Genova. E’ Genova la provincia dove sono aumentati di più gli infortuni sul lavoro nei primi otto mesi di quest’anno: le denunce sotto la Lanterna sono state 11.444, +79% sull’anno scorso.
Anche nel capoluogo regionale confermando una tendenza in atto ormai dall’inizio del 2022, i settori della sanità-assistenza sociale e pubblica amministrazione-difesa sono i settori in cui il numero delle denunce è particolarmente elevato (rispettivamente 829 e 2.351) ma, soprattutto, ove l’aumento in percentuale rispetto all’anno precedente è a tre cifre: (+249 e +256%). In forte aumento anche quei settori produttivi nei quali l’attività e/o l’intensità lavorativa è stata molto maggiore rispetto all’anno scorso e cioè commercio +129% (1.094 denunce), alloggio e ristorazione +75% (295 denunce), trasporti e logistica +42% (656 denunce). Quattro nei primi 8 mesi dell’anno gli infortuni con esito mortale in provincia di Genova.
I dati sono emersi nel corso dell’assemblea dei delegati Cgil, Cisl e Uil che si è tenuta al Bi.Bi service in vista della manifestazione nazionale dei sindacati sulla sicurezza sul lavoro che si terrà sabato 22 ottobre a Roma. Meno marcato – sempre a livello genovese – l’aumento delle denunce nei due comparti dell’industria: attività manifatturiere (+28% e 537 denunce) e costruzioni (+14% e 552 denunce).
A pesare sono certamente le denunce per Covid: se a livello ligure l’incremento è del 67,2% rispetto al corrispondente periodo del 2021 con un totale di 20.102 denunce, con un piccolo nei primi tre mesi. Al netto delle denunce per Covid il numero totale degli infortuni sul lavoro in Liguria per cause “tradizionali” (13.155) è comunque superiore al totale del gennaio agosto 2021 dell’9,4%.
“Il numero degli infortuni sul lavoro sia a livello nazionale sia in regione registra aumenti impressionanti di oltre il 60% – sottolinea il segretario della Camera del lavoro Igor Magni – Quello della sicurezza è un tema che deve essere messo al centro del tavolo con le aziende, che considerano la tutela dei dipendenti come un costo e che praticano concorrenza sleale con quelle aziende che al contrario rispettano i protocolli imposti”. Per il segretario nazionale della Cisl Angelo Colombini “purtroppo in questo Paese ogni giorno muoiono 3 persone sui luoghi di lavoro mentre malattie professionali e infortuni sono in aumento. Dobbiamo investire sulla formazione di lavoratrici e lavoratori ma anche sui datori di lavoro che devono essere consapevoli che investire in impianti e organizzazione a tutela del dipendente è un impegno sul quale il sindacato non si tirerà mai indietro”. “Ad essere maggiormente colpite sono le donne e le persone over 50 – ricorda Fabio Servidei, segretario confederale regionale Uil Liguria – motivo che ci impone una vera rivoluzione del concetto di sicurezza che tuteli ogni aspetto della vita lavorativa dei dipendenti e delle dipendenti, questo lo ribadiremo a Roma all’interno della manifestazione unitaria nazionale di sabato.
Molti gli interventi dei delegati che si sono susseguiti lungo tutto l’arco della mattina. Tra questi quel del rappresentante Rls di Acciaierie d’Italia Stefano Messere, che ha provato a tracciare un quadro internazionale ricordando come secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del lavoro OML, i morti per malattie professionali o infortuni sono stati lo scorso anno 2 milioni e 300 mila: “LA prima guerra mondiale in 4 anni ha fatto 10 milioni di morti – ha ricordato il delegato – solo le stesse cifre”. Il delegato della Fiom ha anche sottolineato incrociando altri dati come i Paesi Ue
che hanno il numero più basso di infortuni sono gli stessi che hanno i salari più alti e il più alti livelli di sindacalizzazione, sottolineando quindi l’importanza dell’intervento del sindacato e degli Rls anche attraverso “coordinamenti territoriali e nazionali”.