Intervista

Il ministro Zangrillo: “Appena posso vengo a vedere il mio Genoa. Berlusconi? È straordinario”

L'unico ligure nella squadra di Meloni si racconta: "Genova è sempre nel mio cuore. Pubblica amministrazione? Proseguirò il lavoro di Brunetta, nessuna preclusione sullo smart working"

paolo zangrillo

Genova. “Ma no, ero già informato. È stato solo un errore materiale. Certo, sono un po’ stupito, però sono cose che capitano”. Paolo Zangrillo la prende con filosofia. È lui il protagonista della prima papera politica del governo Meloni, una banale inversione di due nomi nella lista dei ministri – questa la versione ufficiale – che inizialmente lo vedeva assegnato al delicatissimo ministero della Sicurezza energetica (locuzione che ha sostituito non a caso la Transizione ecologica), argomento su cui peraltro aveva già rilasciato dichiarazioni alle agenzie di stampa. L’unico ligure nella squadra di palazzo Chigi (qui il suo profilo) si occuperà invece di Pubblica amministrazione, prendendo il posto di Renato Brunetta. Lo abbiamo intervistato appena salito sul treno che lo portava a Roma in tempo per il giuramento.

Diciamoci la verità, avrebbe preferito occuparsi di ambiente ed energia o è meglio questo incarico?

“Il problema non si pone, sono entrambi estremamente importanti. Se guardo alla mia esperienza professionale il tema della pubblica amministrazione è quello più vicino alle mie competenze. Gli ultimi sei anni prima di diventare parlamentare li ho fatti all’Acea, un’azienda del Comune di Roma che eroga servizi ai cittadini ed energia. Diciamo che è una responsabilità che sta nelle mie corde”.

Da ministro della Pubblica amministrazione qual è la prima cosa su cui lavorerà?

“Proseguire l’eccellente percorso fatto dal ministro Brunetta per far diventare sempre di più la pubblica amministrazione un servizio percepito dai cittadini. Il rapporto coi cittadini, una pubblica amministrazione vissuta come amica: mi sembra sia questa la vera sfida. Dobbiamo fare in modo che sia efficiente e fare gli investimenti che servono per un’infrastruttura smart, efficace, veloce e comprensibile ai cittadini. Spesso ricorre il luogo comune di una pubblica amministrazione inefficiente con persone non adeguate, io penso sia ricca di professionalità importanti ma soprattutto, proseguendo nel percorso avviato dal ministro Brunetta, funziona secondo logiche di merito.

C’è però qualcosa da cambiare secondo lei?

“Sarei presuntuoso se segnassi già quello che non funziona, vorrei intanto conoscere la struttura e poi, dialogando con chi ci lavora, cercherò di comprendere le priorità. Mi sembra che oggi gli investimenti che si stanno facendo col Pnrr costituiscano già una grande priorità che dobbiamo continuare a perseguire perché sono un’opportunità di modernizzazione”.

Che opinione ha dello smart working? Il suo predecessore non ne sembrava molto entusiasta…

“È una modalità organizzativa che va studiata. Dev’esserci la capacità di trovare soluzioni che riescano a conciliare l’interesse di chi vuole fruirne e dall’altro non deteriorino la performance. Penso sia uno dei temi da studiare e affrontare, non c’è alcun preconcetto, alcuna preclusione all’utilizzo dello strumento”.

Tra crisi energetica e tasse da abbassare, crede che sarà una nuova stagione di tagli per la pubblica amministrazione?

“L’emergenza energetica riguarda tutti, non penso si debba tradurre necessariamente in tagli, vedremo come affrontarla. Cercheremo di trovare soluzioni”.

Alla fine lei sarà l’unico ministro ligure. Secondo lei senza Rixi al governo la nostra regione perde un’occasione?

“Chi fa il ministro sa che lo fa per gli italiani, non è che se proviene da una regione  deve avere un occhio di riguardo per il territorio d’origine. Io sono nato a Genova, ho vissuto molti anni a Milano, per lavoro ho girato il mondo, poi mi sono stabilito a Torino perché era l’headquarter dell’azienda in cui ho lavorato. Io sono abituato a lavorare senza pensare ai confini regionali, lo farò anche in questa occasione. E Rixi avrebbe fatto lo stesso”.

A proposito: qual è il suo rapporto con Genova?

“Io sono nato a Genova, tutte le volte che ci torno mi sento a casa. Sono legato alla città non solo da ragioni familiari, visto che ho ancora tanti parenti nel capoluogo. Come sapete ho un fratello che è presidente del Genoa e sono anch’io tifoso sfegatato dei colori rossoblù. È chiaro che Genova è nel mio cuore”.

Che rapporto ha con suo fratello Alberto?

“Ci sentiamo raramente perché siamo molto impegnati, ma siamo una famiglia molto unita grazie all’insegnamento dei miei genitori. Con Alberto c’è qualche occasione in più di vederci perché, appena l’agenda me lo consente, vado al Ferraris a vedere il mio Genoa. L’ultima partita che ho visto è stata quella col Cagliari”.

E con Berlusconi?

“Berlusconi è una persona che mi onoro di conoscere da diversi anni, mi ha convinto a lasciare la carriera manageriale per occuparmi del mio Paese. L’ho fatto perché me ne ha dato l’opportunità. È uno straordinario imprenditore e uomo politico”.

Quando verrà in città da ministro?

“Ci saranno sicuramente occasioni di lavoro e se il tempo me lo consentirà verrò di nuovo al Ferraris”.

Il Genoa conquisterà la Serie A?

“È chiaro che ogni tifoso ambisce a vederlo in massima serie, ma l’amore per il Genoa prescinde dalla categoria in cui milita”.

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