Interviste ai candidati

Politiche 2022, Biasotti: “Pronti a governare, Toti lo dimostra. Nucleare in Liguria? Lo auspicherei”

Il deputato uscente è candidato nel collegio uninominale di Genova-Levante alla Camera: "Io "blindato"? Pastorino è in gamba. Priorità aeroporto e nuova diga, ma non aspiro a incarichi governativi"

sandro biasotti

Genova. Scalda i motori per il quarto mandato parlamentare consecutivo Sandro Biasotti, 74 anni, imprenditore e deputato uscente di Italia al centro, la formazione politica fondata da Giovanni Toti. Proprio il governatore ligure è riuscito a piazzarlo come candidato di coalizione nel collegio uninominale di Genova-Levante alla Camera, considerato il più sicuro per il centrodestra. Anche se lui non accetta di definirsi “blindato” e gioca di fair play contro lo sfidante Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco, nell’ultima legislatura deputato di LeU.

Biasotti, il suo collegio è considerato “blindato” per il centrodestra. Anche lei lo considera come tale?
“Assolutamente no. È un collegio discreto ma non blindato. È molto ampio e totalmente diverso dai collegi precedenti. Ed è un collegio in cui hanno vinto varie volte sia il centrodestra sia il centrosinistra. E poi il mio avversario, Luca Pastorino, è una persona che stimo, capace e in gamba”.

Che cosa apprezza di più del suo sfidante?
“Stimo la persona, anche se è schierato molto a sinistra. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto. Certo, il suo partito è quello dei vari “no”, che ha rallentato tante cose che avevo impostato da presidente della Regione: la Gronda, il primo lotto del Terzo Valico, il tunnel della Fontanabuona, la nuova diga foranea. Dopo dieci anni di centrosinistra si è fermato tutto e abbiamo dovuto ripartire da zero. Però non accuso lui, ma il suo partito”.

Qual è il suo programma elettorale per la Liguria?
“Punterò sulla necessità di mantenere l’aeroporto di Genova lì dov’è, ampliandolo. Non possiamo privarcene spostandolo a Tortona o Alessandria. Quando se ne parla bisogna stare attenti, perché gli interessi sono molteplici. Poi valutare l’uso delle aree ex Ilva, che sono enormi rispetto alle attività che fanno. Una cosa che vorrei seguire in maniera particolare è la nuova diga foranea: gli imprenditori del porto e delle crociere hanno sempre portato un grandissimo valore aggiunto in termini di traffici e assunzioni e si meritano questa infrastruttura”.

Ma sarebbe pronto a occuparsene con un incarico governativo?
“No. Ho accettato di non andare in pensione dopo 50 anni da imprenditore e 20 anni in politica. Ho avuto grandi soddisfazioni da entrambe le attività. Non pensavo di candidarmi, ma vista la pochezza e l’improvvisazione riferita soprattutto al M5s, e visto che la mia concretezza è ancora un valore aggiunto, ho accettato. E poi c’è la gratificazione di poter rappresentare un collegio in cui abito e lavoro. Ma non ho alcuna ambizione governativa”.

E da parlamentare ligure lei voterebbe un provvedimento in cui si decide di costruire una centrale nucleare in Liguria o vicino alla Liguria?
Assolutamente sì. Anzi, lo auspicherei. A parte che abbiamo centrali nucleari in Francia più vicine a Genova che altri luoghi in Italia. Detto questo, le zone limitrofe a una centrale nucleare godono di fortissime agevolazioni, per l’industria manifatturiera e portuale sarebbe un vantaggio enorme”.

In Liguria c’è un’area che potrebbe ospitare una centrale nucleare?
“Noi abbiamo la fortuna di avere il mare e le centrali si possono fare con piattaforme marine. Ma non è il caso di spaventare i liguri. In Italia esistono altri siti già predisposti, come Caorso, che hanno la priorità”.

Tutti i sondaggi dicono che il centrodestra stravincerà le elezioni: secondo lei perché?
“Il centrodestra non governa l’Italia dal 2011. Era presente nel governo Letta con due ministri e in minima parte nel Conte 1 e nell’ultimo governo Draghi, con un ruolo marginale e ininfluente. I cittadini non sono fessi, hanno capito che il centrosinistra ha fallito. Noi oggi governiamo 13 regioni su 21. E credo che, dato che i governatori di centrodestra che si sono ricandidati sono stati tutti confermati (e Toti ne è un esempio eclatante), i cittadini siano contenti di come il centrodestra governa le regioni. Dunque è giusto e auspicabile che ora governiamo l’Italia”.

Noi Moderati supererà la soglia del 3%?
“Non sarà facile, i sondaggi ci danno tra l’1,9 e il 2,5%. Siamo nati col nostro simbolo pochi giorni fa, dobbiamo ancora farci conoscere. Secondo me chi non vuole votare la Meloni, Salvini o Berlusconi potrà votare la nostra lista”.

Lei che è stato uno storico esponente di Forza Italia, crede che Berlusconi stia vivendo una sorta di “seconda giovinezza”, con gli stessi slogan del 1994 e una campagna elettorale impostata nello stesso stile?
“Berlusconi è un personaggio unico, parleremo di lui per decine d’anni sperando viva il più a lungo possibile. Io gli auguro di avere un buon successo, personalmente gli voglio bene e lui ne vuole a me. Gli ho sempre consigliato di nominare un amministratore delegato, come ha sempre fatto nelle sue aziende, ma in politica non ci riesce e questo ha portato Forza Italia a crollare”.

Le ha mai chiesto di tornare?
“Sempre. Ancora due mesi fa ci siamo visti e me lo ha proposto. Io l’ho ringraziato ma gli ho detto che le scelte devo sentirle e condividerle, lì non saprei chi comanda e non c’è la minima organizzazione. Ho aspettato due anni per passare con Toti: quando mi hanno chiesto di sparargli alle spalle dopo averlo aiutato in Regione mi sono rifiutato”.

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