Genova. “Non credo molto, anzi per niente, all’istituzione di un ministero del Mare. L’economia del mare va coniugata all’economia della terra”. A dirlo è Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture del dimissionario governo Draghi, durante la tavola rotonda che ha aperto il Salone Nautico di Genova.
L’idea di un “ministero del Mare” distinto dal Mims, che gestisca ad esempio la materia portuale, è cara soprattutto a Edoardo Rixi, segretario ligure della Lega e candidato alla Camera per le prossime elezioni: “Un Paese come l’Italia, che di fatto è al centro del Mediterraneo, mare che per tanto tempo è stato un po’ in ombra ma che sta avendo negli ultimi due anni e in prospettiva un promettente sviluppo, potrebbe diventare effettivamente un grande nodo logistico per tutta l’Europa – aveva spiegato nei mesi scorsi -. Abbiamo bisogno di valorizzare di più soprattutto la parte marittima, ed è lì che l’intermodalità ha un ruolo chiave. Altrimenti se continuiamo a ragionare settorialmente rischiamo di non cogliere appieno l’opportunità che oggi ci offre il mercato”.
Lo stesso Rixi, tra l’altro, è considerato in pole position per la successione di Enrico Giovannini in un eventuale governo di centrodestra che prendesse forma dopo il 25 settembre. Lui stesso si è sempre dichiarato disponibile, ma si occuperebbe volentieri anche di questo ipotetico ministero del Mare qualora la Lega riuscisse a farlo istituire (o del ministero della Montagna, altra idea di Rixi che Salvini ha appoggiato).
Giovannini però si schiera contro lo spacchettamento e porta due esempi, di cui uno perfettamente in tema con la location: “A Genova non solo il Terzo Valico consentirà di migliorare il traffico merci, ma grazie a un’operazione col sindaco Bucci e il presidente Toti, faremo un’operazione di rigenerazione urbana sulle aree del Campasso in cui altrimenti la qualità di vita sarebbe inaccettabile. A Bari il ridisegno del porto turistico permetterà di collegarlo direttamente con la città vecchia. Non possiamo pensare solo a quello che accade sul mare, ma dobbiamo legare la trasformazione a quello che accade nelle città”.
Di tutt’altro avviso il presidente ligure e leader di Italia al Centro Giovanni Toti, che rilancia: “In linea generale penso si debba uscire da quest’idea un po’ populista, un po’ pauperista, certamente poco efficace che meno poltrone ci sono, meglio la politica funziona. A forza di ridurre assessori comunali, assessori regionali e ministri, abbiamo accorpato in mostruosità sovietiche gigantesche che nessuno riesce a gestire per dimensioni”.
“La divisione dei ministeri la deciderà il prossimo presidente del Consiglio con il presidente della Repubblica e le sue forze politiche – ha aggiunto Toti –. Credo che il ministero delle Infrastrutture e trasporti o della Mobilità sostenibile, così come è stato oggi costruito, abbia accorpato tantissime responsabilità in un gigante che talvolta ha fatto sinergia, talvolta si è perso un po’ nei corridoi. Dopodiché il ragionamento di un mare separato dalla terra capisco possa generare qualche perplessità e bisognerà ragionarci. Forse converrà spacchettare quel ministero in altro modo”.