Genova. Una volta la chiamavano ottobrata e non faceva paura a nessuno. Anzi, permetteva di godersi qualche giornata al mare fuori stagione senza il caldo asfissiante dei mesi estivi. Ma oggi, dopo un’estate da record sotto il profilo termico, il caldo anomalo di inizio autunno favorito dal rinforzo dell’alta pressione sull’Europa non lascia presagire nulla di buono, qualunque sia lo scenario meteo che verrà a determinarsi nelle prossime settimane.
“Di per sé il fenomeno non è anomalo – spiega a Genova24 Daniele Laiosa, presidente dell’associazione Limet -. Ci sta che a ottobre assistiamo a un ritorno di temperature superiori alla media stagionale, ma di certo non da record. Non è questo che fa scalpore. Il problema è che tutto ciò va a sommarsi a una situazione ancora molto pesante dal punto di vista del bilancio idrico nella nostra regione. E poi, più che la temperatura dell’aria dobbiamo osservare quella del mare: parliamo di un calore radicato non solo in superficie, ma anche in profondità. Il discorso è sempre lo stesso: se l’alta pressione darà spazio a perturbazioni da ovest, c’è il rischio che i fronti trovino ancora un terreno ancora ricchissimo di energia nel Mediterraneo. E questo aumenta la possibilità che si verifichino eventi intensi se non estremi in Liguria”.
In altri termini, le temperature relativamente elevate di questi giorni non permettono al mare di raffreddarsi dopo le punte di 30 gradi raggiunte in estate. Energia che viene poi utilizzata dai sistemi temporaleschi per rigenerarsi e scaricare enormi quantità di pioggia in poche ore. La mappa qui sotto mostra in rosso le anomalie della temperatura marina sopra la media, in blu quelle sotto la media.
La colorazione del Mar Ligure non deve trarre in inganno: “Il problema in realtà riguarda l’intero bacino del Mediterraneo, in particolare l’area occidentale dove si generano le perturbazioni che colpiscono le nostre coste – prosegue Laiosa -. Se non si verificherà un reset delle temperature, il delta termico con le masse d’aria che potrebbero arrivare tra ottobre e novembre sarà sempre più ampio. In questo modo si creano le condizioni per la formazione di sistemi molto estesi, come la tempesta Vaia del 2018. Inoltre vediamo che sotto costa abbiamo comunque valori superiori alla norma: di solito a ottobre la temperatura scende sotto i 20 gradi, mentre ora siamo 22-23 gradi”.
Ma ci sono elementi per dire se questo pericolo si concretizzerà nelle prossime settimane o meno? “L’anticiclone, seppur a fasi alterne, ci terrà compagnia anche per la prossima settimana – risponde il presidente di Limet -. Dalla seconda metà e in particolare dalla terza decade di ottobre questa situazione si potrebbe sbloccare. È chiaro che la verità in tasca su quello che accadrà dopo non ce l’ha nessuno. Se dovesse verificarsi un novembre molto scarico, come quello del 2021, la bomba sarà disinnescata”.
In quel caso, però, un altro rischio si nasconderebbe dietro l’angolo. Quello della siccità. “In assenza di grandi precipitazioni, se a dicembre arriveranno correnti secche da nord, saremo passati indenni dalle alluvioni, ma avremo un’ulteriore emergenza per il deficit idrico. Ci sono zone ancora in grave difficoltà, come l’Imperiese. E questo, forse – conclude Laiosa – avrebbe conseguenze ancora più gravi”. Comunque vada, insomma, il bel tempo di questo inizio d’ottobre è tutt’altro che un buon segno.