Fontanigorda. Per la prima volta i piccoli gamberi di fiume italiano, nati a luglio, sono stati introdotti dai ricercatori del progetto Life claw nei corsi d’acqua risultati idonei, dopo aver svolto le opportune indagini sanitarie per verificare il loro stato di salute.
Questa fondamentale fase del progetto segue la riproduzione avvenuta con successo presso i centri in Emilia, nei comuni di Monchio delle Corti e Corniglio, provincia di Parma, e in Liguria, nel comune di Fontanigorda in provincia di Genova.
Sono 1.538 i giovani esemplari che complessivamente sono stati raccolti e rilasciati: 100 nel sito di Fontanigorda; 148 a Monchio delle Corti e 1.290 a Corniglio.
L’attività riproduttiva era stata avviata lo scorso autunno ed era stata preceduta dall’individuazione di popolazioni donatrici sufficientemente abbondanti, geneticamente idonee e prive di patologie, grazie rispettivamente alle indagini bio-ecologiche, genetiche e veterinarie condotte dall’Università degli Studi di Pavia, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. A differenza della maggior parte dei crostacei, e dei loro “cugini” di mare, i gamberi di acqua dolce non hanno una fase larvale, ma alla schiusa i piccoli si presentano già con il medesimo aspetto degli adulti.
Il progetto Life Claw è protagonista anche di un importante workshop internazionale sull’integrazione di dati genomici e sistemi Gis per la conservazione della fauna selvatica (Wiggis) che si terrà nei giorni 15-16 settembre 2022 a Piacenza, presso il Campus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
I sistemi informativi geografici (Gis) sono fondamentali in questi studi grazie alla loro capacità di sovrapporre le informazioni genetiche con i dati ambientali, consentendo lo studio della distribuzione delle specie, delle associazioni gene-ambiente e delle basi genetiche dell’adattamento a particolari condizioni geografiche o climatiche. All’evento prenderanno parte oltre 70 partecipanti da tutto il mondo. Nel corso del workshop i ricercatori del progetto Life claw illustreranno come la caratterizzazione molecolare e modellizzazione ecologica possano contribuire a migliorare lo stato di conservazione del gambero di fiume italiano.
Per ogni ulteriore informazione è possibile consultare il sito.
Tra le attività svolte nell’ambito del progetto, grande rilevanza hanno anche le azioni volte a contrastare e limitare la diffusione delle specie di gamberi alloctoni, che costituiscono una seria minaccia per la specie autoctona. Tra giugno e agosto, l’azione dei volontari di cinque associazioni piscatorie, coordinati dal Consorzio di Bonifica di Piacenza e formati dai partner di progetto sia con sessioni teoriche sia pratiche, ha permesso il recupero di circa 40 mila esemplari appartenenti alla specie Procambarus clarkii (comunemente chiamato gambero rosso della Louisiana, specie invasiva) in sette aree di intervento tra Parma e Piacenza.
Terminate le attuali operazioni di rilascio, i ricercatori del progetto Life claw riavvieranno l’attività di riproduzione. Saranno recuperati i gamberi riproduttori (maschi e femmine) da introdurre nelle vasche dei centri emiliani e ligure. L’accoppiamento dovrebbe avvenire a fine ottobre e successivamente le femmine emetteranno le uova. Ai centri di Fontanigorda, in provincia di Genova, e di Monchio e Corniglio, in provincia di Parma, si aggiungerà il nuovo centro dei “Frignoli”, realizzato dall’unione dei Comuni Mantana della Lunigiana, in provincia di Massa Carrara, che sarà gestito direttamente dal Personale di progetto del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
Nel frattempo sta proseguendo l’attività di contrasto alla presenza delle specie invasive ad opera del Consorzio di Bonifica di Piacenza che andrà avanti anche in ottobre, se le condizione meteo lo permetteranno, e riprenderà con nuove sessioni dalla prossima primavera.
Il gambero di fiume italiano (A. pallipes) è una specie autoctona (nativa), la cui sopravvivenza è gravemente compromessa a causa di diverse minacce principalmente legate alla crescente antropizzazione degli ecosistemi acquatici e all’introduzione di specie alloctone (non native) invasive. In particolare, i gamberi alloctoni invasivi costituiscono una forte minaccia in quanto portatori asintomatici della peste di gambero, una malattia responsabile della rapida estinzione delle popolazioni autoctone.
A causa di questi fattori, nel corso degli ultimi 50 anni, le popolazioni di gambero di fiume autoctono hanno subito un forte e diffuso declino in tutta Europa e attualmente, in Italia, la loro presenza è principalmente limitata a piccoli corsi d’acqua in cui i gamberi alloctoni invasivi non si sono ancora espansi e l’antropizzazione dell’habitat è limitata o assente.
Il progetto Life claw, sostenuto dall’Unione Europea attraverso lo strumento finanziario Life e coordinato dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, ha l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione delle popolazioni di gambero di fiume italiano nell’area dell’Appennino nord-occidentale di Emilia-Romagna e Liguria, attraverso un programma a lungo termine che coinvolge diversi partner in entrambe le regioni.
I partner del progetto Life claw che affiancano il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano sono: l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Parco Naturale Regionale dell’Antola, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli Studi di Pavia, Acquario di Genova-Costa Edutainment, il Comune di Ottone e il Comune di Fontanigorda.