Genova. Le prime due sentenze pronunciate dal tribunale civile di Genova, la prima del 2021 e la seconda del giugno di quest’anno, negano agli sfollati del ponte Morandi risarcimenti ulteriori rispetto a quelli ricevuti grazie agli accordi firmati con il commissario straordinario all’emergenza alla fine del 2018. Le due sentenze sono state allegate alla memoria presentata dagli avvocati di Aspi in cui si chiede l’esclusione di alcune delle parti civili già ammesse nell’udienza preliminare.
Le due famiglie, entrambe residenti in via Porro e proprietarie degli immobili poi demoliti, avevano già ottenuto complessivamente circa 300 mila euro di ristori e nel ricorso ne chiedevano ulteriori 200 mila per ciascun componente della famiglia. Per i giudici del tribunale di Genova si tratta in entrambi i casi di una “duplicazione del ristoro già ricevuto”.
Nelle due sentenze, di cui la prima è già stata impugnata dai ricorrenti, “l’ammontare complessivo delle tre indennità garantisce non solo la tutela della proprietà ma anche la tutela del diritto all’abitazione e quindi risponde non solo all’esigenza di indennizzare la perdita ma anche un più ampio fine di speciale tutela sociale”.
In pratica, secondo il tribunale le cifre erogate coprirebbero ogni tipo di danno, patrimoniale e non. Come ricorda la stessa Aspi nella memoria i residenti in zona rossa che avevano dovuto lasciare la propria abitazione il 14 agosto 2018 avevano ricevuto nell’immediato alcune migliaia di euro per le spese correnti, poi grazie decreto Genova entro la fine del 2018 avevano ricevuto, nel caso dei proprietari residenti, tre tipo di indennizzi: quella derivante dalla vendita del proprio immobile a oltre 2 mila euro a metro quadro, 36 mila euro per l’improvviso sgombero, e l’indennità regionale del Pris di 45 mila euro. Per gli inquilini erano stati stabiliti 81 mila euro di risarcimento mentre per i proprietari non residenti solo l’indennità per la vendita dell’immobile a valore molto più elevato del prezzo di mercato, come hanno ricordano anche le sentenze del tribunale civile: “Si tratta indubbiamente di una valutazione molto elevata rispetto ai valori correnti per la zona, compresi in una forcella tra 680 euro metro quadro e mille” scrive il giudice Casella.
Per il tribunale civile gli sfollati non hanno provato un ulteriore danno morale né dimostrato il “danno psichico irreversibile” menzionato nei ricorsi ricordando che il “danno da perdita del vicinato non è suscettibile di ristoro” visto che quello con il vicino di casa così come quello con un amico non è un rapporto giuridicamente tutelato.
Da vedere se queste sentenze se pur non definitive potranno avere un peso nella decisione del tribunale circa le esclusioni delle parti civili chieste da Aspi dal processo penale per il crollo del viadotto, oltre che dai legali di diversi imputati. Gli avvocati di Autostrade hanno allegato alla memoria diversi elenchi nominativi di persone e gruppi famigliari che hanno ricevuto indennizzi, ma il presidente del collegio giudicante Paolo Lepri ha chiesto che gli elenchi siano integrati con gli importi erogati in dettaglio.