Sciopero e corteo

Ansaldo Energia, quattro blocchi dei lavoratori a Sampierdarena: Genova tagliata in due fotogallery video

Blocco a oltranza finché non arriverà una lettera di Cassa Depositi e Prestiti che evidenzi la strategicità dell'azienda e annunci un impegno sulla ricapitalizzazione

Genova. Un blocco a oltranza in quattro punti strategici di Sampierdarena che sta andando avanti da questa mattina alle 10 quello dei lavoratori di Ansaldo Energia con disagi per il traffico privato e pubblico. L’incontro in prefettura ieri mattina non è andato come si aspettavano i sindacati. Dopo l’assemblea alle 8:15 davanti alla portineria centrale della fabbrica, i lavoratori sono partiti in corteo e alle 10 è arrivato il blocco sia del casello di Genova Ovest sia di via Cantore sia della sopraelevata sia di via di Francia in contemporanea e in entrambe le direzioni (tutti gli aggiornamenti di viabilità qui). Attorno alle 9:30 sono transitati sul ponte di Cornigliano trovando portuali, lavoratori Ilva e studenti che si sono uniti al fiume di persone partito dalla fabbrica. Qualche momento di tensione si è registrato a causa di qualche automobilista spazientito, ma la situazione è stata risolta grazie all’intervento della polizia locale e degli stessi lavoratori. Poco prima delle 13 diversi pneumatici sono stati raggruppati all’imbocco della sopraelevata e sono stati dati alle fiamme. I rappresentanti dei sindacati hanno ribadito che non se ne andranno finché Cassa Depositi e Prestiti non scriverà nero su bianco l’arrivo di una forte ricapitalizzazione e la conferma della strategicità dell’azienda.

Il coordinatore dell’rsu di Ansaldo Energia Federico Grondona ha spiegato in poche parole com’è andato l’incontro di ieri: “L’incontro è andato malissimo: la liquidità minima di Ansaldo Energia è al momento sotto di 36 milioni, quindi Cassa depositi e prestiti ha fatto sapere che ci metterà solo quelli, che in pratica sono gli stipendi. Si tratta di soldi che erano dovuti fin dalla ricapitalizzazione del 2019. In origine dovevano essere 50 milioni e non 36. Siamo costretti alla battaglia, perché la ricapitalizzazione la faranno solo in cambio di un ridimensionamento di Ansaldo Energia, sarà in cambio di tante teste di qui dentro, in cambio di un piano industriale che deve ridurre gli operai e tanti impiegati. Altrimenti non quadra che non esce neanche una lettera. A ottobre e novembre ci giocheremo la partita delle commesse col nuovo governo“.

“Dopo oltre 2 mesi dalla comunicazione alla rsu della situazione economica dell’azienda, siamo ancora in attesa di conoscere il futuro di lavoratrici e lavoratori di Ansaldo Energia – aggiunge Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Genova – parliamo di un’azienda che dovrebbe essere strategica per il nostro paese, ma in realtà manca oggi di prospettive certe e Genova non può continuare a vedere quello che resta del proprio tessuto industriale abbandonato a scelte sbagliate e a mancata progettualità. Parliamo della vita delle persone che vi lavorano oggi, ma anche di posti di lavoro qualificati per i nostri giovani domani. Questa deve essere la lotta di tutta la città come lo è stata quella per il cantiere navale di Sestri Ponente, anche in quel caso avevamo ragione noi, ma servono decisioni immediate e oggi l’intervento annunciato dal prefetto, da parte di Cassa depositi e prestiti, era già previsto da una precedente ricapitalizzazione e serve a garantire il pagamento degli stipendi altrimenti a rischio, ma non va oltre”.

