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Class action contro Autostrade, l’indignazione di Sansa: “Le nostre richieste definite risibili”

Oggi la prima udienza al tribunale di Roma, entro 30 giorni la decisione sull'ammissibilità del ricorso. Toti: "Occorre grande equilibrio"

Ferruccio Sansa

Roma. Prima udienza questa mattina al tribunale di Roma per la class action contro Autostrade intentata da Ferruccio Sansa e dal collega della sua lista, Roberto Centi. Obiettivo: ottenere un risarcimento di circa 3mila euro per ogni cittadino residente in Liguria a fronte del danno collettivo causato dai cantieri aperti dopo il crollo del ponte Morandi. Da una parte l’avvocato genovese Mattia Crucioli, dall’altra 13 legali incaricati da Aspi.

I documenti di Autostrade dicono che le nostre richieste sono risibili e sconcertanti – ha commentato Sansa durante l’udienza -. Incredibile, dopo tutto quello che è successo sulle nostre Autostrade, dopo che sono crollati ponti, la società Autostrade dice che le nostre richieste sono risibili. Un’offesa e una mancanza di rispetto verso tutti i liguri. Siamo Davide contro Golia. È impressionante la scena: un avvocato per noi, dall’altra parte dell’aula 13 avvocati che annotano ogni gesto, ogni parola, che consultano i computer”.

L’udienza, iniziata poco dopo le 10, è terminata dopo circa un’ora e mezza. Ora l’appuntamento sarà al massimo tra 30 giorni, quando il tribunale comunicherà la decisione sull’ammissibilità o meno della class action. Ad oggi sono circa 12mila i liguri che hanno lasciato i propri dati sul sito web dedicato: se il ricorso sarà ritenuto ammissibile e si entrerà nel merito delle motivazioni, verranno ricontattati per l’adesione formale, che resterà gratuita. Ma sarà possibile aggiungersi anche in seguito, perfino dopo la sentenza qualora l’esito fosse positivo.

Diverse le obiezioni presentate da Autostrade, secondo quanto riportato da Sansa. Anzitutto i fatti che avrebbero provocato danni ai liguri sono precedenti alla nuova legge del 2021 che disciplina la class action. Inoltre i liguri nel loro insieme non sarebbero legittimati ad agire perché non esisterebbe un danno unitario per tutti loro. Inoltre per la società il danno non sarebbe dimostrabile, così come non sarebbe chiaro il nesso causale tra i cantieri e i danni subiti.

Ma non solo: “L’avvocato di Autostrade dice che io e Roberto Centi non dovevano presentare la class action. E che Mattia Crucioli non doveva essere avvocato in questa causa. Il motivo? Siamo politici. Vorrei capire cosa deve fare chi fa politica se non rappresentare e difendere i diritti dei cittadini. Dobbiamo soltanto andare in tv?”, si chiede Sansa.

“Noi ricordiamo la base della nostra tesi, innovativa, per cui ogni ligure può chiedere i danni: tutti, tutti i liguri hanno subito danni dall’aumento dei prezzi e dal calo del valore delle case. Per non dire del crollo del Pil e all’aumento del costo della vita. Questi danni sono dimostrabili. E li abbiamo subiti tutti noi”, aggiunge il consigliere regionale.

Il prossimo capitolo dunque si scriverà a novembre. E sarà subito da “dentro o fuori”. Secondo Crucioli questo è “un processo pionieristico, il primo in Italia”. “Un’ora e mezzo di tensione. Di rabbia, anche, ad ascoltare certe cose. Ma alla fine penso una cosa: sono un po’ fiero di noi. Abbiamo combattuto con pochi mezzi, ma con tanta passione”, conclude Sansa.

“Oggi Autostrade ha una compagine, un management, degli azionisti che sono diversi da quelli di quando crollò il ponte Morandi. Bisogna ricordarsi che dentro le grandi società concessionarie ci sono i risparmi di un pezzo del nostro Paese e dei cittadini che attraverso i fondi finanziano quelle società. Occorre muoversi con grande equilibrio – ha commentato il presidente ligure Giovanni Toti – Credo che sarà il tribunale di Roma a definirla nei termini di legge, non la politica. I liguri sono stati danneggiati e in parte risarciti con un accordo che abbiamo firmato come istituzioni del territorio che prevede 1,5 miliardi di infrastrutture non pagate dalle tariffe ma finanziate direttamente da Aspi. Le responsabilità giuridiche nel nostro sistema sono complesse”.

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