Genova. “Siamo la città italiana dove i numeri dei minori stranieri non accompagnati da gestire sono più alti, numeri che negli ultimi due anni sono praticamente triplicati”. A dirlo è stato, a margine del consiglio comunale di oggi, l’assessore al Sociale del Comune di Genova Lorenza Rosso. Anche se da qualche settimana non si sono verificati gli eclatanti casi di cronaca come quelli che in estate avevano riguardato il centro all’ex ostello del Righi e l’ex Massoero, la tematica resta calda per la pubblica amministrazione e per le altre istituzioni coinvolte, dalle forze dell’ordine, alla Asl, alle cooperative.
Se nel 2020 le presenze – in gergo tecnico “emersioni” – dei minori stranieri non accompagnati a Genova erano state 188 (dato comunque limitato dal Covid) nel 2022, fino a fine settembre, sono state 650, di cui 430 minori ancora presenti in strutture cittadine.
Due settimane fa la giunta comunale genovese ha approvato una delibera che ridefinisce i criteri per affidare a soggetti del terzo settore le strutture socioeducative destinate all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. “Con un nuovo regolamento vogliamo fare in modo che anche le strutture comunali debbano sottostare agli stessi standard delle strutture Sai, in modo che vi sia un accreditamento con garanzie di qualità omogenei tra le diverse strutture”, ha spiegato l’assessore.
Che ribadisce come la questione dovrebbe, però, essere affrontata a monte e con un gioco di squadra tra diverse realtà. “Adesso che c’è un governo in carica chiederemo un incontro al ministro dell’Interno, che essendo stato un prefetto capirà sicuramente i termini della questione, e a quello della giustizia”, continua Rosso.
Il Comune ha in mente un diverso tipo di modello di gestione che dovrebbe prevedere dei centri di primissima accoglienza di tipo sociosanitario (quindi di competenza regionale) magari a livello regionale o addirittura sovraregionale, con personale h24 in grado di capire se i minori siano effettivamente minori, se abbiano o meno problemi di tipo psicologico o psichiatrico, se abbiano problemi di dipendenze da sostanze stupefacenti o farmaci o precedenti penali. “Questo per indirizzarli poi nelle strutture più adatte e non inficiare i percorsi di integrazione degli altri ragazzi”, continua Rosso.
“Oggi – racconta l’assessore – quando un minore non accompagnato arriva sul territorio cittadino è il Comune che deve rispondere, a qualsiasi ora del giorno e della notte, con un sistema di pronto intervento sociale che però è continuamente sotto stress e senza le risorse adeguate per sostenere questa incombenza”.
Le richieste e proposte al governo saranno portate dal Comune di Genova insieme ad Anci Nazionale.