La ricapitalizzazione da 36 milioni annunciata ieri è in realtà roba vecchia: “Ci aspettavamo poco – ammette il segretario della Fiom genovese Stefano Bonazzi – ma abbiamo sentito ancora meno. Il prefetto ci comunicato la delibera di Cassa Depositi e Prestiti, ma si tratta in realtà di una vecchia ricapitalizzazione che tra l’altro prevedeva un’ultima tranche, mentre sul futuro non ci è stato al momento detto assolutamente nulla”. Quella che non è arrivata è una lettera di impegno da parte del principale azionista che sancisse la strategicità di Ansaldo Energia e la volontà di ricapitalizzare nel breve periodo ed è proprio questo che si attendono oggi i sindacati e lavoratori. “L’azienda occupa 2.850 lavoratori, è la fabbrica di Genova, quella più grande e la cosa preoccupante è che tutto sta andando avanti come se niente fosse”.

Christian Venzano segretario Fim Cisl dice: “Noi ci aspettavamo dal prefetto non i dettagli, sappiamo che fondamentalmente ci sono dei tempi, ma almeno un impegno concreto da parte di Cdp di considerare strategica Ansaldo, invece arriveranno soltanto 36 dei 50 milioni promessi. Questo non è l’atteggiamento e la risposta che attendevamo”. Una rassicurazione minima, solo per garantire la liquidità immediata, dunque.

“Poi c’è l’altro problema delle commesse − aggiunge Venzano − 200 mila ore in meno di lavoro nel 2023 e la colpa è del governo che ha bloccato la transizione visto il problema del problema del gas, c’è bisogno di convertire centrali a carbone con quelle a gas. Delle cinque commesse firmate non ne sappiamo più niente. Non sappiamo se il governo le sbloccherà”.

Di diverso avviso la Uilm che imputa l’assenza di ulteriori rassicurazioni al fatto che non sia ancora in carica il nuovo governo: “Non ci aspettavamo grandi cose in assenza di un governo − spiega Antonio Apa, coordinatore regionale Uilm − nonostante ciò abbiamo ricevuto alcune rassicurazioni che si traducono in 50 milioni per appianare debiti. Cassa depositi e prestiti non lascerà sola Ansaldo Energia perché è un asset strategico. Abbiamo dunque convenuto con il prefetto e con il governatore Toti che è necessario avere come interlocutore diretto l’esecutivo, nel pieno delle sue funzioni, in quanto la crisi di Ansaldo per la sua specificità deve assumere una dimensione nazionale. La mobilitazione odierna, alla quale la Segreteria Uilm non ha potuto partecipare essendo impegnata al congresso della Uil Nazionale è un ulteriore segnale, un grido d’allarme per Cdp e governo affinché vigilino e si facciano carico della crisi industriale di Ansaldo Energia e rispondano alle sollecitazioni poste dal sindacato. Per quanto ci riguarda, infatti, Ansaldo Energia non deve fare la fine di Alitalia, di Whirlpool o di Acciaierie d’Italia, non lo permetteremo. Appena sarà insediato il nuovo governo, chiederemo un incontro urgente al Mise, coinvolgendo tutte le altre Istituzioni. La battaglia è solo all’inizio”.

Solidali e presenti allo sciopero anche il consigliere Armando Sanna e il senatore Lorenzo Basso (Pd), che in una nota dichiarano: “Il governo deve intervenire in tempi molto brevi. Stiamo parlando di un’eccellenza dell’industria non solo ligure ma anche italiana che deve essere valorizzata sempre più nell’ottica della transizione ecologica”. Anche da parte della Lega espressioni di solidarietà, con il capogruppo della Lega in consiglio comunale Federico Bertorello: “Io stesso sono figlio di un ex dipendente di Ansaldo e credo che non ci si possa permettere di chiudere un’azienda che rappresenta un caposaldo dell’economia di Genova e dell’industria nazionale. Occorre subito un intervento di Cassa Depositi e Prestiti per procedere alla ricapitalizzazione e un impegno concreto del nuovo Governo per scongiurare una chiusura in un momento così critico per la nostra economia e in cui la priorità deve essere quella di tutelare i posti di lavoro”.

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