Genova. Questa mattina in piazza della Commenda si è tenuta l’inaugurazione della sezione sport del MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, nata per raccontare come il tema dello sport interpreti un ruolo centrale nella vita degli emigrati.
L’inaugurazione è stata preceduta al Galata Museo del Mare dal convegno “Il valore dello sport nella storia dell’emigrazione italiana”, a cui hanno preso parte per i saluti istituzionali il sindaco di Genova Marco Bucci e l’assessore al Turismo e Sport della Regione Liguria Simona Ferro. Gli interventi, moderati dai giornalisti Michele Corti e Gina Marques sono stati a cura di: Pierangelo Campodonico, Direttore del MEI; Paolo Masini, presidente del Comitato di indirizzo MEI e promotore e coordinatore della sezione sport; Gina Marques, Andrea Pedemonte e Romina Deprati, membri del gruppo di ricerca sport. A chiudere il convegno in qualità di ospite d’onore il presidente CONI Giovanni Malagò, con un intervento intitolato “Sport ed emigrazione, tra passato e presente”.
Per l’occasione, oltre al convegno e durante la mattinata, sono stati organizzati in collaborazione con il Festival della Scienza e il Mu.MA, il laboratorio a tema “Pillole di Sport” e un evento di giocoliere e geofisica per il pubblico presente.
“Lo sport ha rappresentato e rappresenta uno tra gli strumenti più efficaci di socialità e di affermazione personale per le comunità di emigrati – ha dichiarato Paolo Masini – Come MEI abbiamo voluto offrire una narrazione del grande protagonismo dell’emigrazione italiana anche in questo settore. Un lavoro di ricerca continuo e ad ampio raggio che nei prossimi mesi si arricchirà di ulteriori tasselli ed emozioni sullo sport e non solo”.
La storia dello sport italiano all’estero non solo mette in luce le esperienze e le vite dei singoli atleti e delle associazioni sportive, ma si lega, di volta in volta, ad altri importanti aspetti della vita dei nostri emigrati come la politica, la sociologia e il welfare sociale. Lo sport è in grado di raccontare storie che, in modo concreto, riescono a fotografare diverse modalità della presenza italiana nei paesi di approdo, i differenti stili di vita delle classi sociali, le difficoltà affrontate per emergere e avere successo in una terra straniera, il forte legame con la madrepatria, l’influenza della politica italiana sulle comunità all’estero. Tutto ciò nell’intrecciarsi degli avvenimenti storici, degli eventi di interesse internazionale e della cultura dei paesi d’adozione.
È con questo approccio basato su una meticolosa ricerca storica che il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana ha instaurato in questi mesi rapporti con diverse realtà sportive dei cinque continenti, realtà nate proprio per l’impulso degli emigranti italiani.
Numerosi i paesi coinvolti, tra questi, per citarne solo alcuni: Argentina (a partire dalle esperienze genovesi di Boca e River), Uruguay (Penarol), Brasile (Palmeiras, Clube Atlético Juventus) Australia, (Brisbane City), Cile (Società Sportiva Italiana di Valparaíso).
Tanti i contributi narrativi, fotografici e video forniti dalle varie realtà: oltre alle storie dei club, quelle di diversi atleti italiani, dal pilota Juan Manuel Fangio al ciclista Nino Borsari, società sportive e musei dello sport come il “Museo del Deporte de la provincia de Santa Fe”, Rosario, Argentina, insieme per raccontare il contributo degli italiani nello sport nel mondo.