Andamento

Economia, nel 2023 Genova in recessione secondo il report della Cgia

Tasso di crescita inferiore allo zero anche alla Spezia, in Liguria incremento lieve per Imperia e Savona

Generica

Italia. È in arrivo uno degli inverni più difficili del dopoguerra e per salvare i bilanci delle famiglie e delle imprese italiane sarà necessario impiegare entro la fine dell’anno almeno 70 miliardi. Di questi, 35 per dimezzare il caro bollette e altrettanti, con la legge di Bilancio 2023, per non far decadere dal prossimo gennaio alcune misure introdotte dal governo uscente.

La situazione è critica: il nuovo esecutivo dovrà fare l’impossibile per recuperare tutte queste risorse senza ricorrere ad un aumento del deficit, visto che, al massimo, potrà beneficiare su un “tesoretto” che potrebbe toccare i 25 miliardi di euro. Se non riuscirà a recuperarne altri 45, rischiamo un 2023 molto complicato.

Secondo l’ufficio studi della Cgia, associazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese di Mestre che da sempre si occupa di realizzare report sulla situazione economica del Paese, diverse province italiane dovranno fronteggiare un 2023 con il segno meno: tra queste, in Liguria, Genova (-0,2%) e La Spezia (-0,6%) mentre per Savona e Imperia ci sarà una crescita leggermente positiva, rispettivamente dello 0,6% e dello 0,1% .

Delle 107 province monitorate da Prometeia ben 67 (pari al 62 per cento del totale) l’anno prossimo registreranno una crescita negativa. Se a livello nazionale il Pil (o meglio il valore aggiunto reale) sarà pari a zero, le differenze a livello provinciale saranno abbastanza contenute, anche se si verificheranno alcune sorprese positive: come le performance di alcune realtà del Mezzogiorno.

Anche se dello zero virgola, tra le province che l’anno prossimo registreranno una crescita positiva segnaliamo, in particolar modo, Roma, Belluno, Viterbo, Fermo e Bari (tutte con il +0,3 per cento). Le situazioni più critiche, invece, riguarderanno Pisa, Cagliari, Ragusa, Messina e Macerata (tutte con una diminuzione della crescita dello 0,8 per cento).

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