Sentenza

Caccia in aree incendiate, il Tar boccia la legge regionale che riduceva lo stop a tre anni

Il tribunale si è espresso in linea con la Corte Costituzionale, dando ragione agli animalisti

incendio bosco alassio

Liguria. Il Tar ha bocciato la legge della Regione Liguria che disponeva il divieto di caccia in aree colpite da incendio solo nei primi tre anni dopo il rogo. Esultano le associazioni animaliste Enpa, Lav, Lipu e Wwf: “Grazie al nostro ricorso alla giustizia amministrativa, il Tar di Genova ha posto la questione di legittimità costituzionale della legge regionale sulla quale la Corte Costituzionale si è espressa censurandola proprio nella parte in cui riduce il divieto di caccia a soli tre anni, oltretutto limitandolo alle sole aree di superficie maggiore di un ettaro. Ovviamente il tutto in difformità alla Legge quadro nazionale.”

La sentenza è la n.828, pubblicata il 4 ottobre.

La bocciatura del Tribunale amministrativo regionale arriva dopo il pronunciamento della stessa Corte Costituzionale in materia.

Le associazioni avevano impugnato una circolare regionale che, in virtù della legge regionale n.22 del 1999 “Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico”, disponeva il divieto di caccia nelle zone boschive regionali incendiate per soli tre anni dall’evento incendiario, mentre la legge quadro nazionale n.353 del 2000, prevede che il divieto di caccia debba valere per i dieci anni successivi l’incendio.

“L’istituzione del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco è fondamentale per garantire la ripresa degli equilibri naturali nei luoghi colpiti da eventi così disastrosi – dicono le associazioni – è evidente a chiunque che, consentire l’accesso dei cacciatori e dei loro fucili in quei luoghi, compromette gravemente la ricostituzione degli habitat, comportando l’uccisione di animali già in grave difficoltà a causa della scarsità di risorse a disposizione”.

Il divieto di caccia limitato a soli tre anni era sin da subito sembrato ad animalisti e ambientalisti un favore elargito da Regione Liguria ai cacciatori, senza tener conto della normativa nazionale. Il Tar di Genova ha disposto la condanna della Regione al pagamento delle spese legali sostenute dalle associazioni ambientaliste e animaliste.

Non è certo una novità la compiacenza di alcune regioni nei confronti delle richieste dei cacciatori, ma è importante che i cittadini sappiano che queste decisioni scellerate ricadono poi sempre su di loro, in termini di perdita di biodiversità e, come in questo caso, anche in termini di costi economici” sottolineano le associazioni.

Europa Verde è soddisfatta del risultato: “Come Europa Verde – Verdi riteniamo doveroso rivolgere un plauso alla Associazioni ENPA, LAV, Lipu e WWF, per avere ancora una volta stoppato le Leggi della Giunta. Giunta che da sempre sostiene il mondo venatorio a discapito dell’ecologia. Come sempre a farne le spese saranno i liguri che, loro malgrado dovranno concorrere a fare fronte al pagamento della somma stabilita dal Tar Liguria. Dal suo primo insediamento, questa Giunta ha ricevuto dal Tribunale Amministrativo dichiarazioni di illegittimità, annullato o sospeso alcune leggi pro cacciatori e aree parco, questo dimostra un fondamento della legge non scritta, che tira più il voto di un cacciatore che cento buoi. Mi corre l’obbligo di ringraziare anche l’Avvocato Valentina Stefutti del foro di Roma, alla quale chiesi se ravvisava gli estremi per un ricorso, mi aveva risposto che si sarebbe attivata chiedendo alle varie associazioni di aderire, mi inviò tutta la documentazione e consegnai il faldone al Tar Liguria. Come riportato nel comunicato stampa delle Associazioni, l’istituzione del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco è fondamentale per garantire la ripresa degli equilibri naturali nei luoghi colpiti da eventi così disastrosi. Il divieto di caccia limitato a soli tre anni era chiaramente un favore che la Regione Liguria aveva voluto elargire ai cacciatori, pur in consapevole spregio della normativa nazionale”.

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