale: Deloitte e EY) la Sampdoria era stata “messa in sicurezza”.
Il problema, a quanto pare, sta proprio nel Trust Rosan che sta letteralmente ingabbiando la Sampdoria, legata perciò anche ai concordati delle Società decotte della galassia Ferrero inserite nel Trust. Tutto ciò dimostra comunque che la proprietà effettiva sia ancora dell’imprenditore romano.
Il cda, nel frattempo, sta valutando se sussistono le condizioni per andare avanti e, nel caso ci fossero dei passi indietro, il rischio è che tutto l’impianto messo in piedi per traghettare la Sampdoria verso un nuovo proprietario crolli come un castello di carte. Si saprà tutto domani, probabilmente.