Memoria

Eccidio di San Colombano, Muzio: “Far memoria di volti e storie per completare la pacificazione nazionale”

Il consigliere regionale ha tenuto stamane l'orazione ufficiale alla commemorazione dei fatti del 30 ottobre 1944

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San Colombano Certenoli. Il consigliere regionale Claudio Muzio è intervenuto stamane in rappresentanza dell’Assemblea legislativa della Liguria, nella sua veste di segretario dell’Ufficio di Presidenza, alla commemorazione dell’eccidio di San Colombano Certenoli del 30 ottobre 1944, quando 8 partigiani furono fucilati in località Pedagna come rappresaglia per l’uccisione del capitano della Monterosa De Kummerlin, avvenuta il precedente giorno 29 ottobre.

Presenti alla cerimonia il sindaco di San Colombano Certenoli Carla Casella, il sindaco di Ne Francesca Garibaldi, il sindaco di Leivi Vittorio Centanaro, il vicesindaco di Coreglia Daniela Queirolo, il vicesindaco di Castiglione Chiavarese Francesco Granara. Presente anche una rappresentanza dell’ANPI Chiavari, col presidente onorario Roberto Kasman.

Dopo la celebrazione della Santa Messa presso la chiesa di San Colombano di Vignale, presieduta da don Bonaventure Nduwimana, la mattinata è proseguita sul piazzale della chiesa con la deposizione di una corona al monumento ai caduti di tutte le guerre e poi presso il prospiciente cimitero, dove gli otto partigiani sono stati commemorati con i saluti e il ricordo da parte del sindaco Carla Casella, l’orazione ufficiale tenuta dal consigliere Claudio Muzio e, a conclusione, con un sentito intervento di Roberto Kasman.

“È per me un onore poter commemorare oggi le vittime dell’eccidio di San Colombano”, ha dichiarato Muzio. “Della Storia con la S maiuscola di quegli anni fanno parte anche le storie delle persone che per difendere la libertà persero la loro vita: penso in particolare a due dei caduti del 30 ottobre sepolti in questo cimitero: il giovane di 18 anni ancora oggi ignoto e Giuseppe Pisani, originario della Calabria e trasferitosi in Liguria dopo aver vinto il concorso come cancelliere presso la Pretura di Genova, incarcerato dai fascisti a Chiavari per aver contribuito ad evitare la distruzione di un borgo del nostro territorio e infine giustiziato a Pedagna”, ha proseguito.

“Far memoria di questi volti, di questi nomi e di queste storie – ha sottolineato ancora il consigliere regionale – è un esercizio che va oltre il ricordo di ciò che è accaduto, va alle radici del nostro essere comunità e della nostra identità, che viene anche da quel pezzo di storia che è stata la resistenza. Un fenomeno certamente complesso e variegato, dove però uomini provenienti da culture, idee politiche ed esperienze profondamente diverse seppero unirsi per fronteggiare il nemico comune, la barbarie del nazifascismo, in nome del valore assoluto della libertà, che non ha prezzo”.

“Questa unità, questa capacità di unirsi, deve a mio avviso essere anche oggi la stella polare per portare a termine quel percorso di pacificazione nazionale non ancora pienamente compiuto e che è più che mai necessario di fronte alle sfide che il nostro Paese ha di fronte, sfide drammatiche a livello interno e internazionale. Io spero veramente che momenti di memoria come quello odierno possano aiutare ad una riflessione e a far sì che chi è in grado di poterlo fare assuma scelte coraggiose e lavori per la pace, perché ce n’è davvero un grande bisogno”, ha concluso Muzio.

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