Genova. “Nessun sentore di novità, nemmeno sniffando”. Così, scherzando, il sindaco di Genova Marco Bucci nega che le elezioni politiche appena passate porteranno modifiche nella giunta di Palazzo Tursi, a differenza della Regione Liguria dove il presidente Giovanni Toti dovrà lavorare a un rimpasto per sostituire gli assessori Cavo e Berrino.
Bucci ribadisce: “Vogliamo un ministro ligure perché la Liguria se lo merita“. L’endorsement implicito è per Edoardo Rixi, che ieri ha glissato sul tema. Ma l’appello è anche a deputati e senatori eletti: “Mi aspetto da questi 15 parlamentari che si tirino su le maniche e lavorino insieme a noi. Di alcuni ho estrema fiducia e hanno già dimostrato di saper lavorare con noi, altri spero che lo facciano. Il territorio è fondamentale, gli eletti rappresentano il territorio”.
Il dato politico interessante è che l’elettorato di Bucci alle ultime amministrative non coincide con quello delle elezioni politiche: a Genova il primo partito è il Pd e molti quartieri hanno visto una netta prevalenza del centrosinistra. “Contano le persone – è il commento di Bucci -. Voi analizzate i partiti, io vedo le analisi su persone, progetti e cose da fare. Il sindaco ha avuto il consenso delle persone, le elezioni politiche a Roma sono tutta un’altra cosa”.
Nessuno dei candidati nella squadra di governo di Bucci è riuscito a spuntarla. L’assessore Mauro Avvenente era candidato nella lista della Camera con Azione-Italia Viva, ma in Liguria il seggio non è scattato per nessuno (e in terza posizione entrare sarebbe stato proibitivo). Situazione simile per Marta Brusoni in campo con Noi Moderati. Il risultato migliore è stato per il consigliere delegato Davide Falteri che ha sfiorato il 9% nell’uninominale di Genova Levante alla Camera.
In orbita comunale l’unico a farcela è il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Luca Pirondini che ha conquistato un seggio in Senato. Ma non sarà certo un “problema” del sindaco Bucci.