Genova. Chi si aspettava il nome di un assessore alla Cultura per Genova e quello del nuovo presidente di Palazzo Ducale oggi, a margine della presentazione della mostra su Rubens, è rimasto deluso. Il sindaco Marco Bucci ha però spiegato quali siano la “vision” e la “mission” del Comune per la cultura cittadina. In questo momento, più che un nome a ogni costo, servono idee e programmi attuabili, è parso di capire.
Ma se Giovanni Toti ha annunciato di voler tenere per sé la delega alla Cultura lasciata senza assessore dalla neoparlamentare Ilaria Cavo, Bucci continua a parlare di una situazione ad interim che, comunque, non cambierà fino ad almeno l’inizio dell’anno nuovo.
Bucci invece giustifica la mancanza di un assessore alla Cultura con il pragmatismo: “Ciò che interessa ai cittadini genovesi è il fine, quale sia la ricaduta della cultura sulla città e gli assessori, i tavoli, le persone sono mezzi per raggiungere il fine, ciò che interessa è cosa facciamo e quale sia la ricaduta. I mezzi possono cambiare da un giorno all’altro, ma non sono la parte importante, la parte importante sono i risultati – ha sottolineato – e i risultati oggi a Genova ci sono”.
Il sottinteso è però anche altro. Da una parte l’amministrazione vuole una figura davvero all’altezza, di prestigio, con capacità operativa e i talenti che possano dare nuovo impulso all’offerta culturale della città, dall’altra per inserire una nuova figura in giunta Bucci dovrebbe rinunciare a una esistente visto che la squadra è già al completo (per regolamento il numero massimo di assessori è già stato raggiunto). Quindi sarebbe necessario un rimpasto, assai poco probabile appena 100 giorni dopo l’insediamento.
Nel frattempo, comunque, il Comune di Genova a deciso di costituire “un tavolo di lavoro permanente sulla Cultura, con i rappresentanti di tutti i principali enti culturali della città per predisporre una programmazione condivisa” e ha affidato il ruolo di coordinatore allo storico dell’arte, direttore artistico dei Rolli Days e docente dell’Università di Genova Giacomo Montanari, una figura di certo non vicina al centrodestra al governo ma scelta per le sue competenze.
Altri nomi del board sono Anna Orlando, storica dell’arte, curatrice della mostra su Rubens appena inaugurata a Genova e già consulente del Comune così come il cultural manager di Tursi Maurizio Gregorini, in quota Fdi. Nel board anche Raffaella Besta, dirigente del sistema museale civico e Piera Castagnacci, direttrice del marketing culturale del Comune.
Nel tavolo anche il direttore della Fondazione Palazzo Ducale, Serena Bertolucci, il direttore del Teatro Nazionale e del Teatro Carlo Felice. “Tutto il sistema culturale genovese deve lavorare assieme per creare sinergia, uno più uno non fa due ma può fare quattro”, sottolinea Bucci.
Manca però un altro nome, quello del futuro presidente di palazzo Ducale. Luca Bizzarri è in scadenza il 7 ottobre e molto difficilmente sarà riconfermato. “Non escludo nulla, ci stiamo lavorando intensamente, quando saremo pronti faremo conoscere il nuovo presidente alla città”. Negli ultimi giorni tra le ipotesi circolate quella della stessa Anna Orlando, del critico Vittorio Sgarbi e di Francesco Berti Riboli, patron di Villa Montallegro.