Genova. “Sono passati mesi da quando è iniziato il dibattito sul progetto della Funivia sul Lagaccio ma da allora l’amministrazione è silente. Non parla e non comunica con i cittadini, se non attraverso dei render pubblicati sulla stampa locale». Così Francesca Coppola, consigliera nel municipio I Centro-Est per la lista Rossoverde che mercoledì 19 ottobre alle ore 14 parteciperà alla Commissione V – territorio e politiche per lo sviluppo delle vallate. «Non è corretto non informare la cittadinanza su una trasformazione urbana così importante”.
“Dopo quarantuno giorni dalla determina di aggiudicazione del dialogo competitivo, le uniche informazione che abbiamo arrivano da voci di corridoio “la stazione per il Lagaccio sarà ai campi in via Bartolomeo Bianchi” oppure dall’interpretazione dei render usciti non sul sito ufficiale del Comune ma esclusivamente tramite riviste locali”, continua Coppola.
“Nonostante la richiesta di informazioni e di accesso agli atti, non ci è dato sapere nulla – attacca la consigliera – Unica data certa è l’incontro del 19 ottobre dove parteciperemo per avere un po’ di luce su un progetto di 34 milioni, continuamente oscurato”.
“L’assessore Piciocchi parla di critiche incomprensibili e di non voler un confronto se si ritiene questo progetto inutile e pericoloso, come spesso ricordato e come dimostrato, ormai da tantissimi studi – continua la consigliera Coppola – la partecipazione dei cittadini in progetti con importanti trasformazioni urbane permette esattamente di evitare situazioni di forte conflitto”.
“La partecipazione è uno strumento indispensabile per costruire insieme la città del domani, che genera consenso e senso d’appartenenza, diminuendo fortemente il rischio di abbandono e rifiuto dei progetti, un percorso lungo, fatto di incontri e tavoli di lavoro, che il Comune ha conosciuto molto bene, ad esempio con il progetto del Parco Gavoglio (UnaLAB – Horizon 2020 – Smart Cities and Communities), un progetto innovativo, sostenibile ed inclusivo. Viene spontaneo da domandarsi perché non si continua sulle buone pratiche del nostro territorio e si decide di agire da soli?. Solitamente succede quando si ha paura del confronto con gli abitanti”, conclude.