Genova. “Le Segreterie Filt Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti hanno appreso dai social network e da alcuni organi di stampa di minacce e aggressioni avvenute contro un coordinatore della sigla sindacale Sì Cobas. Le OO.SS intendono esprimere vicinanza e piena solidarietà ai colleghi ma intendono anche esprimere la loro contrarietà al blocco avvenuto ieri notte presso la BRT di Genova, in via Fratelli di Coronata”.
“Si è verificato un blocco da parte dei Sì Cobas con ricadute economiche per tutti i lavoratori di tutti i cantieri della Liguria – affermano Marco Gallo, Mirko Filippi e Giovanni Ciaccio, rispettivamente Filt Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti Uil –Da quanto ci è dato sapere la motivazione che ha portato a questo blocco è quella della richiesta di reintegro di un lavoratore nel magazzino BRT di Genova”.
Facciamo chiarezza: il lavoratore in questione è stato coinvolto in una rissa con il conseguente intervento delle forze dell’ordine presso il magazzino. “Siamo stupefatti perché Filt, Fit e Uiltrasporti sono intervenute sul fatto immediatamente per far sì che il lavoratore in questione fosse ricollocato in altro magazzino e quindi non licenziato come da volontà aziendale – spiegano i sindacalisti – Noi ci siamo battuti anche perché al lavoratore non fosse decurtato il salario mentre i Cobas bloccano il cantiere senza ragione”.
Secondo la Uil il blocco rischia di compromettere la tenuta occupazionale del sito: “Il committente sta già operando con il 15% in meno di movimentato rispetto all’anno precedente – si legge nella nota stampa – Nel frattempo, una comunicazione informale è arrivata forte e chiara: se un altro blocco dovesse verificarsi, la merce sarebbe spostata verso altri hub e quindi ci sarebbe meno lavoro per i magazzinieri e per gli autisti”.
“Non potendo sopportare ulteriori perdite economiche, le società paventano la possibile apertura della cassa integrazione nei confronti dei magazzinieri e driver. Vogliamo scongiurare uno scenario in cui i posti di lavoro dei magazzinieri e dei driver siano messi in pericolo senza una vera motivazione – chiudono Gallo, Filippi e Ciaccio – Non ci troviamo difronte a un licenziamento, il confronto deve essere riportato sul piano del dialogo, mettendo da parte questioni politiche o di principio: al primo posto ci deve essere il bene dei lavoratori”