Genova. Un sistema di semafori che scattano in automatico per chiudere le strade a rischio esondazione quando un torrente raggiunge il livello di guardia, come se fossero “cancelli” in grado di impedire l’accesso a veicoli e pedoni. L’idea è emersa oggi durante la commissione consiliare sul piano di protezione civile per il rischio idrogeologico a Palazzo Tursi.
“Ad oggi – spiega l’assessore alla Protezione civile Sergio Gambino – i cosiddetti cancelli previsti dal piano di protezione civile funzionano con gli agenti della polizia locale. Nel piano di bacino di ciascun torrente sono individuate le aree di esondazione. Quando si entra in fase di pre-allarme un numero di pattuglie sufficiente si avvicina alle vie di accesso a queste zone e impediscono l’accesso, consentendo solo l’uscita”.
A supportare la polizia locale in futuro potrebbe essere un sistema di segnaletica ad hoc: quando la situazione diventa critica, una luce rossa attivata con un comando da remoto ferma subito il transito veicolare: “È in programma una progettazione con fondi europei per predisporre cartellonistica e semafori che a determinate condizioni, in automatico, si illuminano e bloccano l’accesso – conferma Gambino – ma è un’idea ancora tutta da costruire”.
Le zone a rischio di esondazione del Comune di Genova sono individuate con un’apposita mappa. Sono comprese ad esempio tutta l’area della Foce, Brignole, la parte bassa di San Fruttuoso e Marassi, una porzione di Sampierdarena e Cornigliano, l’intera fascia pianeggiante di Sestri Ponente, quasi tutte le strade lungo il corso del Bisagno, ma anche Caricamento, Sturla e la valletta del rio Vernazza, più diversi punti isolati in tutta la città.
Durante la commissione sono emerse altre proposte tecnologiche, tra cui l’utilizzo di droni per il monitoraggio dei rii minori sperimentato nelle scorse settimane nel Municipio Ponente e già utilizzato per tenere sotto controllo le frane attive. Inoltre la protezione civile di Genova si sta dotando di una piattaforma per la rappresentazione e analisi dei dati di pioggia e dei livelli idrometrici, finanziata sempre con fondi europei Pon Metro, in modo da consentire al Coc e alla popolazione di mettere in atto le più idonee misure di protezione.