Genova. Il Comune di Genova potrebbe acquisire l’area del campo sportivo del monastero della Madonna del Monte e prendere così in gestione anche il Bosco dei Frati, trasformandolo in un parco urbano. A spiegarlo è il vicesindaco Pietro Piciocchi all’indomani della notizia che ha scosso la Valbisagno e l’intera città: dopo 578 anni i francescani abbandonano il santuario, lasciando molte incertezze sul futuro di un luogo caro a tanti genovesi, non solo per motivi religiosi.
La decisione, “faticosa e sofferta”, è stata ufficializzata oggi con un comunicato della provincia di Sant’Antonio dei Frati Minori: “una decisione ormai obbligata e non più rimandabile, all’orizzonte da oltre dieci anni, da quando cioè è apparsa evidente la progressiva riduzione del numero dei frati e delle nuove vocazioni: oggi questi fattori sono arrivati al punto tale da rendere inattuabile un’animazione pastorale significativa”.
I frati precisano che il bosco “sarà aperto secondo orari già da tempo usuali, anche se ciò richiede a noi frati uno sforzo in più che sosterremo in attesa di nuove soluzioni”. Dunque nessun rischio di chiusura totale a breve termine. Continuerà a essere celebrata la messa tutte le domeniche alle 11.00 e nelle solennità grazie a frati provenienti da Voltri e Recco. Le suore francescane terranno aperto il santuario in alcuni giorni della settimana e animeranno la preghiera “affinché continui ad essere luogo mariano e francescano aperto a tutti”.
Il Bosco dei Frati, donato da Raffaele Adorno nel 1444 e diventato un polmone verde che ha resistito alla cementificazione della zona, è già in gran parte proprietà del Comune di Genova, ma l’unico accesso percorribile oggi si trova nei pressi del santuario, su un terreno di proprietà dell’ordine religioso. Alcuni cancelli, chiusi da anni, affacciano su salita Vecchia Nostra Signora del Monte, mentre un buco nel muro di cinta consente un passaggio (ben poco agevole) dalle alture di San Fruttuoso.
“Da tempo abbiamo rappresentato ai frati la nostra disponibilità ad acquisire l’area del campo sportivo che è il passaggio necessario per accedere al bosco. In questo momento il Comune è proprietario solo del bosco, non della parte sommitale – spiega Piciocchi -. L’obiettivo era sgravarli dai costi di manutenzione ma soprattutto avere una grande opera di riqualificazione. Si tratta di un bosco molto interessante, tra l’altro ci sono specie arboree molto rare”.
Ecco allora che la soluzione potrebbe essere un intervento diretto di Tursi per garantire l’accesso al bosco a prescindere dalla disponibilità dei frati e prenderne in carico anche la manutenzione. “L’idea – prosegue il vicesindaco con delega al Verde pubblico – è quella di creare un parco cittadino aprendo un’entrata anche dal lato di San Martino, perché oggi si entra e si esce solo dall’alto. Al momento dai frati non abbiamo ancora avuto risposte, così come ci è totalmente ignota la destinazione finale del santuario, che è proprietà loro. Siamo in attesa che ci dicano le loro intenzioni”.
A tal proposito, i Frati Minori sottolineano che “la destinazione futura delle strutture non è ancora stabilita e ogni ipotesi diffusa a mezzo stampa o via social fino a qui non corrisponde a nulla di definito”. Anche su questo punto il Comune si è già mosso: “Abbiamo rinnovato all’associazione Amici del Monte il nostro desiderio di collaborare con loro perché il santuario resti un luogo di spiritualità e non si perda questa secolare presenza religiosa. Abbiamo interloquito anche con la Curia, cui abbiamo manifestato la nostra disponibilità”, chiosa Piciocchi.
Intanto sui social si moltiplicano le iniziative di solidarietà e c’è già chi ha avviato raccolte fondi per assicurare l’apertura degli spazi. Ciò che si interrompe, come ribadiscono i francescani, “è la nostra vita di fraternità presso il convento del Monte, luogo di elezione per i francescani minori genovesi”. Al Monte inoltre, a partire da metà degli anni ’80, “è cresciuta anche una comunità di laici che ha arricchito la nostra fraternità di amicizia, condivisione e provvidente sostegno e ha promosso diversi servizi, dall’accoglienza all’organizzazione di iniziative comunitarie, dalla cura dei beni artistici e dei luoghi al servizio liturgico e al Coro del Monte, realtà apprezzata per il suo valore anche al di fuori del Santuario, che continuerà ad animare le celebrazioni. A tutti siamo grati, consapevoli che la decisione di chiudere la fraternità impone un tempo di fatica e smarrimento anche per queste persone e famiglie che hanno trovato nel Monte una comunità in cammino e in tanti frati un accompagnamento spirituale”.