Genova. “Sono stati scelti per svolgere funzioni amministrative, non per dirigere un’orchestra”. Il sindaco di Genova Marco Bucci taglia corto sulle polemiche scaturite sui contratti da 200mila euro complessivi per il biennio 2022-23 stipulati con tre consulenti per il Premio Paganini, Marco Sanzari, Manuela Svampa e Matteo Ventricelli, nel team incaricato di supportare il presidente Giovanni Panebianco nel rilancio del prestigioso Premio Paganini.
Le polemiche, veicolate da un’inchiesta del quotidiano La Repubblica, sono nate per due motivi: il fatto che in passato i tre siano collaboratori dei ministri M5S Bonisoli e Dadone (e Panebianco era capo di gabinetto di Dadone) e il fatto che non abbiano esperienze in curriculum legate al mondo della musica classica e della musica in generale.
“Chi vuole strumentalizzare come al solito non troverà in me terreno fertile”, ha detto Bucci a margine di una conferenza stampa sul Premio Paganini, questa mattina. Bucci ha ribadito come il processo di scelta dei tre sia stato legittimo: “Il Comune di Genova ha preso la decisione strategica per riportare il Premio Paganini ad altissimo livello, per fare questo servono persone – ha detto – il nuovo presidente Giovanni Panebianco ha un curriculum che non ha eguali qua a Genova, abbiamo deciso di rafforzare il team con una nuova sede, un nuovo budget, risorse del Comune che lavorano al progetto a tempo pieno. Il presidente ha detto che voleva delle persone, noi abbiamo inserito un budget approvato in giunta e stabilito che l’ente attuatore dei contratti sarebbe stato il Carlo Felice. Non esiste alcun problema di opportunità”.
Sul curriculum dei tre consulenti, non legato in alcun modo al mondo musicale, il sindaco di Genova ribadisce: “Il loro compito non è di tipo artistico, è di tipo amministrativo, questa polemica è strumentale. Hanno lavorato con il ministro Dadone? Qual è il problema? Si vede che li conoscevano e hanno apprezzato il loro modo di lavorare”.
Sulla scelta i revisori dei conti della fondazione Carlo Felice hanno inviato una comunicazione alla Corte dei Conti: “E’ una prassi consolidata, i revisori inviano sempre i verbali alla Corte dei Conti”, ha concluso Bucci.
Anche Claudio Orazi, sovrintendente del Carlo Felice dal 2019, è intervenuto sulla questione, per la prima volta. Orazi ha ribadito che “è previsto dalla legge che il gestore unico della fondazione si avvalga di collaboratori di cui risponderà in base al loro operato” e che “ha proceduto con incarichi di natura fiduciaria a persone che avessero i curricula adeguati”. Vista la cifra non esigua sarà comunque possibile, al termine dei 18 mesi di contratto, verificare l’effettiva resa delle tre figure.
Il sovrintendente ha comunque specificato anche quali sono le caratteristiche che hanno portato all’individuazione di quei tre consulenti: “Ho lavorato alla Farnesina in passato e conosco bene le qualità dei funzionari dello Stato nel posizionare le attività che, in questo caso, saranno culturali, è importante avere figure che abbiano consuetudine e attitudine con la macchina pubblica”.
E anche Giovanni Panebianco, presidente del Premio Paganini e già capo di gabinetto della ministra Fabiana Dadone ha commentato: “Le scelte fatte hanno seguito criteri di imparzialità ed efficenza, sul concetto di opportunità penso che inopportuno sia il fatto che in passato, di questo premio, si sia parlato così poco”.
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