In corsa

Totoministri, i liguri in corsa per un posto nel Governo. Ma la concorrenza da battere è tanta

In pole position ci sono Edoardo Rixi, Matteo Bassetti e Andrea Costa. Ma altri posti si apriranno per la squadra dei sottosegretari

Generico settembre 2022

Genova. “Mi auguro che la Liguria sia rappresentata in qualche modo al governo perché è una regione strategica per la competitività del Paese”, dice il presidente Giovanni Toti. “Vogliamo un ministro ligure perché la Liguria se lo merita”, dice il sindaco Marco Bucci. “Non ho mai pensato di fare il ministro, faccio quello che mi dicono di fare. Chiedo solo che la nostra regione possa esprimere dei ruoli nell’esecutivo, è indifferente o me o un altro”, dice il segretario regionale della Lega Edoardo Rixi.

Chissà se tutti questi appelli sono arrivati a Giorgia Meloni, già impegnata a comporre una squadra che dovrà fare “bella figura” sia in Europa sia col presidente Sergio Mattarella, senza dimenticare però gli equilibri interni. Perché l’ultima cosa che vuole la leader di Fratelli d’Italia, consacrata leader di maggioranza relativa alle urne, è alimentare l’instabilità politica scontentando le altre forze della coalizione. In primis la Lega, che nonostante il risultato poco esaltante vuole mantenere incarichi “di peso” nella compagine del futuro esecutivo. In tutto questo non sarà facile ritagliare un pezzetto del mosaico per la Liguria, regione in cui – peraltro – il successo del centrodestra non è stato così ampio come altrove.

Nel totoministri pre-elettorale il più chiacchierato era senza dubbio Edoardo Rixi. Già viceministro nel primo governo Conte e responsabile nazionale delle infrastrutture per la Lega, sembrava il profilo ideale per il dicastero di cui oggi è titolare Enrico Giovannini. A supportare l’ipotesi ci sono anche diversi elementi simbolici, dal “modello Genova” diventato un mantra del centrodestra (e non solo) alla Gronda emblema delle grandi opere che non partono mai. E poi il numero uno del Carroccio in Liguria si è fatto eleggere apposta in un collegio uninominale per potersi presentare con un consenso incassato a nome dell’intera coalizione e non solo del singolo partito.

Tuttavia il primo concorrente di Edoardo Rixi potrebbe essere paradossalmente Matteo Salvini. Il leader della Lega ha ricevuto mandato dal consiglio federale di ottenere un ruolo di primo piano nel governo, ma sembra che Meloni non sia intenzionata a concedergli di nuovo il ministero dell’Interno, probabilmente per non esacerbare i rapporti con l’Unione Europea. E così tra le collocazioni ipotizzate per lui c’è proprio il Mims. Un’altra possibilità è che la poltrona sia assegnata a un uomo di punta di Fdi: i più quotati sono Francesco Lollobrigida e Fabio Rampelli. Una strada più agevole per Rixi potrebbe aprirsi però se si creasse da zero quel ministero del Mare, tanto caro alla Lega, che assorbirebbe tutte le competenze in materia portuale.

Era diventata un caso politico la presunta candidatura di Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del San Martino e virostar di fama nazionale, più volte ritenuto vicino agli ambienti politici di centrodestra. Prima delle elezioni era quotato come papabile ministro della Salute: lui ha sempre smentito di essere stato contattato, ma non di essere disponibile in quanto “uomo dello Stato”. E ancora oggi a Genova24 spiega: “Sono sempre più contento del lavoro che faccio. Se me lo chiederanno ci penserò. È evidente che se arrivasse una chiamata da Roma sarebbe una proposta molto pesante. Certo che per quel ministero vedo più adatto un tecnico, ma non è detto che quel tecnico debba essere io”.

Ma la sanità, con l’inverno alle porte e il timore di un nuovo sovraccarico degli ospedali, resta un tema cruciale. E anche in questo caso la concorrenza è folta. Si parla di Luca Coletto per la Lega e Letizia Moratti per Forza Italia. Ma anche di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, Letizia Moratti, ex sindaca di Milano e assessora al Welfare della Regione Lombardia, e Giorgio Palù, presidente di Aifa.

Tra le alternative a Matteo Bassetti però c’è anche un altro ligure: lo spezzino Andrea Costa, già sottosegretario alla Salute del governo Draghi. Il fedelissimo di Maurizio Lupi non è stato premiato alle elezioni, visto che Noi Moderati (di cui era capolista alla Camera) non ha superato la soglia di sbarramento né alla Camera né al Senato, ma in un’ottica di coalizione – e anche perché si tratta di un dicastero “a rischio” per qualunque forza politica – Giorgia Meloni potrebbe scegliere di assegnarlo proprio in quota centrista.

Oltre ai ministri, poi, occorre tenere a mente che nella squadra di governo ci saranno anche molti sottosegretari. E appare logico che i partiti, con un Parlamento ridotto all’osso dalla riforma costituzionale, andranno a cercare rinforzi pure tra i non eletti. Così potrebbe riaprirsi una porta per i tanti leghisti rimasti esclusi, a cominciare da Lorenzo Viviani, responsabile nazionale della pesca del Carroccio, candidato senza successo nel proporzionale a Padova. Ma ruoli analoghi potrebbero scattare anche per qualche deputato o senatore ligure, ad esempio Ilaria Cavo (unica eletta di Noi Moderati in Liguria, peraltro in un collegio non facile) e Stefania Pucciarelli, già sottosegretaria alla Difesa nell’ultimo esecutivo.

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