Genova. Con l’arrivo dell’attesa stagione delle piogge, Genova e la Liguria salutano un’estate, quella 2022, che si è rivelata tra le più calde e asciutte della storia recente, e che ha lasciato in eredità, forse, una rinnovata attenzione sulle riserve idriche e sul loro sfruttamento. Genova e i genovesi non hanno patito la sete, come successo in altre parti del paese, e questo grazie ai suoi invasi artificiali che hanno custodito un vero e proprio tesoro blu a disposizione di tutti.
E mentre in queste ore si guarda al cielo in attesa di vedere arrivare la pioggia (possibilmente non tutta insieme) i laghi genovesi tirano una riga e fanno i conti di fine stagione. Un bilancio che, sebbene positivo, nella realtà è ‘magro’ come poche altre volte in passato.
L’invaso che più di tutti mostra le ‘ferite’ di questa lunga e arida estate è il lago Val Noci, che oggi con i suoi poco più di 600 mila metri cubi è pieno ad un quinto della sua capacità. E la vista dall’alto della sua diga è impressionante: lo specchio d’acqua è ridotto in maniera sconvolgente, incorniciato dai i crinali secchi tornati alla luce dopo essere rimasti immersi per decenni anni.
A camminare sul fondo la barriera di cemento che è la diga incombe in maniera inquietante. Dal fondo asciutto fatto di fango e polvere secco non riemergono tesori o vestigia del passato, solo spazzatura (tra cui una lattina di carne in scatola datata 1991), qualche scheletro d’animale e i ceppi consumati dall’acqua di alberi tagliati quasi un secolo fa in occasione del primo riempimento. “Una pozzanghera – commenta un pescatore impegnato in una sessione di pesca no kill – mai vista una cosa del genere”.
In realtà l’ultima grande siccità per i nostri laghi risale al 2003, quando arrivammo a fine estate con 10 milioni di metri cubi d’acqua nelle nostre riserve. All’epoca il Val Noci arrivò a soli 400 mila metri cubi, praticamente niente. Oggi ci siamo fermati ad un totale 17,6 milioni con un ammanco rispetto al 2021 di poco più di 4 milioni di metri cubi. Una differenza che resta in linea con quanto misurato nei mesi scorsi, segno che i consumi non sono aumentati in maniera così spiccata nonostante il caldo
Secondo i dati forniti da Iren, il Brugneto chiude la stagione con 10,9 milioni rispetto i 14,6 del 2021 e i 7,9 del terribile 2003. Anche il Lago Lavezze è irriconoscibile con i suoi 794 mila metri cubi (nel 2021 erano 1,8 milioni) ma sempre nel 2003 arrivo a toccare il fondo con soli 114mila. Unico ad avere un bilancio in attivo è il Lago Lungo, che insieme al Lavezze fa parte dei laghi del Gorzente che oggi segna 3 milioni di metri cubi, mentre l’anno scorso erano 2. Nel 2003 si parlava di 65 mila metri cubi, ma all’epoco era attivo il terzo lago, il Badana, oggi asciutto per permettere i lavori di consolidamento della diga. Tutto il sistema Gorzente oggi conta circa 3,8 milioni, in linea con il 2021. Nel fatidico 2003 invece contava non più di 1,2 milioni.
Insomma, è stata un’estate calda e siccitosa, senza dubbio, ma i nostri laghi han tenuto botta. E ora aspettano un ristoro dall’alto per tornare alla normalità. Basteranno le piogge in arrivo per cancellare questo deficit e preparaci ad un altro giro di giostra?