Genova. “Quello che sta accadendo in questi giorni ha i tratti dell’eccezionalità ma c’è una quotidianità che da decenni le donne iraniane sono costrette a sopportare”. Così Soran Najafi, portavoce degli studenti iraniani a Genova, uno degli esponenti invitati oggi nell’aula rossa di palazzo Tursi per la commissione consiliare dedicata ad approfondire le battaglie del popolo iraniano contro il regime autoritario.
Nei giorni scorsi a Genova due manifestazioni, una in piazza De Ferrari e una in via San Lorenzo, per sensibilizzare la popolazione sulle proteste e sulla storia di Mahsa Amini, la ragazza morta in carcere per circostanze non appurate dopo l’arresto perché aveva una ciocca di capelli fuori posto. A quelle manifestazioni in città hanno partecipato diverse esponenti politiche di schieramenti anche opposti. Ed è così che ad Arianna Viscogliosi (Vince Genova) e Francesca Ghio (Sinistra Verdi) è venuta l’idea di chiedere una commissione sul tema.
“Quando mi è arrivato l’invito a partecipare a questa commissione ho letto sulla mail ‘gentile dottoressa’ Najafi. Non sono laureato in medicina, né tantomeno una ‘essa’ ma sarei orgolioso di essere oggi una dottoressa iraniana. Donna, vita, libertà, queste parole che avete ascoltato ripetute in piazza in questi giorni riassumono e sottolineano perfettamente le difficoltà e le battaglie del popolo iraniano”, ha raccontato Najafi.
Alla commissione anche altri rappresentanti della comunità iraniana genovese, ricercatori e ricercatrici universitari, associazioni – come Amnesty International – ed esperti di geopolitica. Testimonianze dirette, video proiettati nell’aula e focus sulla situazione con una richiesta arrivata da tutti i partecipanti: “Aiutateci a fare sentire la voce di chi sta manifestando in Iran e che sempre più difficilmente potrà farlo”.
Francesca Bisiani, di Amnesty international Genova ha parlato della “morte documentata dai dati dell’associazione di almeno 83 persone tra cui donne e bambini, e dell’aggressione anche di passanti che non avevano preso parte alle manifestazioni, con un uso sproporzionato della forza e tortura da parte della polizia”. In questi giorni anche la vicenda dell’arresto di Alessia Piperno, travel blogger romana, fermata perché guidava una moto. In Iran le donne non possono farlo.
Durante la commissione sono state lanciate alcune idee. La proiezione di film sul tema con una serata a ingresso gratuito al cinema Nickelodeon, ma anche la possibilità di modificare la targa dedicata alle “Donne di Teheran” all’interno della Fiumara con la dicitura “Donna, vita, libertà”. Oltre a questa proposta, avanzata da Donatella Alfonso, Pd, anche quella di Alessio Bevilacqua, Lega, che ha suggerito di creare all’interno della rotonda un monumento vero e proprio dedicato a Mahsa Amini.