Il processo

Ponte Morandi, il 26 ottobre la decisione sulle prove che gli imputati chiedono di escludere

In quasi 8 ore di repliche complessiva i procuratori Massimo Terrile e Walter Cotugno hanno smontato tassello per tassello le eccezioni sollevate dalle difese

A tre mesi dal crollo del ponte Morandi il ricordo delle vittime

Genova. Ieri il sostituto procuratore Walter Cotogno ha fatto anche una prova ‘pratica’ per smontare sul campo una delle eccezioni sollevate dai difensori di alcuni degli imputati nel processo per il crollo del ponte Morandi: quella della violazione dei diritto di difesa per l’impossibilità di consultare il 49 terabytes di atti senza il costoso software comprato dalla procura negli Usa.

Il pm ha dimostrato in aula in pochi minuti come, attraverso un software gratuito, la ricerca e la visualizzazione dei file è possibile. Lui e il collega Terrile poi, nelle due udienze di repliche, hanno chiarito più volte tuttavia, che un conto è violare il diritto alla difesa non consentendo un accesso agli atti per esempio, un conto lamentare come non vi sia ‘parità’ tra accusa e difesa perché effettivamente non c’è e il codice non la prevede, basti pensare che la Procura nelle indagini può farsi supportare dalle forze dell’ordine.

Gli altri dieci punti in cui sono state suddivise le eccezioni sono stati analizzati tra ieri e oggi dal pm Terrile che stamani ha depositato anche una memoria. La parola ora spetta al tribunale che ha preso tempo fino al 26 ottobre per decidere con un’ordinanza che si preannuncia molto corposa su tutte le questioni di nullità, inutilizzabilità e incostituzionalità sollevate a partire dalle cosiddette ‘prove regine’, vale a dire il primo incidente probatorio sullo stato di corrosione del ponte Morandi al momento del crollo e soprattutto il secondo, quello sulle cause del crollo.

Dopo di che, con una pausa di una settimana dovuta al ponte dei morti, il processo riprendererà il 7 novembre con l’avvio della discussione sulle prove: comincerà la procura illustrando i testi e i documenti che intende portare a processo, poi sarà la volta delle parti civili e infine delle difese. Anche in questo caso al collegio presieduto da Paolo Lepri spetterà decidere, eventualmente sfoltendo le liste testi giudicate ridondanti. Terminata questa fase comincerà, prima di Natale l’esame dei testi dei pm e il processo entrerà nel vivo a tutti gli effetti.

I testimoni, seppur senza un calcolo preciso che la Procura si riserva di fare nei prossimi giorni, tra accusa, difese e parti civili potrebbero essere in totale tra 600 e un migliaio. Il processo sarà quindi indubbiamente lungo, nonostante il calendario di tre udienze alla settimana.

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