Genova. “Non era qualcosa di simile a un terremoto, sembrava più di essere su un traghetto in partenza, sarà durato oltre mezzora”. A parlare è Lorenzo Bagnara, titolare del negozio di design via Garibaldi 12. Marianna, dell’agenzia di promozione turistica Explora, in via Garibaldi 8, ha avuto una percezione anche più forte: “Tremava tutto, la scrivania ha vibrato per tutto il pomeriggio, tant’è che temevamo che crollasse qualcosa da un momento all’altro”. Qualche centinaio di metri più in là, a palazzo Tursi, si stava svolgendo una commissione consiliare. “Eravamo in aula rossa e sentivamo il terreno vibrare – racconta Alberto Pandolfo, consigliere comunale – abbiamo pensato ai vicini cantieri ma non abbiamo capito cosa fosse, di certo la preoccupazione era forte anche perché quell’ala del palazzo è in cemento eppure si sentiva tutto distintamente”.
Sono alcune delle testimonianze di una giornata surreale, quella di mercoledì 14 settembre, quando nelle ore del primo pomeriggio gli edifici di via Garibaldi hanno tremato come non era mai accaduto. Non edifici qualsiasi ma strutture storiche, palazzi dei Rolli, dove ogni centimetro quadro ha un valore storico, artistico ed economico inestimabile, dove si trovano stucchi e affreschi delicati e preziosi. “E’ imperativo sapere presto che cosa sia successo e nel caso intervenire prima che sia troppo tardi”, attacca Giacomo Montanari, storico dell’arte e direttore scientifico dei Rolli Days.
Perché l’aspetto più incredibile di questa vicenda è che, 24 ore dopo quanto accaduto, non è ancora stato possibile risalire alla causa del misterioso tremore. Gli “indiziati” sono tre diversi cantieri attivi nella zona, quello del gruppo Viziano, in piazza Portello, per la realizzazione di un parcheggio interrato, quello per lo scavo della galleria del nodo ferroviario genovese tra Brignole e Principe, da parte di Rfi, e alcuni lavori di implementazione della rete da parte di Ireti. Tutti però escludono di essere i responsabili delle vibrazioni.
“Ci hanno contattato subito – spiega Nicoletta Viziano – ma non siamo noi, ieri i lavori sotterranei erano fermi, stiamo attendendo l’ok per iniziare nuovi scavi nella parte a monte di Portello e come potete vedere passando nella zona ieri si stava procedendo con un intervento di asfaltatura della strada, i nostri cantieri sono aperti se volete controllare”.
Anche da Rfi smentiscono un coinvolgimento ed escludono categoricamente di essere alla base delle vibrazioni. E’ vero che il tragitto dei cantieri sotterranei si sposta da Principe a Brignole ma “spostato” rispetto all’area interessata. E ad ogni modo, anche se negli ultimi mesi gli abitanti di Castelletto hanno più volte segnalato vibrazioni, soprattutto di notte, si trattava più che altro di problematiche dovute alle esplosioni ipogee.
Anche i cantieri Ireti nella zona non sembrano direttamente legati ai tremori di mercoledì pomeriggio. Dall’azienda spiegano che è vero che ne hanno due nella zona ma né ieri né l’altro ieri erano attivi.
Un’ipotesi, ancora da appurare, è che le vibrazioni possano essere state provocate invece non da attività sotterranee ma proprio dai pesanti macchinari impiegati nel cantiere di asfaltatura su strada, e che si siano propagate in maniera anomala per via della conformazione particolare del terreno.
Ad ogni modo la preoccupazione resta e se è vero che se il fenomeno dovesse verificarsi nuovamente sarà forse più semplice capire in tempo reale quale sia la dinamica causa-effetto è anche vero che i danni a lungo termine sui palazzi potrebbero essere pesanti.
Va detto che a oggi non sono state segnalate crepe o altri tipi di problemi ma le strutture potrebbero cedere in un secondo momento ed è per questo che Montanari mette in allerta.
“Ho parlato con diversi proprietari e abitanti dei Palazzi dei Rolli di via Garibaldi e mi hanno detto che il tremito terrificante di pavimenti, suppellettili e pareti vissuto oggi dai nostri monumenti unici al mondo non è stato né di breve entità, né di breve durata, Non sappiamo perché, ma è imperativo saperlo presto”, afferma lo storico dell’arte Montanari.
“Quando si allargheranno le crepe negli affreschi di Cambiaso, Piola, Bergamasco e Carlone sarà tardi. Forse troppo tardi. Perché quando cominceranno a cedere, qui e là, le strutture forse non avremo più tempo e modo di intervenire. Non sappiamo ancora perché, ma parlare di valorizzazione non ha molto senso, quando non si fa tutto il possibile perché il nostro Patrimonio culturale tutelato dall’Unesco possa almeno sopravvivere senza essere divorato dagli interessi economici o dalla negligenza di certuni. Non sappiamo perché, ma sono davvero curioso. E sinceramente un po’ stufo che i Beni Culturali vengano sempre dopo, alla fine, in coda a tutte le micragnose priorità, interessi e piccolezze di chicchessia”.