Futuro?

La scommessa di Fontanigorda: “Così l’entroterra potrà ripopolarsi grazie allo smart working”

In estate aperto uno spazio di coworking per lavoratori e studenti da remoto, l'esperimento continuerà anche in inverno: "Non solo turismo, vogliamo aumentare le presenze durante l'anno"

Generico settembre 2022

Fontanigorda. “Alla base c’è la convinzione, emersa con chiarezza durante la pandemia, che si può benissimo lavorare dall’entroterra, con una qualità di vita molto migliore, ritmi di lavoro più equilibrati, senza traffico e senza stress. E questa per noi è una grande potenzialità”. È con questa filosofia che quest’estate il comune di Fontanigorda, 240 abitanti nel paradiso dell’alta Val Trebbia, ha trasformato la vecchia scuola chiusa negli anni Novanta in uno spazio di coworking, una sorta di ufficio condiviso dotato di ogni comfort accessibile a chi lavora o studia a distanza. Un esperimento che andrà avanti anche durante l’inverno e che ha un obiettivo finale ben chiaro, come spiega l’assessora Margherita Asquasciati: “Ripopolare il paese“.

È una declinazione di quel fenomeno sempre più diffuso noto come south working, cioè la possibilità di lavorare da remoto nel Sud Italia o in zone marginalizzate del Paese, come le aree interne. Ovviamente non tutte le professioni sono adatte e comunque sono ancora poche le aziende che concedono flessibilità totale sullo smart working. Ma il modello, se funzionante, potrebbe diventare una scommessa vincente per il futuro dell’entroterra. “Questo consente di aumentare le presenze oltre a quelle turistiche che si limitano a poche settimane a cavallo di Ferragosto – racconta Asquasciati, che tra le deleghe ha quella alla promozione del territorio -. Significa avere più persone sul territorio che frequentano negozi, bar e ristoranti, quindi benefici per l’economia locale”.

Generico settembre 2022
L'ex scuola di Fontanigorda

In poco più di un mese e mezzo il coworking di Fontanigorda, accessibile gratuitamente con la possibilità di effettuare una donazione, ha registrato più di 100 presenze. “Erano soprattutto persone con una seconda casa in paese che magari hanno prolungato il soggiorno – prosegue l’assessora Asquasciati -. Tra loro c’era anche un ingegnere che vive a Londra”. Spazi che si sono rivelati non solo un luogo di studio o lavoro, ma anche un’opportunità di incontrarsi davanti a un caffè, condividendo idee ed esperienze. Fondamentale per il successo dell’iniziativa il supporto di FontAmici, un’associazione di promozione sociale fondata da giovani attivi sul territorio che gestisce gli spazi, e della rete di South Working, organizzazione di cui il Comune di Fontanigorda è entrato a far parte ufficialmente.

Generico settembre 2022
Lo spazio di coworking

Vicino al FontaWork – così è stato battezzato il coworking – sono stati aperti altri spazi a uso pubblico: al piano terra una biblioteca e una ludoteca che possa funzionare da piccolo asilo per i bimbi dei lavoratori in smart working; al primo piano un laboratorio didattico, chiamato FontaLab, inaugurato grazie al lavoro di una ricercatrice in Digital humanities dell’Università di Genova, che ospita attività permanenti e una mostra realizzata dagli studenti della scuola di Rovegno. Al secondo piano, invece, si sono alloggi per famiglie a disposizione del sistema di accoglienza Sai. Il principio, insomma, è creare un punto di aggregazione che risponda a diverse esigenze della comunità e racconti il territorio a chi, magari, a Fontanigorda è solo di passaggio e cerca comunque un punto d’appoggio per stampare un documento o spedire una e-mail.

Generico settembre 2022
La biblioteca al piano terreno

E dopo l’estate che succederà? “Stiamo somministrando un questionario alle persone che hanno usufruito del servizio in modo da analizzare i fabbisogni. L’idea è mantenere almeno l’apertura su prenotazione, garantendo il riscaldamento dei locali. Adesso è arrivata anche la banda ultra-larga, anche se abbiamo avuto qualche difficoltà burocratica per installarla”.

Ovviamente allestire uno spazio per lo smart working non è sufficiente a invertire la tendenza di spopolamento dell’entroterra: “Per avere più residenti bisogna avere case idonee ad accoglierli – riflette Asquasciati – e le seconde case costruite negli anni Sessanta non hanno le caratteristiche per essere abitate in inverno. Abbiamo però ragazzi che nutrono il desiderio di far diventare Fontanigorda la loro casa”. Ma il punto di partenza sembra essere quello giusto: “L’idea è rilanciare questi luoghi superando il tipico modello di villeggiatura del boom economico e puntando invece su cultura e stili di vita diversi”.

Per chi volesse provare l’esperienza, lo spazio coworking è ancora aperto fino al 14 settembre tutte le mattine, dalle 8.30 alle 12.30 e al pomeriggio su richiesta. È consigliato prenotare la postazione via e-mail a fontamici@gmail.com

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