Genova. Assunzioni sì, ma non troppe. È questo, in estrema sintesi, il contenuto della circolare che Alisa ha inviato negli scorsi giorni alle Asl e alle aziende ospedaliere dopo l’approvazione delle graduatorie relative ai maxi concorsi per infermieri e operatori socio-sanitari. Un “contagocce” che viene imposto per una ragione molto chiara: evitare che le Rsa e le altre strutture socio-sanitarie private rimangano da un giorno all’altro senza personale sufficiente a garantire i servizi, rischio evidenziato dalle stesse associazioni datoriali.
“Si raccomanda alle aziende, enti e istituti del servizio sanitario regionale di procedere alle chiamate per l’assunzione del personale infermieristico e degli operatori socio-sanitari esclusivamente compreso nel contingente dei vincitori assegnati a ciascun ente – si legge nel testo della comunicazione firmata dal direttore generale del dipartimento regionale Salute e servizi sociali Francesco Quaglia e dal direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi -. Le assunzioni successive saranno effettuate attraverso una pianificazione che tenga conto dell’esigenza di non compromettere la tenuta del sistema dei servizi residenziali e semiresidenziali socio-sanitari”.
In altre parole, via libera alle assunzioni, ma – per il momento – solo nelle quote assegnate dai bandi. Ossia, per i 700 infermieri, 305 nell’area metropolitana di Genova, 195 per Savona e Imperia, 200 per il Levante. Per i 274 Oss, 188 nell’area di Genova, 19 in Asl 1, 52 in Asl 2, 15 in Asl 4. Un parziale cambio di rotta rispetto a quanto annunciato a febbraio dal direttore del personale di Alisa, Daniele Zappavigna, che a Genova24 spiegava: “Si immagina che i fabbisogni delle aziende siano superiori, quindi si prevede almeno il doppio di assunzioni nel giro di due anni“.
All’attacco i sindacati. “Sconcertante” la circolare secondo la Fials: “È noto che nelle graduatorie concorsuali sono presenti centinaia e centinaia di lavoratori disponibili e in attesa di essere assunti. Mentre altre centinaia vedranno scadere il loro contratto a termine di qui a fine anno con poche o nessuna speranza di rinnovo. Basta continuare le chiamate e anche le imprese private non avranno problemi. Al massimo occorre coordinare i tempi di dimissione. Se poi Rsa e ‘cooperative’ trattassero meglio i lavoratori e li pagassero con lo stesso contratto previsto per la sanità pubblica nessuno o pochissimi avrebbero motivo di andarsene. Quello che è certo che non si possono bloccare le assunzioni nel settore pubblico dove i vuoti di organico sono sotto gli occhi di tutti. La Regione non si permetta di bloccare le assunzioni e garantisca i rinnovi dei contratti a termine in tutti i casi di ritardi nelle assunzioni oltre il 31 dicembre 2022″.
“Un incomprensibile cambio di direzione nella gestione della crisi della sanità ligure – commentano in una nota il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Liguria Gabriel Bertocchi e Andrea Manfredi, componente della segreteria regionale della Cisl Fp Liguria – Come da tempo sottolineiamo, l’incremento di personale infermieristico ed Oss che arriverà dal completamento delle procedure concorsuali non sembra poter soddisfare a pieno l’effettivo fabbisogno che la sanità della nostra regione presenta, per garantire servizi di livello. Il personale sanitario, stremato da oltre due anni di Covid, falcidiato da sospensioni e pensionamenti, e deluso dalle aspettative disattese, ha oggi più che mai bisogno di essere rinfoltito nel numero e negli entusiasmi. La giustificazione di questa direttiva starebbe nella necessità di garantire la tenuta del sistema nell’ambito del privato, che sembra essere messo a rischio dalla fuga dei dipendenti vincitori di concorso verso la sanità pubblica. Sarebbe necessario prendere atto del fatto che il lavoro nelle realtà del sistema privatistico è, per la maggior parte dei casi, di qualità assolutamente non soddisfacente dal punto di vista del lavoratore, che si trova mal retribuito a penare per rinnovi contrattuali che mancano ormai da tempo immemore. Trattati spesso come figli di un dio minore, dipendenti sfruttati, si sentono abbandonati dalle istituzioni alla mercé di associazioni datoriali che focalizzano il loro interesse economico sul mero abbassamento del costo del lavoro. A nostro avviso quindi, la tenuta della sanità privata regionale, dovrebbe passare attraverso il rinnovo di contratti degni di questo nome, e non da improbabili strategie che finirebbero soltanto per mettere ulteriormente in crisi la sanità pubblica, e continuerebbero a mantenere quella privata in condizioni lavorative non dignitose”.
“Si precisa che non è stato deciso alcun blocco delle assunzioni relativo ai concorsi di infermieri e Oss in Liguria – replica Alisa in un comunicato -. La nota inviata alle aziende del sistema sanitario regionale rappresenta semplicemente una chiara indicazione delle procedure da seguire, partendo naturalmente dall’assunzione, nei tempi più celeri possibile, dei vincitori dei concorsi (700 infermieri e 274 Oss). Al termine di questa fase saranno individuate le modalità per procedere all’assunzione di altro personale, scorrendo la graduatoria oltre i numeri stabiliti dal concorso, secondo un percorso che sarà definito in base alle esigenze delle aziende”.
Tra l’altro pochi giorni fa il presidente ligure Giovanni Toti ha annunciato che la Regione autorizzerà per i vincitori del concorso il distacco su base esclusivamente volontaria e in modo temporaneo presso le strutture di provenienza, in modo da andare incontro alle difficoltà manifestate dagli enti gestori a causa della carenza di personale. In pratica si tratta di un “prestito oneroso“: chi si è posizionato meglio in graduatoria potrà essere assunto a tempo indeterminato e percepire lo stipendio erogato dalle aziende sanitarie pubbliche, restando però in servizio presso le strutture private, le quali dovranno poi rimborsare Asl e ospedali.
“Non possiamo far altro che dichiarare l’assoluta contrarietà della Cisl Fp Liguria – commenta ancora il sindacato a proposito di questa misura – per tutta una serie di motivi, alla testa dei quali mettiamo l‘incompatibilità formale della convivenza lavorativa di dipendenti con contratto pubblico di imminente prossima firma con quella di lavoratori che più volte sono scesi in piazza per un rinnovo che non si concretizza proprio a causa delle associazioni datoriali stesse. Danno e beffa dello stesso turno lavorativo, In conclusione, confidiamo che questa infelice missiva non trovi riscontro alcuno nello sviluppo delle vicende legate ad assunzioni e rinnovi contrattuali, nella speranza che la politica sanitaria regionale, possa in futuro fondarsi su soluzioni maggiormente condivisibili”.