Reazione

Bizzarri tagliato fuori da Palazzo Ducale, il post polemico: “Da Bucci scuse poco plausibili”

Parole al veleno dopo il cambio al vertice: "La mia presenza ha dato spesso fastidio perché non avevo nulla da guadagnare"

bucci bizzarri

Genova. “In quanto al motivo del cambiamento, assodato il fatto che sono stati raggiunti ottimi e insperati risultati in questi complicatissimi anni, mi è stato fatto un discorso su quanto tutti siamo precari a questo mondo, discorso che terrò nel cuore quando dovrò inventarmi delle scuse poco plausibili“. È un passaggio del lungo post con cui Luca Bizzarri ha commentato la sua uscita di scena da presidente del Palazzo Ducale, sostituito da Beppe Costa.

“Mi ha appena chiamato il sindaco Bucci per comunicarmi che il cda di Palazzo Ducale è stato riformato e che io non ne farò più parte – esordisce Bizzarri -. Il sindaco ha tenuto a ringraziarmi per il lavoro svolto e io ricambio il ringraziamento per l’opportunità che mi è stata data da lui, da Giovanni Toti ma soprattutto da chi mi ha davvero voluto lì: Ilaria Cavo, senza di lei non sarebbe successo nulla. Grazie davvero, Ilaria, e in bocca al lupo”.

Poi la frase polemica rivolta a Bucci. E, allo stesso tempo, l’elogio per la direttrice: “Spero che il nuovo cda potrà lavorare al massimo per la città, così come spero sia tenuta in grande considerazione la persona che ha contribuito più di tutti (e a volte contro molti) alla rinascita e al consolidamento strutturale e culturale del Palazzo: Serena Bertolucci. Lei è stata ed è una professionista vera, seria e preparata in un ambito e in una città dove troppe volte con la scusa della cultura si soddisfano ambizioni personali o, peggio, si fanno affari”.

“Ho conosciuto un mondo che non conoscevo, dove la mia presenza ha dato spesso fastidio perché, al di là di non avere niente da perdere, ero uno dei pochi che non avesse nulla da guadagnare, da nessun punto di vista, sia economico che narcisistico. Palazzo Ducale è una struttura complessa, delicata, e ci tengo a ringraziare ogni lavoratore, ogni manutentore, ogni dirigente e ogni collaboratore”, prosegue Bizzarri.

“La squadra del Palazzo – scrive ancora l’attore – è una vera ricchezza per la città, e ognuno di loro me lo ha dimostrato in questi anni in cui ogni difficoltà è stata affrontata con uno spirito di sacrificio e un attaccamento al lavoro encomiabile. Finisco il mio lavoro con la certezza di aver dato il massimo, di aver avuto qualche notte insonne, di aver fatto qualche errore e di essermi tolto più di una soddisfazione. C’è una nuova sala teatrale che senza sto rompicoglioni sarebbe rimasta una discarica, c’è un progetto avviato perché la Torre Grimaldina un giorno sia aperta e visitabile. Ma soprattutto c’è un’amica in più, una confidente, c’è Serena che mi ha insegnato la sua passione, mi ha fatto innamorare del suo lavoro, mi ha tenuto fuori dai guai, e alla fine di questo viaggio tiro le somme e sono felice”.

“Grazie a tutti, a chi mi è stato vicino per davvero, chi per finta e agli indignati e i detrattori un tanto al chilo. Viva la nostra meravigliosa città, viva Palazzo Ducale e viva chi da domani farà di tutto per farlo crescere ancora di più”, conclude.

Il sindaco di Genova Marco Bucci è rimasto amareggiato e forse un po’ sorpreso dalle parole di Bizzarri. “Bizzarri deve accettare che siamo tutti pro tempore, lo è il sindaco, lo sono i consiglieri del cda, lo è il presidente della Regione e lo è il presidente della Repubblica, non ho letto cosa ha scritto Bizzarri ma con lui abbiamo parlato e ci siamo lasciati ottimamente, anzi, gli ho fatto i complimenti per alcune cose che ha fatto”

Sull’accusa che a Genova “troppe volte con la scusa della cultura si soddisfano ambizioni personali o, peggio, si fanno affari” anche il commento del governatore Giovanni Toti: “Io credo che sia difficile fare cultura in generale ma sono anche sempre stato antitremontiano in questo senso, perché non solo penso che con la cultura si mangi eccome ma può costituire un valore economico per il Paese – sottolinea – però la cultura che vive sull’Olimpo dei puri e guarda tutti dall’alto in basso senza tenere conto della sostenibilità di bilancio credo che sia sbagliata, anche la storia ce lo dice, i ritratti di Rubens che oggi possiamo ammirare al Ducale esistono perché c’è stato in passato qualche Spinola che gliel’ha commissionati”.

Anche Beppe Costa parla di sostenibilità: “La sostenibilità, che sia ambientale o economica, è sempre ciò che deve regolare le cose, detto ciò in cultura non tutto si riduce a un discorso di costi e ricavi, io stesso mi occupo di cultura da tantissimi anni e, a casa, soldi non ne ho mai portati perché li ho sempre reinvestiti”.

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