Proteste

Allarme per i cavalli selvaggi della Val d’Aveto, Toti: “Nessuno vuole portarli al macello”

L'appello degli animalisti: "Situazione assurda e paradossale, salviamoli da un crudele destino". Il governatore interviene: "L'intenzione è trasferirli in altura, evitiamo speculazioni". Domani riunione in Regione

Cavalli selvaggi dell'Aveto catturati e rinchiusi in un recinto “lager”

Borzonasca. Animalisti sulle barricate, in Liguria e non solo, per il destino dei cavalli selvaggi della Val d’Aveto. L’allarme era stato lanciato venerdì dall’associazione Meta di Parma, spiegando che alcuni esemplari erano stati catturati e ipotizzando che fossero destinati al macello. Oggi un’altra realtà animalista, Gaia, lancia un mail bombing nei confronti del governatore Giovanni Toti (oltre che del sindaco di Borzonasca e della Asl 4) perché “intervenga direttamente per salvare i cavalli da un crudele destino”.

È proprio il presidente ligure a intervenire in mattinata con una nota. “Stiamo seguendo con attenzione la vicenda dei cavalli dell’Aveto e vogliamo rassicurare i tanti che mi hanno scritto preoccupati: la situazione è sotto controllo, i cavalli sono stati recintati in sicurezza in una zona erbosa nel comune di Borzonasca, con acqua e fieno in abbondanza come concordato con tutti i soggetti interessati. Sono anche presidiati costantemente. Maltrattare i cavalli, portarli al macello o sfruttarli non è nella volontà di nessuno tanto meno la mia“.

Per domani, lunedì 24 ottobre, il presidente Toti ha convocato alle 16 nella sede della Regione Liguria una riunione per fare il punto sulla vicenda. Saranno presenti anche il vicepresidente Alessandro Piana e il direttore generale della Asl4 Paolo Petralia. L’obiettivo del governatore è avere un quadro della situazione più chiaro possibile, con tutte le rassicurazioni del caso prima di procedere con qualsiasi azione o spostamento che riguardi i cavalli.

I cavalli si trovano ora in un recinto nei pressi del lago di Giacopiane. “Questi animali – ricorda Toti – hanno creato alcuni disagi e provocato altrettanti incidenti agli abitanti della zona, pertanto possono rappresentare un pericolo per l’incolumità pubblica. Per questo l’intenzione, se le analisi che verranno fatte daranno esito positivo, è semplicemente quella di trasferirli in altura lontano dalla case, senza fare loro del male. Ogni operazione – sottolinea il governatore – sarà fatta alla luce del sole e verificabile da tutti coloro che vorranno controllare. Questo significa essere dalla parte degli animali, tutelando e rispettando anche le esigenze dei cittadini. Evitiamo di speculare o alimentare timori e paure sulla sorte dei cavalli che non esistono, come è stato fatto pochi mesi fa con i cinghiali di Spezia”.

Secondo gli attivisti di Gaia tra i cavalli catturati ci sono anche una femmina gravida e una quasi ceca. “Riteniamo sbagliata questa tragica operazione, chiediamo venga immediatamente bloccata e che gli animali tornino liberi nelle zone da dove sono stati catturati”, dichiara Edgar Meyer, presidente nazionale di Gaia Animali & Ambiente -. Da anni si cerca di salvaguardare questo gruppo di cavalli inselvatichiti che sono anche un’attrattiva turistica per chi ha la fortuna di vederli liberi all’interno del Parco dell’Aveto. Esistono protocolli di intesa tra Regione, Comuni, Asl e associazioni – in particolare la Rewild Liguria molto impegnata sul campo – per la loro tutela e gestione, e si sta attendendo il loro riconoscimento istituzionale come da ordine del giorno passato in Regione nel maggio 2020 e firmato da tutti i gruppi politici”.

“Questi cavalli non devono entrare in un allevamento – insiste l’associazione Meta Parma -. Dovrebbero rimanere nella loro terra e nei loro luoghi, ma dicono che faranno analisi del sangue in un allevamento e poi li libereranno altrove. Ma non ha senso: le analisi piuttosto dovrebbero farle in un santuario scelto dalle associazioni del luogo, non in un allevamento. E neanche possono dire di volerli poi liberare altrove, perché è chiaro che per queste istituzioni gli animali liberi sono un problema, e non li lascerebbero in pace da nessuna parte. Inoltre, cosa più importante, questi cavalli nella val d’Aveto sono monitorati da anni e anni da associazioni e volontari, non ha senso dire che li libereranno chissà dove, così allo sbaraglio. Siamo davanti a una situazione assurda e paradossale, queste dichiarazioni non convincono, proprio come accaduto per i cinghiali della Maggiolina, inseriti in una ex zac di un cacciatore invece che essere affidati a un santuario degli animalisti”.

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