Denuncia

Politiche 2022, Cosso (Alleanza Verdi-Sinistra): “Il destino dei docenti supplenti deciso da un algoritmo”

La candidata al Senato: "Molti docenti precari hanno completato la domanda per le supplenze, con la speranza di lavorare, ma non è così"

Genova. “Il destino lavorativo dei docenti supplenti è deciso da un algoritmo. A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico 2022/2023 il sistema dell’assegnazione delle cattedre e delle supplenze è in grande affanno. È possibile iniziare l’anno scolastico con i docenti in classe o dovremo nuovamente assistere a ritardi e disservizi per gli alunni e le famiglie? Molti docenti precari hanno completato la domanda per le supplenze, con la speranza di lavorare, ma non è così”.

Lo scrive in una nota Simona Cosso, esponente di Sinistra Italiana e capolista al Senato dell’Alleanza Verdi-Sinistra in Liguria, dopo che venerdì mattina un gruppo di docenti ha protestato davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale di Genova, in via Assarotti.

“Gli insegnanti delle Gps (Graduatorie Provinciali supplenze) protestano e vogliono far sentire forte la loro voce per porre fine alle innumerevoli ingiustizie che si stanno compiendo all’interno di un sistema di reclutamento che non tiene conto né delle loro esigenze né tantomeno di quelle degli alunni – denuncia Cosso -. Una delegazione è stata ricevuta ed alcune situazioni individuali prese in carico …ma ciò non basta”.

“Questi docenti – prosegue la candidata al Senato – pensano che lavorare nella scuola non significhi più investire anni di studio, passione e dedizione, ma partecipare ad una lotteria con regole non chiare ( in balia di un algoritmo dal funzionamento ambiguo), senza trasparenza (cattedre non disponibili al momento della compilazione dell’istanza delle preferenze nonostante la loro pubblicazione sia prevista dalla legge), assegnazioni che non evidenziano né punteggio né posizione in graduatoria, sistemi che creano discriminazioni (graduatorie errate), assegnazione di una cattedra di sostegno a chi avrebbe preferito materia (con conseguente danno per gli studenti), nessuna certezza sulle modalità e tempistiche delle assegnazioni”.

“Questo metodo disumano – ha raccontato una docente -non prevede delle pubblicazioni provvisorie, per correggere gli errori, ma solo graduatorie definitive in base all’ordinanza ministeriale 112/2022 e chi intende tutelarsi è obbligato a ricorrere al Tar. Il ministero dell’Istruzione, pur di far ‘salire tutti in cattedra il 1° settembre’, ci ha sbattuti su cattedre a caso senza prima correggere errori gravissimi che costeranno il posto a qualche collega”

“I docenti di tutta Italia denunciano una generale mancanza di trasparenza. E complice di questo disservizio è anche il taglio del personale amministrativo che, da diversi anni, colpisce gli Uffici scolastici, una mole di lavoro da espletare a fronte di un numero esiguo di dipendenti”, prosegue Cosso.

“Per il secondo anno consecutivo – spiega un’altra insegnante – noi docenti ci ritroviamo a dover sottostare a un sistema di reclutamento folle e posti in balia di un algoritmo che non tiene conto né delle nostre esigenze né tantomeno della preziosa e necessaria continuità didattica che le scuole dovrebbero almeno cercare di garantire. Ma come funziona questo algoritmo? I docenti non di ruolo (la maggior parte all’interno delle scuole italiane) sono chiamati a esprimere su una piattaforma del ministero 150 preferenze selezionando scuole, distretti o comuni.
Dopodiché viene messo in moto l’algoritmo che cerca di associare le preferenze espresse al punteggio di ciascun docente. Fin qui tutto bene. Il problema nasce dal momento in cui non viene resa nota la disponibilità delle cattedre e le convocazioni avvengono in più tranche. Ciò significa che chi ha scelto delle scuole, scartandone altre, viene considerato rinunciatario per le sedi non selezionate e scartato dal sistema qualora queste sedi siano state selezionate da chi ha punteggio inferiore e così assegnate”.

“Dove sta la giustizia se un docente con 100 punti viene scavalcato dopo una settimana da un docente con 50 punti perché la cattedra espressa è tornata disponibile? Assistiamo dunque al paradosso che docenti con punteggio alto restino a casa in attesa da chiamata da Graduatorie di Istituto mentre docenti con docenti più basso si trovano già in cattedra. Ricordiamo che è in gioco il futuro dei lavoratori che contribuiscono alla crescita dei nostri figli e nipoti formando la società di domani. La scuola deve essere al centro del nostro interesse perché è un bene collettivo da difendere. La scuola deve essere riportata all’attenzione dell’opinione pubblica e posta come priorità nell’agenda politica e delle scelte economiche del nostro Paese. Per questo ci batteremo”, conclude Cosso.

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