Inutili

I filobus nel centro di Genova? Vanno a gasolio: i mezzi “green” vanificati dagli eterni cantieri

Cavi elettrici scollegati o tranciati: più inquinamento nelle zone di maggior pregio. E per i futuri "assi di forza" la bifilare sarà ancora più importante

filobus antenne staccate

Genova. C’era una volta a Genova una rete filoviaria di 14 chilometri che permetteva ai bus in servizio su due linee (20 e 30) di attraversare il centro a emissioni zero. Oggi è rimasta una linea sola (Foce-Sampierdarena), servita da 17 filobus autosnodati Van Hool acquistati ormai 15 anni fa. Che però, proprio nella tratta in cui sarebbe più opportuno eliminare l’inquinamento, viaggiano quasi sempre a gasolio perché i cavi ai quali dovrebbero essere agganciati con le tipiche “antenne” sono scollegati dalla rete o addirittura tranciati. Alla faccia della rivoluzione green che dovrebbe portare alla totale elettrificazione del trasporto pubblico cittadino entro il 2025.

Il motivo? Gli eterni cantieri che affliggono le strade genovesi. L’ultimo in ordine di tempo è quello del parcheggio interrato di piazza Portello: qui i cavi della bifilare sono spariti per evitare interferenze coi mezzi attivi nel cantiere (e comunque il tragitto dei bus è stato sviato dalle normali corsie, quindi non avrebbero potuto marciare in elettrico). In questi mesi poi si aggiunge un altro impedimento, quello del potenziamento del nodo di San Benigno in via di Francia. Quest’ultimo ingombro dovrebbe risolversi entro la fine dell’anno.

Generico ottobre 2022

I filobus in servizio a Genova sono dotati di un motore diesel (inquinante e molto rumoroso) in grado di fornire alimentazione in caso di sgancio dalla rete elettrica. In teoria sarebbe concepita come soluzione d’emergenza e non come pratica quotidiana. Una volta abbassate le antenne, poi, non è possibile riattaccarle ovunque: la procedura va eseguita dall’autista in corrispondenza dei cosiddetti “tegoli” che consentono il riaggancio.

Il risultato è che ad oggi i mezzi della linea 20 marciano in termico (almeno) in tutto il tratto dalla Nunziata a De Ferrari e per tutto il percorso in zona Sampierdarena. È vero che nel frattempo la flotta dei bus elettrici a Genova è notevolmente cresciuta, ma al momento questi mezzi non servono nessuna linea di forza e non attraversano la zona di maggior pregio del centro cittadino.

Di certo non è un fenomeno recente. Negli scorsi anni a presentare la stessa criticità era la zona della Foce interessata dal cantiere della copertura del Bisagno. In estate Amt era costretta a spezzare la linea in due tronconi per evitare che i filobus, complici le temperature elevate, si surriscaldassero troppo marciando col motore termico.

filobus antenne staccate

Del resto la (corta) rete filoviaria genovese ne ha passate di tutti i colori. Istituita nel 1997 con la linea 30 Foce-via di Francia, in origine era percorsa da 20 filobus Ansaldo-Breda lunghi 12 metri. Dopo appena tre anni l’esercizio fu sospeso per il rifacimento di piazza De Ferrari (tra il 2000 e il 2002) e per l’istituzione del senso unico in via Balbi che ha richiesto la deviazione della linea su via Gramsci in direzione Levante. La filovia fu riattivata nel 2007 e nel 2008 si inaugurò il prolungamento verso Ponente fino a piazza Vittorio Veneto. Nel 2013 i filobus da 12 metri, ormai obsoleti, vennero accantonati e in gran parte demoliti.

Generica

Qualche dubbio per il futuro sorge se si pensa che il progetto dei quattro assi di forza del Comune di Genova – ribattezzato Superbus con un gioco di parole e appena andato in gara – prevede di mantenere tutta la bifilare nel tratto centrale, evitando di realizzarla nei tratti periferici. I nuovi veicoli che serviranno l’asse Marassi-Campi e quelli per Voltri e Nervi, infatti, saranno dotati di tecnologia Imc (in-motion charging) che permette, grazie a un pacco batterie, di marciare in elettrico per il 45% del percorso (al massimo) anche senza alimentazione aerea. Dunque niente motore termico, ma i cavi saranno essenziali per non rimanere “a secco”.

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