Genova. Alpa Miele – Associazione Ligure Produttori Apistici comunica che un possibile pericolo di installazione in Italia di una nuova specie di ape alloctona è stato scongiurato.
Nella giornata di ieri una segnalazione che sembrava di routine ha scatenato preoccupazione e il rapido intervento di rimozione.
Lo staff tecnico si è subito reso conto dalle foto inviate che non si trattava di Apis mellifera, e ha contattato il professore Marco Porporato del Disafa (Università di Torino) e Claudio Porrini dell’Università di Bologna che hanno confermato il riconoscimento di Apis florea; l’ultimo tassello è stata la provenienza del container su cui le api erano posizionate: l’India.
Dopo un viaggio di circa 20 giorni lo sciametto era incredibilmente ancora vivo, la raccolta non ha presentato particolari difficoltà se non la tendenza ad alzarsi in volo se disturbate (Apis mellifera ha una “tenuta del favo” decisamente maggiore) e zero punture. L’inevitabile destino di queste api alloctone è di finire in congelatore e in seguito nelle collezioni entomologiche dei vari enti coinvolti, compreso il Museo di Storia Naturale G. Doria. Anche se non rappresentano un pericolo diretto come Vespa velutina, predatrice di api ormai presente in tutta la Liguria, in Toscana e Piemonte, non si poteva correre il rischio che si stabilisse una nuova specie di api in Italia quindi la difesa della biodiversità e degli ecosistemi locali ha imposto il triste epilogo della vicenda. Apis florea, detta ape nana, è una specie presente in Asia, in particolare in Indonesia, ha le dimensioni di circa un terzo delle nostre api (Apis mellifera ligustica), costruisce un unico favo, è di indole docile, tende ad abbandonare il nido se disturbata. Con quest’ape non viene praticata apicoltura ma occasionalmente viene raccolto l’unico favo contenente miele e covata.
In Italia entrano ogni anno centinaia di specie alloctone: secondo i dati Ispra la media di introduzione ha avuto una crescita costante negli anni, fino ad arrivare a 3.367 specie attualmente presenti in Italia, con un aumento in 120 anni del 500%. Secondo la Convention on Biological Diversity per specie alloctona, esotica, aliena, introdotta, non-nativa, deve intendersi una specie, sottospecie o gruppo tassonomico di livello gerarchico più basso introdotta a causa dell’azione dell’uomo, intenzionale o accidentale, al di fuori della propria distribuzione naturale passata o presente, inclusa qualunque parte della specie, gameti, semi, uova o propagoli di detta specie che potrebbero sopravvivere e conseguentemente riprodursi”. Per specie alloctona invasiva deve intendersi una specie alloctona la cui introduzione e/o diffusione minaccia la biodiversità.