Genova. Mentre i vigili del fuoco con mezzi aerei e di terra sono impegnati a tenere sotto controllo gli ultimi focolai sul monte Fasce e sul monte Moro, ad accendersi, nel levante genovesi, sono le polemiche. Quelle su un impianto idrico antincendio i cui lavori sono iniziati nel luglio del 2021 ma che ancora non sono conclusi. Si tratta di una rete di tubature e bocchette che dovrebbe portare l’acqua in zone dove altrimenti non arriverebbe. Zone che, purtroppo, sono considerate a forte rischio incendio.
Cristina Lodi, consigliere comunale del Pd, parla di “disastro annunciato”. L’esponente dem attacca: “Le bocchette in loco sono ancora non funzionanti? Questa amministrazione comunale più volte sollecitata nel ciclo precedente non mai dato segno evidente di capire e intervenire su questa delicata situazione”.
Chiede conto dell’impianto anche Matteo Ciappina, punto di riferimento del “dissenso” nella comunità nerviese con le battaglie contro il porticciolo ma anche tra i promotori del progetto di ripiantumazione delle colline distrutte dall’enorme incendio del 2017: “Il tanto decantato impianto non è ancora funzionante, contrariamente a quanto raccontato alla stampa, le bocchette sono già state vandalizzate”.
Il presidente del municipio Levante, Federico Bogliolo, fa il punto e risponde agli attacchi: “Il progetto dell’impianto è un qualcosa che abbiamo seguito giorno dopo giorno senza mai che calasse l’attenzione, il fatto è che per quanto riguarda la rete sul monte Moro, in via Lanfranco, quella che sarebbe potuta servire ieri notte, Iren ha stabilito la fine dei lavori al 31 ottobre ma è un cantiere che stanne portando avanti loro”.
“Più avanti la rete a Sant’Ilario, in località Casette – aggiunge Bogliolo – sono giù partite le richieste di allaccio idrico ed energetico per consentire all’acqua di essere pompata dove serve”.
Il progetto risale a diversi anni fa, finanziato con le risorse europee nel Psr 2014-2020. La delibera di giunta che aveva stanziato i fondi, 1,45 milioni di euro, era stata firmata nel giugno 2017, alla fine del ciclo amministrativo retto dal sindaco Marco Doria ed era relativa, appunto, a una rete di distribuzione con punti di raccolta e approvvigionamento idrico a uso antincendio boschivo nel municipio Levante.
Ma Bogliolo sottolinea anche la questione sicurezza e prevenzione: “Nella zona ci sono molte telecamere, soprattutto per quanto riguarda gli accessi sul monte Moro, e sono convinto che le forze dell’ordine riusciranno a capire qualcosa sulle origini dell’incendio, mi sembra evidente che il modo in cui è partito, con quei due roghi iniziali scaturiti dal nulla, faccia pensare a un atto voluto”. Gli investigatori non escludono, ovviamente, l’ipotesi dolosa.