Genova. Aspi e Spea escono definitivamente dal processo per il crollo del ponte Morandi e non saranno quindi chiamati in solido con gli imputati a pagare in qualità di responsabili civili. Lo ha deciso i il collegio penale presieduto da Paolo Lepri (affiancato da Ferdinando Baldini e Fulvio Polidori).
I legali di Aspi e Spea avevano chiesto l’esclusione in forza di una norma secondo la quale se un elemento di prova viene raccolto durante le indagini prima che siano citati i responsabili civili (che per legge possono essere citati sono con l’udienza preliminare e quindi dopo la fase delle indagini) allora il processo non potrà avere dei responsabili civili.
In questo caso l’elemento probatorio che potrebbe risultare decisivo in fase di condanna è l’incidente probatorio sulle cause del crollo che è stato illustrato e discusso durante l’udienza preliminare.
A quell’incidente probatorio le società Aspi e Spea avevano partecipato anche se non come responsabili civili, bensì citati sulla base della legge 231 che fa riferimento alla responsabilità amministrativa di un ente per i reati commessi dai propri dipendenti). Ma secondo i giudici del dibattimento quello che conta è la “veste formale” con cui le società avevano partecipato all’incidente probatorio.
Anche il sostituto procuratore Massimo Terrile e il collega Walter Cotugno si erano pronunciati per l’esclusione. Da ricordare che Aspi e Spea erano già usciti dal processo patteggiando circa 30 milioni di euro per la responsabilità amministrativa.
In caso di condanna quindi saranno i soli imputati a dover risarcire i danni nel processo penale: non sarà facile quindi per quasi 700 parti civili che vogliono costituirsi nel processo ottenere poi i pagamenti.
Ma il problema potrebbe essere risolto alla radice: rispetto all’esclusione delle parti civili già costituite nel corso dell’udienza preliminare il tribunale deciderà dopo la discussione delle nuove parti che hanno chiesto di costituirsi direttamente nel dibattimento e sembra sempre più probabile che molte di queste verranno escluse nelle prossime settimane”.
“Usciamo definitamente dal processo – conferma Andrea Corradino, avvocato di Aspi – ma questo non significa che chi si ritiene danneggiato non possa chiamarci in causa in un processo civile, quindi non viene leso alcun diritto”.
A livello tecnico, quello stabilito dal tribunale di Genova, è una precedente importante: “Con un’ordinanza di questo tipo in pratica non sarà più possibile citare i responsabili civili – commenta l’avvocato di parte civile Stefano Bigliazzi – perché soprattutto nei processi di maggiori dimensioni è scontato che ci sia un incidente probatorio o ancora che lo stesso ente sia citato sulla base della legge 231 e il giudice ha detto oggi che anche rispetto alla 231 c’è un’incompatibilità con la figura del responsabile civile a meno che non arrivi l’assoluzione, ma avendo in questo caso Aspi e Spea patteggiato non era possibile”.