La testimonianza

Omicidio Alice Scagni, il marito: “Quel giorno litigammo perché temevo fossimo in pericolo, ma lei non pensava che il fratello potesse ucciderla”

Gianluca Calzona racconta agli investigatori le ossessioni di Alberto nei loro confronti ma anche il difficile rapporto di Alice con la madre

Alice e Alberto Scagni

Genova. “La mattina della morte di Alice ho avuto una discussione con lei perché quando mi ha raccontato che Alberto aveva cercato di incendiare la porta della nonna ho pensato che anche noi potevamo essere in pericolo, tanto che stavo per comprare un estintore su Amazon”. E’ il racconto fatto alla squadra mobile di Genova da Gianluca Calzona, marito di Alice Scagni, la donna di 35 anni uccisa dal fratello Alberto il 1 maggio di quest’anno sotto la loro abitazione in via Fabrizi a Quinto con 20 coltellate.

Il rapporto tra Calzona e Alberto Scagni era sempre stato pessimo, come ha raccontato lo stesso omicida nel colloqui per la perizia psichiatrica. Alberto odiava Calzona e il fatto che lui ed Alice avessero messo su una una famiglia mentre lui non aveva nulla, se non una casa messa a disposizione gratis dalla nonna che non lo sopportava, e non aveva mai voluto vedere il figlio di Alice nonostante fosse lo zio. “Durante la gravidanza aveva detto ad Alice di abortire” dice Calzona che, in questa terribile vicenda sembra essere di fatto l’unico della famiglia ad aver capito per tempo che Alberto poteva diventare molto pericoloso mentre “Alice non percepiva Alberto come una persona pericolosa”.

Calzona nelle dichiarazioni rese il 7 giugno, a oltre un mese dall’omicidio della moglie, descrive anche in dettaglio il rapporto di Alice con il resto della famiglia: una giovane donna “sempre in soggezione soprattutto nei confronti della madre verso la quale voleva sempre dimostrarsi all’altezza”, che della quale “non voleva deludere le aspettative”. Madre che, insieme al padre ma secondo Calzona quest’ultimo in misura minore faceva “continue pressioni dei genitori ad aiutare Alberto e la nonna”. Calzona racconta che nel 2016, temendo già lui gli atteggiamenti di Alberto aveva convinto Alice a lasciare l’appartamento di Sampierdarena dove convivevano e che si trovava nello stesso palazzo del fratello e della nonna per andare in un altro quartiere ma “la decisione non è stata accolta di buon grado dalla madre che per 9 mesi circa non ha più parlato con Alice perché riteneva l’allontanamento della figlia un sottrarsi alle sue responsabilità nei confronti del fratello e della nonna”.

Parlando di Alberto, Calzona ricorda come fosse ossessionato dall’”essere spiato” ed era convinto “che fossimo noi famigliari per escluderlo dall’eredità”. Durante le vacanze di Natale del 2021 le ossessioni di Alberto sarebbero cresciute: insisteva per vedere il cognato e parlargli in privato ma Calzona si era sempre rifiutato perché temeva per la propria sicurezza e quella della sua famiglia tanto che aveva deciso di finire le vacanze natalizie ad Artesina dove aveva una casa di cui Alberto non sapeva nulla. “Alice invece voleva tornare a Genova perché pensava di poter aiutare il fratello” dice ancora agli investigatori tornando a quel periodo ma anche lei “si stava rendendo conto che la situazione stava degenerando tanto che pochi giorni prima aveva litigato con la madre perché le aveva detto che temeva che Alberto potesse andare a cercarla in ufficio per ucciderla. La madre era rimasta molto contrariata da questa franchezza tanto che avevano litigato”.

Calzona parla anche delle richieste di denaro fatte da Alberto alla sorella negli ultimi mesi e di come diventasse ossessivo se la sorella prendeva tempo e non glielo mandava: “Chiamava decine di volte e mandava messaggi assurdi”. Poi racconta che come più di una volta, Alberto aveva chiesto ad Alice: “Ma se un padre ha due figli e uno muore, l’eredita la prende il coniuge dell’altro?” Le gli rispondeva “Cosa stai dicendo” e lui la buttava sullo scherzo “Non penserai mica che voglia ucciderti”.

Ma a proposito di quanto accaduto la sera del primo maggio è sicuro: “Sono convinto che se avesse avuto concretamente il timore di essere uccisa quella sera non sarebbe uscita”.

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